Più c'è silenzio, più c'è indifferenza, e più ribatto sul fenomeno dello spopolamento fino alla noia, poiché ritengo che la Calabria dovrà prestare tutte l’attenzione su un territorio che non è stato restituito nulla dal punto di vista infrastrutturale. Dobbiamo agire ed essere compatti, altrimenti questo lembo di terra non rimarrà più nessuno.
Oggi Crotone, la città di Pitagora, situata al centro della fascia Jonica, fa i conti con il totale isolamento dal resto del mondo: priva di efficienti linee stradali, ferroviarie e portuali, che influiscono notevolmente sugli abbandoni, eppure un tempi si raggiungevano con il treno anche i centri più internati, il numero complessivo dei residenti si mantiene sulla grossa fetta di popolazione anziana e pensionata. I piccoli borghi un tempo basavano il grosso della propria ricchezza sull’agricoltura; oggi, a causa di una politica nazionale cieca ai bisogni di quel mondo, e anche a causa di una scarsa lungimiranza della politica locale, i nostri paesi sono sottoposti a un lungo processo di eutanasia: la partenza è la sola prospettiva che viene offerta a giovani e ad adulti.
Pensare un'alternativa concreta basata sulla valorizzazione del settore alimentare e agricolo sembra un progetto irricevibile e facile a dirsi. Ma da cos'altro deve partire una resistenza sul campo? Scuola, Stato ed enti locali in misura diversa e con le opportune misure sono chiamati alla costruzione concreta di prospettive di crescita e consapevolezza non soltanto globale, ma anche territoriale. Favorire la creazione di alternative economiche basate sulla valorizzazione del nostro patrimonio agricolo è cosa che dovrebbe preoccupare, in concreto, tutti gli enti preposti all'amministrazione del nostro territorio.
E' giunto il momento che tutti inizino a guardarsi negli occhi. Il tempo corre e l'unica cosa che fugge è la gente, non i minuti né le ore.
Occorre un serio ripensamento per la sopravvivenza del territorio e delle aree interne con l’obiettivo di determinare nell’immediato un’inversione di tendenza rispetto ai fenomeni di spopolamento. All'orizzonte non ci sono boom economici di sorta né parvenze di miracoli: servono strategie mirate, fondate su progettualità concrete e coraggio. Non possiamo permetterci di mettere la testa sotto la sabbia: qui è in gioco la sopravvivenza della nostra città. A meno che non si voglia credere che un bagno a mare in estate possa davvero costituire la prospettiva da riservare ai nostri figli e - perché no? - a noi stessi.
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