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HO VISTO SOLO QUELLI...

Sì, ho visto solo quelli ... i soliti,  quelli sempre presenti quando si alza la voce per difendere la città, per il futuro dei nostri figli...

mercoledì 16 marzo 2022

EOLICO A MARE, NUOVE PALIZZATE, NUOVE BRUTTURE, ULTERIORI MAZZATE PER I PESCATORI CROTONESI

Nell’ultimo consiglio comunale, ho ribadito il mio diniego circa l'installazione di un parco eolico off-shore a Crotone, non perché ritenga che l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili non sia un bene utile a ridurre le emissioni di gas serra, ma perché la città pitagorica ha già una miriade di pale istallate su tutto il territorio e produce da anni tanta energia senza ricevere però particolari benefici.

C’è da dire che Crotone in termini ambientali ha dato tantissimo; è stata depredata da tutto ed è sempre stata esclusa dagli investimenti infrastrutturali: gli unici progetti accoglibili sono solo e sempre quelli destinati a compiere devastazioni.

Il mio “no” l’ho ripetuto nel consiglio comunale del 14 marzo che si è tenuto alla presenza da remoto del sindaco di Isola Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga, e di quello Cropani, Raffaele Mercurio, entrambi, peraltro, contrari al progetto. A mio parere, la questione dovrà riguardare tutti i comuni, anche quelli non eminentemente interessati, affinché adottino ogni provvedimento atto a scongiurare ed impedire l'autorizzazione e la realizzazione di questi impianti dal pesantissimo impatto sui nostri territori.

Chi si sarebbe aspettato dopo la realizzazione a terra del parco più grande d’Europa - con investimenti mastodontici, fra l’altro, finiti sotto il mirino della magistratura - la creazione di un' altra struttura di grandi dimensioni nel nostro splendido mare magno-greco? Lo Jonio non può subire ulteriori mortificazioni. Invece che città della cultura e del turismo, presidio di palizzate a terra e a mare!

Per di più, appare del tutto impensabile il sorgere del parco su un’area di 15mila ettari adibita a Riserva Marina. La Provincia di Crotone, l’ente intermedio, dovrebbe adottare, a mio parere, ogni provvedimento atto a scongiurare ed impedire l'autorizzazione e la realizzazione di queste torri off-shore che comprometterebbero irreparabilmente l'immagine e la stessa ragion d'esistere della Riserva. Si teme anche sulla sicurezza della navigazione, soprattutto in prospettiva di un riammodernamento e ampliamento del porto per l’approdo di navi da crociera e per eventuali rotte future verso la Grecia e l’Oriente del mondo.

Per non parlare poi del danno causato alle 400 famiglie crotonesi che vivono di pesca e che si vedranno sottratti altre aree marine per un beneficio ancora dubbio! E' bene interpellare anche la Regione Calabria, la quale non ha dirette competenze in merito, ma il cui parere potrebbe essere fondamentale per ostacolare la realizzazione del progetto. Non bisogna, infatti, abbassare la guardia! Se necessario, occorre mobilitare ogni istituzione territoriale e ogni singolo cittadino, dalle associazioni di categoria ai sindacati dei lavoratori e all'intera società civile.

Oggi come nel passato non possiamo neanche più sperare in ricadute economiche: gli impianti eolici sono remunerativi soprattutto per chi li installa. Non si può certamente pensare che vi siano nuovi posti di lavoro, come prospettato dall’azienda “Minervia Energia” presentatrice del progetto. Sa di presa per i fondelli la promessa di creazione di 1500/2000 posti di lavoro diretti nella fase di fabbricazione, assemblaggio e costruzione e di 150 unità destinate alla manutenzione. Di questi l’80% sarebbe reclutato dalle risorse locali: in totale 120 posti "definitivi". Sarebbe bello interrogarsi sul significato di questa definitività. Dichiarazioni prive di fondamento: specchietti per le allodole. A Crotone hanno sempre funzionato. E' ora di rimandare al mittente la fascinazione: bastano già le promesse elettorali!

martedì 8 marzo 2022

ALTRO CHE PACE NEL MONDO! TANTI GUERRAFONDAI, LE BANDIERE DELLA PACE SONO SPESSO SLOGANS.

Riporto alcune riflessioni da me esternate in data 7 marzo 2022 sulla mozione contro la guerra presentata in Consiglio Comunale. Non posso fare a meno di citare, prima di tutto, l’articolo 11 della Costituzione italiana, il quale sancisce: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Sulla base di quanto sancito dalla nostra Costituzione, emergono chiaramente i motivi per i quali l’articolo non è seriamente rispettato. Intanto dovremmo chiederci: che cosa è la pace? A mio parere, non è quella dettata dalla politica. La pace non è divisione, non ha colori e non è neanche un corteo per le strade cittadine; la pace non è costruire armi da guerra, anche se l’Italia, però, è fra i primi paesi al mondo per la costruzione di armi: nel 2020 è stata autorizzata la produzione per un totale di 4 miliardi di euro, l’Egitto è il primo acquirente. La pace non si crea e non si inventa; la pace è amare gli altri o, proprio se non è così, significa quantomeno avere rispetto per le diversità. La vera pace è soprattutto fede. “Beati i costruttori di pace “ sono le parole di nostro Signore Gesù Cristo, lo stesso che oggi l’Europa ha messo da parte (tutti i giorni assistiamo alla negazione di Dio, al ripudio delle radici giudaico-cristiane); *dove si vorrà sostituire financo l’augurio di Buon Natale in un semplice buone feste.* Assistiamo al ritorno di un sistema massonico e idolatra basato tutto sul dio denaro e non sul Dio vero, basti vedere le multinazionali, i colossi dell’economia e della finanza, della sanità, che in questi ultimi anni stanno dominando l’intero globo.

Solo la fede è forza e potenza capace di scuotere gli uomini, i popoli e le coscienze. Senza la fede, possiamo veramente costruire la pace? Tutto è possibile, ma senza la fede è come seminare in un terreno sterile; il seme se non marcisce nel terreno fertile mai potrà germogliare, mai darà dei buoni frutti.

La politica spesso parla di pace, ma in realtà è la prima guerrafondaia! Le bandiere della pace sono spesso degli slogan politici, secondo i tornaconti di gruppi di poteri e lobbies, basti vedere i conflitti americani in questi ultimi venti anni per renderci conto in che mondo viviamo! Eppure, nessuno si è mai opposto e ha mai predicato e lottato per la pace. Le guerre volute dall’occidente sembra che trovino giustificazione: In nome del fondamentalismo e dell’islamismo è stato sempre lecito compiere devastazione dei popoli.

Condanno fortemente l’invasione della Russia in Ucraina, ma di quest’ultima non dobbiamo neanche dimenticare il conflitto operato ai danni della regione del Donbass. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha documentato 34,766 vittime, fra cui molti bambini, nella guerra tra 2014/2017.

Oggi tutti si meravigliano del conflitto tra Russia e Ucraina, ma è da ipocrita non ammettere che l’invasione non sia stata più volte paventata e annunciata! Dove sono stati i negoziati? Se la Russia ha le proprie colpe, il resto del mondo non ne ha di meno  e a farne le spese è la povera gente, il popolo ucraino, il quale si trova tra due morse: da una parte Stati Uniti ed Europa e dall’altra la Russia e altri potenziali alleati. I futuri conflitti non si consumeranno più tra comunisti e democratici di un tempo, tra cristiani e marxisti, tra oriente e occidente, ma, a mio parere, è l’inizio di nuovi conflitti tra un mondo GLOBALISTA E ANTIGLOBALISTA. Che il Signore ce la mandi buona!