Da rappresentante di questo territorio, spesso mi preoccupo del futuro di questa zona che appare venduta ai poteri forti e a presunti imprenditori che senza scrupoli portano investimenti che non potranno mai garantire benessere (se non per le proprie tasche) un futuro per i nostri figli. Rifletto sul fatto che sono passati trent'anni da quando si parla della bonifica industriale e ancora non si riesce a realizzare.
È facile investire per ottenere profitti, ma poi nessuno vuole spendere per bonificare ciò che resta. Osservo i parchi eolici che oggi funzionano e producono vantaggi per le aziende titolari, ma mi chiedo: fra alcuni anni chi si occuperà dello smaltimento delle vecchie pale? Chi bonificherà il territorio dalla presenza di cemento fino a 10/20 metri di profondità usato per sostenere gli aerogeneratori?
Secondo uno studio, la prima generazione di campi eolici installati a partire dalla fine degli anni Novanta comincia a mostrare segni di invecchiamento e dovrebbe essere sostituita da nuovi aerogeneratori o bonificata. Tuttavia, essendo gli impianti composti da materiali come fibra di vetro, fibra di carbonio e materiali sintetici, per i quali in Italia non esiste una filiera consolidata per il riciclo, chi si occuperà dello smaltimento di questi impianti?
Non è possibile ricavare materiale riutilizzabile dalle pale, e neanche l'incenerimento è un'opzione a causa del rilascio di sostanze tossiche simili all'amianto da parte delle fibre di carbonio. Se un giorno le pale verranno effettivamente rimosse, l'unica alternativa sembrerebbe essere la creazione di un'ulteriore grande discarica. Così si accumulerebbero discariche su discariche nel futuro.