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"SA JOCÀNU ARU CURRÌUNU". REGIONE, PROVINCIA E COMUNE

"Sa jocànu a ru curriu": nel teatrino della politica, mi piace richiamare i nostri antichi detti calabresi, e questo sembra tipico...

lunedì 20 gennaio 2025

PADRONE DI 16.000 VOTI?

"Mai apparentamenti con i partiti, mai con gli 'sculchiani', mai con chi ha distrutto questa città: 'i veleni fuori da Crotone'. Questi sono alcuni slogan che il sindaco della città pitagorica ha usato per vincere le elezioni comunali di quattro anni fa. Insomma, una propaganda mirata solo a vincere, senza tenere fede veramente a ciò che ha sostenuto, tutto basato sull' irreale, poiché si è apparentato con tutti e continua a farlo pubblicamente, financo ieri nel Consiglio comunale! Lo fa con chi gli garantisce sostegno per accaparrarsi un'altra legislatura, e sulla tematiche ambientali, che si è elevato a paladino, non aggiungo altro: è sotto gli occhi di tutti, meglio stendere un velo pietoso.

Io dico: i crotonesi se ne sono accorti? O ci girano attorno? Un personaggio così, che palesemente ha tradito le aspettative, è degno di essere votato? Non parlerò ancora del mio caso, che ieri ha tremato l'aula della tensione creatasi, spero di approfondirlo in seguito, ma abbiamo visto un uomo che, a tutti i costi, voleva trovare una ragione. Non so se ci sia riuscito, ma ce l'ha messa tutta per continuare a denigrare. Qualcuno ci casca sempre, ma chi non si è accorto che nel Consiglio comunale di ieri è emerso ancora una volta un personaggio tragico, che semina rancore, aggressivo, con toni sempre più minacciosi: 'Ti denuncio, ti querelo'.

Per tutto il pomeriggio, fino a tarda serata, come un disco rotto ha ripetuto fino allo sfinimento che le elezioni le ha vinte lui da solo. Lui pare che sia il titolare di oltre 16.000 voti; gli altri non contano nulla, sono degli elementi che con 80-90 voti si trovano in consiglio comunale solo per merito suo. Da brivido! Nella storia d'Italia, i più beceri politici sono diventati padroni del voto altrui, padroni del consenso popolare. A Crotone ne abbiamo uno che si chiama Vincenzo Voce. Sì, perché lui rimarca sempre che sulla scheda elettorale i cittadini hanno scritto 'Voce'. Insomma, un nuovo padrone nello sfortunato feudo di Crotone. Gli 'sciancati' che hanno portato 90-100 voti dovrebbero tutti prostrarsi, avendo ricevuto la grazia di essere stati eletti solo per merito suo. Sembra di essere tornati all'era oscura'?

Crotone, una città che merita rispetto e dignità, si trova oggi a fare i conti con la delusione di chi ha creduto in promesse che, come foglie al vento, sono svanite nel nulla. "Mai apparentamenti con i partiti", "mai con gli sculchiani", "mai con chi ha distrutto questa città". Queste parole rimbombano ancora ! Sono state un canto di sirene, una promessa di cambiamento che ha sedotto e illuso. Ma ora, nell'ombra di quell'impegno, si cela una verità inquietante: un'alleanza con chiunque possa garantire un po' di potere, un tradimento delle aspettative di una comunità che ha sperato in un futuro migliore. Povera Città! Come si può rinnovargli la fiducia?

Ieri, in un Consiglio comunale che sembrava un teatro tragicomico, abbiamo assistito a un'esibizione di arroganza e rancore. Un uomo, ossessionato dall'idea di essere l'unico artefice della sua vittoria. Con oltre 16.000 voti, si erge a padrone del consenso popolare, ma chi ha davvero il potere? Chi ha lottato per quei miseri 70 o 80 voti? Sono esseri umani, non pedine da sacrificare sul grande scacchiere della politica. Eppure, in questo dramma, sembra che si stia ritornamdo nell'epoche oscure  

Crotone non merita un nuovo feudo governato dalla paura. Merita onestà, trasparenza e rispetto. Merita una voce che non sia quella di un despota, ma di un leader che sappia ascoltare, che sappia costruire, che sappia mettere al centro la comunità. È tempo che i crotonesi si sveglino da questo incubo e rivendichino il loro diritto a una politica dignitosa e responsabile. È tempo di alzare la voce, di dire basta a chi ha tradito la fiducia, a chi ha scelto il potere personale sopra il bene comune. Crotone ha bisogno di un futuro, non di un padrone.

venerdì 17 gennaio 2025

BONIFICA, NUOVI SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE, MA C'È SEMPRE CHI CI CASCA. Negli ultimi anni, si è palesato un quadro inquietante e desolante della mala politica, che ha inferto un colpo mortale all'ambiente, in particolare riguardo alla questione della bonifica industriale. Siamo a Crotone, dove le parole si intrecciano a silenzi scomodi e le promesse si dissolvono come nebbia al sole. Oggi assistiamo ai balletti: non bastano quelli politici, ma ci sono anche quello dei comunicati stampa, guarda caso! Proprio dai rappresentanti istituzionali, non mancano quelli degli enti regionali, provinciali e comunali, che si affrettano a difendere, a mio parere, piuttosto il loro consenso politico. Vedo che si adottano misure contro Eni Rewind (il colosso contro cui, di fatto, nessuno osa mettersi contro), intimando a Eni con delle diffide diramate in questi giorni, che la bonifica non può avvenire se i rifiuti rimangono sul nostro territorio. Non è palese che tutto questo sa di manovra? Non a caso, i comunicati sembrano partire dai palazzi con un solo imput quasi alla precisione di un cronometro; d’altronde, chi non ha ancora capito che l’amministrazione che ha ottenuto consenso dal civismo è passata sotto le grinfie dei partiti? A Crotone, si tende a chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. La proattività è solo un miraggio, mentre il danno è già stato inflitto. In merito all’ambiente, è una certezza sotto gli occhi di tutti. Le promesse di trasferire rifiuti al di fuori della regione si rivelano un’illusione, un gioco di prestigio che Eni ha già svelato: solo una parte dei rifiuti potrà essere spostata, mentre la maggior parte resterà qui, intrappolata nel nostro territorio. E se qualcuno ha ancora l'ardire di sperare in discariche all'estero pronte ad accoglierli, è tempo di riconsiderare le proprie aspettative. La verità è che, con l’Unione Europea che nel 2026 introdurrà nuove misure per la gestione dei rifiuti, siamo destinati a rimanere intrappolati in un ciclo senza fine, con rifiuti che non troveranno mai una degna sistemazione. Il tempo stringe. Non possiamo illuderci: lo smaltimento di una massa così ingente di rifiuti non avverrà in un giorno, ma si estenderà su anni. E noi, a Crotone, non ci prepariamo nemmeno a trasportare una sola camionata all'estero; si direbbe in gergo "mancu na carriolata". I ricorsi e le diffide sono solo palliativi, specchi per le allodole: se non c'è la volontà politica, la situazione non potrà mai avere una sistemazione definitiva. Ormai, la diffidenza è diventata per me una compagna di viaggio, e non posso escludere scenari inquietanti. La politica, invece di opporsi, dovrebbe spiegare come mai ha abbracciato le condizioni di Eni, mentre pochi consiglieri comunali e il comitato cittadino contro i veleni si ergono a difesa del nostro diritto a un ambiente sano. È un silenzio assordante quello di chi avrebbe dovuto alzare la voce, di quei gruppetti politici che, al momento giusto, hanno assistito inerti alla modifica del piano rifiuti, a discapito della nostra città. I reclami, gli annunci e le diffide sono come un “purgarsi in salute”, proprio in vista di un eventuale esito negativo che darà la imminente Conferenza di Servizi decisoria che si terrà a Roma presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A Crotone, la classe politica sembra avere sempre una risposta pronta, ma in realtà ha solo trovate per tutte le stagioni, mai una presa di posizione seria che metta al primo posto lo sviluppo e il recupero di un territorio devastato e sfruttato fino all’osso.

Negli ultimi anni, si è palesato un quadro inquietante e desolante della mala politica, che ha inferto un colpo mortale all'ambiente, in particolare riguardo alla questione della bonifica industriale. Siamo a Crotone, dove le parole si intrecciano a silenzi scomodi e le promesse si dissolvono come nebbia al sole. Oggi assistiamo ai balletti: non bastano quelli politici, ma ci sono anche quello dei comunicati stampa, guarda caso! Proprio dai rappresentanti istituzionali, non mancano quelli degli enti regionali, provinciali e comunali, che si affrettano a difendere, a mio parere, piuttosto il loro consenso politico. Vedo che si adottano misure contro Eni Rewind (il colosso contro cui, di fatto, nessuno osa mettersi contro), intimando a Eni con delle diffide diramate in questi giorni, che la bonifica non può avvenire se i rifiuti rimangono sul nostro territorio. Non è palese che tutto questo sa di manovra? Non a caso, i comunicati sembrano partire dai palazzi con un solo imput quasi alla precisione di un cronometro; d’altronde, chi non ha ancora capito che l’amministrazione che ha ottenuto consenso dal civismo è passata sotto le grinfie dei partiti?


A Crotone, si tende a chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. La proattività è solo un miraggio, mentre il danno è già stato inflitto. In merito all’ambiente, è una certezza sotto gli occhi di tutti.


Le promesse di trasferire rifiuti al di fuori della regione si rivelano un’illusione, un gioco di prestigio che Eni ha già svelato: solo una parte dei rifiuti potrà essere spostata, mentre la maggior parte resterà qui, intrappolata nel nostro territorio. E se qualcuno ha ancora l'ardire di sperare in discariche all'estero pronte ad accoglierli, è tempo di riconsiderare le proprie aspettative. La verità è che, con l’Unione Europea che nel 2026 introdurrà nuove misure per la gestione dei rifiuti, siamo destinati a rimanere intrappolati in un ciclo senza fine, con rifiuti che non troveranno mai una degna sistemazione.


Il tempo stringe. Non possiamo illuderci: lo smaltimento di una massa così ingente di rifiuti non avverrà in un giorno, ma si estenderà su anni. E noi, a Crotone, non ci prepariamo nemmeno a trasportare una sola camionata all'estero; si direbbe in gergo "mancu na carriolata". I ricorsi e le diffide sono solo palliativi, specchi per le allodole: se non c'è la volontà politica, la situazione non potrà mai avere una sistemazione definitiva. Ormai, la diffidenza è diventata per me una compagna di viaggio, e non posso escludere scenari inquietanti.


La politica, invece di opporsi, dovrebbe spiegare come mai ha abbracciato le condizioni di Eni, mentre pochi consiglieri comunali e il comitato cittadino contro i veleni si ergono a difesa del nostro diritto a un ambiente sano. È un silenzio assordante quello di chi avrebbe dovuto alzare la voce, di quei gruppetti politici che, al momento giusto, hanno assistito inerti alla modifica del piano rifiuti, a discapito della nostra città. I reclami, gli annunci e le diffide sono come un “purgarsi in salute”, proprio in vista di un eventuale esito negativo che darà la imminente Conferenza di Servizi decisoria che si terrà a Roma presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A Crotone, la classe politica sembra avere sempre una risposta pronta, ma in realtà ha solo trovate per tutte le stagioni, mai una presa di posizione seria che metta al primo posto lo sviluppo e il recupero di un territorio devastato e sfruttato fino all’osso.

domenica 5 gennaio 2025

A CROTONE MANCA SOLO LA CENTRALE NUCLEARE. GRAZIE AI PIFFERAI

Ormai è tutto certo: la terra che una volta respirava vita e speranza è stata venduta ai poteri forti, e ciò che una volta era un sogno di sviluppo e benessere si trasforma in un incubo di devastazione. Un mio amico dice che non manca altro che la centrale nucleare per completare questo triste quadro. Nel crotonese, nuovi impianti di devastazione si erigeranno sotto il silenzio assordante di chi avrebbe dovuto proteggerci: dai falsi ambientalisti ai finti ambientalisti, agli ex ambientalisti, ai politici venduti per un piatto di lenticchie, quelli che nell’ultima campagna elettorale avrebbero dovuto pulire e bonificare Crotone.

Le nostre terre, i nostri mari, un tempo fonte di vita, sono ora il terreno di gioco per una miriade di parchi eolici, che si estendono dal golfo di Squillace fino alle nostre acque, come un’invasione silenziosa. Le nuove pale eoliche si stagliano ovunque, persino nella splendida presila. Ci troveremo circondati da enormi strutture, centrali e rigassificatori, amplificazioni di aviosuperfici, che si intrecciano con la "bellezza" dei parchi eolici, distruggendo l’armonia di un paesaggio che racconta la Magna Grecia, storie di generazioni.

E mentre per le strade della città i pifferai suonano, incantando i passanti durante le feste, la gente continua ad essere indifferente, ignara o complice di questo disastro. La maggior parte di noi chiude gli occhi di fronte a ciò che sta accadendo, nascondendo la testa nella sabbia come struzzi, mentre il futuro di Crotone si avvolge nel buio più profondo.

VERGOGNA!

venerdì 3 gennaio 2025

"IL MIO CASO". ECCO I FATTI E LE RISPOSTE: SFIDO CHIUNQUE.

Con profondo rammarico e crescente inquietudine, mi trovo costretto a dibattere una situazione insostenibile. Il sindaco, non solo attacca incessantemente e urla come un latratore, ma continua a rilasciare dichiarazioni infondate e sgradevoli sulla stampa, disseminando fatti non veritieri. Il 30 dicembre 2024, durante la conferenza di fine anno con i giornalisti — un momento che avrebbe dovuto essere di riflessione e bilancio, volto a elargire serenità e auguri per il nuovo anno a tutta la comunità e ai consiglieri comunali — ho assistito all’ennesimo scivolone. Io, che avrei dovuto essere il querelante di un fatto increscioso, mi ritrovo invece ad essere il querelato dal sindaco! Una vergogna inaudita: avrei dovuto ricevere solidarietà, invece ricevo attacchi volti a alimentare e caldeggiare una diatriba politica, alla quale ora sono costretto a prendere le giuste misure nei confronti di un amministratore che appare sempre più come “l’anatra zoppa” priva di orientamento politico.

Quando un giornalista, senza menzionare nomi, ha osato porre una domanda su quanto accaduto, il sindaco ha colto l’occasione per tirare in ballo la mia persona, distorcendo la verità e stravolgendo i fatti. È una vergogna inaudita; in una ricorrenza in cui avremmo dovuto stringerci in un abbraccio di unità e speranza, ci troviamo invece a fronteggiare un clima di intolleranza e aggressione. È tempo di dire basta. È tempo di ripristinare la dignità e la verità in una comunità che continua ad essere tradita, perché nessuno dovrebbe essere costretto a lottare contro le menzogne di chi, invece di guidare, preferisce attaccare.

1. Chiamare il sindaco "latratore seriale" non è un attacco personale; è una critica alla sua figura pubblica. In un consesso di rappresentanza come il Consiglio Comunale, ci si aspetta comportamenti dignitosi. Eppure, le sue reazioni sono di tutt’altra natura! Assistendo ai consigli, non posso fare a meno di notare come, seduto accanto al Presidente del Consiglio, si faccia portavoce di un comportamento che rasenta il ridicolo: risponde a chi dissente da lui come in un copione di Totò e Peppino, strappando la parola con urla che echeggiano in tutto il palazzo.

2. Dopo la rottura con la maggioranza, ha scelto di spargere veleno, attaccando me e i miei colleghi in modo personale, definendoci assenteisti e irriconoscenti. Ha dipinto un quadro in cui siamo solo individui in cerca di personalismi, ignari degli interessi della comunità. Ma ciò che mi colpisce di più è che, non tanto per me, ma per il modo in cui ha deciso di colpire giovani professionisti aderenti al nostro gruppo, il suo comportamento amministrativo non è certo quello che ci si aspetta da un buon padre di famiglia, invece di riconoscere il nostro contributo, ha scelto di denigrarci, definendo la mia proposta di legge un “blitz” e non un atto dovuto per proteggere Crotone dai soprusi ambientali, che continuamente viene invasa da rifiuti.

Un primo cittadino dovrebbe essere un faro di responsabilità e rispetto, non colui che porta alla gogna chi si impegna con passione e dedizione. La comunità merita un leader che unisca, non che divida; che elevi, non che umili. Perché, alla fine, ciò che conta davvero è il bene di tutti, e non le battaglie personali.

3. La falsità che il Consigliere regionale Talerico sia stato informato da me dell’accaduto è un’altra menzogna inaccettabile. Come può un sindaco lanciarsi in tali affermazioni senza alcuna prova? Non può prendersi gioco della reputazione di un politico serio e rispettato come Antonello Talerico.

4. E non finisce qui. Un'altra grave menzogna riguarda il coinvolgimento sulla questione un dirigente di un istituto bancario. È ancor più grave il fatto, fra l’altro, che io non sia sotto le dipendenze di questo istituto: il sindaco ha voluto far intendere che il rappresentante bancario ha agito spontaneamente dopo aver letto la mia missiva in merito alla diatriba tra me e il primo cittadino. La verità è totalmente diversa: il sindaco Voce ha conversato direttamente con un rappresentante dell’istituto, parlando di me e, a dispetto di ogni principio di trasparenza e privacy, ha contattato direttamente un rappresentante di quell'istituto. Ora dovrà spiegare perché ha voluto intromettersi nella questione coinvolgendo un presunto mio datore di lavoro? Lo trovo assurdo e deplorevole, ma al momento non voglio aggiungere altro.

5. Infine, il sindaco minaccia di querelarmi. Ma per che cosa ? Semmai, dovrei farlo io, poiché non ha mai chiarito le proprie ragioni, nonostante io abbia presentato da oltre un mese un’interrogazione comunale su questi gravi eventi, ignorata e relegata in un angolo del Palazzo Comunale. Come mai ad oggi, se non per mia iniziativa, nessuno ne ha parlato né tantomeno il sindaco si è difeso? Le sue azioni parlano chiaro: è lui il vero responsabile di questo clima di indifferenza di paura venutasi a creare.

Fino a prova contraria, il vero morsicato in questa vicenda sono io, vittima di un abuso inaccettabile. Esigo che un sindaco che infonda terrore nei luoghi di lavoro dei consiglieri si dimetta immediatamente. Se questo clima di intimidazione persiste, non esiterò a rivolgermi alle autorità competenti, denunciando tutti gli attori di questa triste vicenda.

Ora aspetto le sue giustificazioni in aula, non solo come consigliere comunale, ma come rappresentante di una comunità intera che sta subendo un attacco alla democrazia. 

Voglio esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà, in particolare all’avvocato e Consigliere Regionale Antonello Talerico, per aver portato alla luce questa situazione così delicata.

Ci vediamo in Consiglio!