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"SA JOCÀNU ARU CURRÌUNU". REGIONE, PROVINCIA E COMUNE

"Sa jocànu a ru curriu": nel teatrino della politica, mi piace richiamare i nostri antichi detti calabresi, e questo sembra tipico...

lunedì 25 aprile 2022

RIBATTO SULLO SPOPOLAMENTO, NEL CROTONESE SI STAVA MEGLIO QUANDO LA CIVILTA' ERA CONTADINA.



Più c'è silenzio, più c'è indifferenza, e più ribatto sul fenomeno dello spopolamento fino alla noia, poiché ritengo che la Calabria dovrà prestare tutte l’attenzione su un territorio che non è stato restituito nulla dal punto di vista infrastrutturale. Dobbiamo agire ed essere compatti, altrimenti questo lembo di terra non rimarrà più nessuno.
Oggi Crotone, la città di Pitagora, situata al centro della fascia Jonica, fa i conti con il totale isolamento dal resto del mondo: priva di efficienti linee stradali, ferroviarie e portuali, che influiscono notevolmente sugli abbandoni, eppure un tempi si raggiungevano con il treno anche i centri più internati, il numero complessivo dei residenti si mantiene sulla grossa fetta di popolazione anziana e pensionata. I piccoli borghi un tempo basavano il grosso della propria ricchezza sull’agricoltura; oggi, a causa di una politica nazionale cieca ai bisogni di quel mondo, e anche a causa di una scarsa lungimiranza della politica locale, i nostri paesi sono sottoposti a un lungo processo di eutanasia: la partenza è la sola prospettiva che viene offerta a giovani e ad adulti.
Pensare un'alternativa concreta basata sulla valorizzazione del settore alimentare e agricolo sembra un progetto irricevibile e facile a dirsi. Ma da cos'altro deve partire una resistenza sul campo? Scuola, Stato ed enti locali in misura diversa e con le opportune misure sono chiamati alla costruzione concreta di prospettive di crescita e consapevolezza non soltanto globale, ma anche territoriale. Favorire la creazione di alternative economiche basate sulla valorizzazione del nostro patrimonio agricolo è cosa che dovrebbe preoccupare, in concreto, tutti gli enti preposti all'amministrazione del nostro territorio.
E' giunto il momento che tutti inizino a guardarsi negli occhi. Il tempo corre e l'unica cosa che fugge è la gente, non i minuti né le ore.
Occorre un serio ripensamento per la sopravvivenza del territorio e delle aree interne con l’obiettivo di determinare nell’immediato un’inversione di tendenza rispetto ai fenomeni di spopolamento. All'orizzonte non ci sono boom economici di sorta né parvenze di miracoli: servono strategie mirate, fondate su progettualità concrete e coraggio. Non possiamo permetterci di mettere la testa sotto la sabbia: qui è in gioco la sopravvivenza della nostra città. A meno che non si voglia credere che un bagno a mare in estate possa davvero costituire la prospettiva da riservare ai nostri figli e - perché no? - a noi stessi.

domenica 24 aprile 2022

SPOPOLAMENTO NEL CROTONESE, CAUSA N° 1: MANCANZA DI INFRASTRUTTURE. VERGOGNA CALABRESE.


Non si è mai vista una regione come la Calabria, a prescindere ovviamente dai partiti che la governano o che l’abbiano governata, ma mi riferisco a un’intera classe politica che caparbiamente è ostinata a mostrarsi matrigna nei confronti di un’area: la jonica, precisamente, il territorio crotonese. E’ inspiegabile come si sia arrivati al punto di trovarci in una situazione mortificante, una Calabria spaccata letteralmente in due: il versante tirrenico gode di tutte le infrastrutture (che non voglio più elencare) e un altro versante abbandonato a se stesso, tant’è che i dati ci portano a un elevato tasso di spopolamento, con il rischio di una totale desertificazioni del territorio e l’abbattimento della nostra storia, oggi visibilmente raccontata dalle antiche pietre che compongono i nostri meravigliosi borghi. 

Molte piccole comunità nel tempo si sono evolute sulla base di questa ricchezza; tuttavia negli anni subiscono un processo d’inarrestabile spopolamento un tempo a favore dei centri costieri e nella città capoluogo, oggi neanche questo! Si verifica una strana metamorfosi, lo spopolamento è dappertutto. Si tratta di dinamiche quasi fisiologiche, quando collocate in limiti quantitativi contenuti. Oggi, però, il fenomeno raggiunge percentuali altamente preoccupanti: si registra, infatti, un costante e forte calo demografico non solo in zone rurali e di montagna, ma anche nei centri costieri. E’ noto che la provincia di Crotone è situata all’ultimo posto nella classifica del Sole 24 Ore che misura la qualità della vita; dalle fonti ufficiali si stima che, tra il 2019 e il 2020, l'intera provincia ha perso 4.522 residenti. Numeri spaventosi per una popolazione che supera di poco i 160mila abitanti. E’ evidente che lo spopolamento, oltre alla qualità della vita, è da attribuire alla totale mancanza di servizi e d’infrastrutture moderne.

 La problematica non sta a cuore a tutti, vedo sui Social scarso interesse, ma è un problema serio, che non possiamo più trascurare, dobbiamo farci assolutamente carico, bisogna essere compatti e uniti, e invito ai mass-media di dare maggiore visibilità al fenomeno. Per arginare lo spopolamento ci vuole una seria presa di coscienza dell’intera classe politica, della stampa, e poi i cittadini, nessuno dovrà dileguarsi, il fenomeno si combatte e si vince solo con l’appoggio incondizionato di tutti.

lunedì 18 aprile 2022

SPOPOLAMENTO, È ORA DI REAGIRE! NELLE CALABRIE NE HA SOLO E SEMPRE LA MEGLIO L'AREA TIRRENICA.


Ritorna l'epoca delle cosiddette "Calabrie", si, perché questa regione ha avuto una classe politica che ha sempre favorito, e tuttora favorisce, un solo versante: "il tirrenico", mentre lo Jonico è lasciato al proprio destino.

Da quelle parti godono di strade e autostrade, porto e aeroporto, ferrovie ad alta velocità ecc, mentre dal nostro versante il totale deserto, anzi, si tende a scippare e sopprimere quel poco che resta.

In una vasta area che la considerano non degna di nessuno investimento, la popolazione si vede costretta ad abbandonare e trovare sistemazione altrove. In questo versante, infatti, si registra un forte e preoccupante spopolamento, che non può passare più inosservato. 

Lo so che non mi ascolterà nessuno, come finora, infatti, il mio appello non ha mai trovato sostegno, neanche fra i politici locali, che vivono lo stesso dramma, poiché molti sono legati alle politiche dei loro partiti, i quali hanno sempre tradito le aspettative della nostra gente. Io, caparbiamente, ritorno a parlarne e mi concentrerò politicamente su questo fenomeno, che ahimé appare veramente preoccupante per noi e per il futuro dei nostri giovani.