È sempre un gesto di amore ricevere un pane fatto in casa, “u pani i casa”. Un tempo, il panificio non esisteva; ogni famiglia si dedicava a questo rito, non sempre nella propria dimora, poiché un forno richiede spazio e cura. Nelle campagne, le famiglie costruivano il loro "u furnu, u furniciaddru", un luogo sacro dove il profumo del pane appena sfornato si mescolava con l'aria fresca della natura.
In paese, i forni si trovavano sparsi lungo la strada, e tra tutti, quello a frasche era il re indiscusso. Da lì usciva il miglior pane, un autentico tesoro che si accompagnava a un'esclamazione che risuonava: “Chistu è fattu cu ru furnu a fraschi”. Le frasche, raccolte con cura dopo la potatura degli ulivi, diventavano il carburante di questo rito. A Scandale, durante la festa di San Giuseppe, le famiglie si riunivano per bruciare le frasche nella vigilia, creando il cosiddetto "u luminari".
Fare il pane era un giorno di festa, un momento di unione per famiglie numerose che avevano bisogno di tanti pani. Il pane veniva conservato su una tavola appesa in alto, dove trovavano posto anche le prelibatezze del maiale: “sazizzi, suppressate, capicoddra, lardu, panzajjia”. Entrare nella casa di un contadino di un tempo era come essere avvolti da una coperta di profumi e tradizioni che raccontavano storie di vita e di sudore.
“U pani”, simbolo di lavoro e sacralità, meritava un posto d'onore sulla tavola, mai rovesciato. Ogni pagnotta racchiudeva valori simbolici che andavano oltre il semplice nutrimento del corpo; era un appagamento per lo spirito. Il pane rappresentava il frutto di una giornata di fatica, un riscatto dalla fame, un modo per saziare i figli e un segno di comunione con parenti e vicini. Nella civiltà contadina, il pane era il simbolo per eccellenza di materia e spirito. Peccato che ora questa tradizione si è quasi persa, per fortuna, che in alcune famiglie della vicina #Roccabernarda c'è ancora chi ce la fa vivere.
E per devozione a Sant’Antonio, veniva realizzato “u paniciaddru i Sant’Antuani”, una tradizione che portava gioia e condivisione. Piccole pagnotte venivano donate a tutti: amici, parenti e vicini, un gesto che univa le comunità e riempiva i cuori di gratitudine. In un pezzo di pane c'era l'essenza della vita, il calore di un abbraccio, il ricordo di una storia che continua a vivere in ogni morso. Ed io ringrazio la famiglia che giorni fa mi ha fatto dono di un pezzo di storia e sacralità.
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