Ha veramente
dell’inverosimile ciò che si sta consumando in questi giorni sulla mozione
relativa alla legge Zan presentata in Consiglio comunale dalla Lega in un
periodo di piena sofferenza, tra Covid e alluvione, una sorta di
strumentalizzazione, quasi per mettere in difficoltà l’attività amministrativa
del sindaco di una città veramente in ginocchio. Una mozione che non mette a
primo posto le problematiche cittadine, ma crea diatribe, discussioni sterili e
inutili su una materia che non vi è competenza comunale. La votazione, infatti,
ha raggiunto l’obbiettivo di sollevare il vespaio fuori e dentro
l’amministrazione comunale, sì, perché una città così provata non può
preoccuparsi di una legge che destabilizza, non può essere oggetto di
votazione, ma discussa in serenità nei momenti opportuni, un serio confronto
giova a tutti e aiuta per una crescita socio-culturale.
La mia personale
posizione è stata quella di astenersi a un voto divisorio, non credo che la
questione debba preoccupare più di tanto l’amministrazione, poiché
l’approvazione o meno del DDL Zan riguarda più la Camera del Senato che il
Consiglio Comunale di Crotone.
Ho deciso di
astenermi per non compromettere la mia coscienza di uomo libero o di fede e
contemporaneamente per non arrecare danno alla tenuta generale
dell'amministrazione.
Provo a
riassumere in modo sintetico e conciso il mio pensiero, proprio in nome di un
principio di civiltà, ma nello stesso tempo provo a motivare in tre punti il
mio scetticismo nei confronti del DDL Zan che mi ha portato ad astenermi dalla
votazione della mozione proposta dalla Consigliera Cavallo.
1) Il nostro
codice già prevede sanzioni proporzionate alla gravità del reato per le
discriminazioni e per altri simili delitti contro, pare ce si contino 6
articoli del Codice Penale.
2)
L’introduzione di questa nuova fattispecie di reato somiglia quasi ad una sorta
di cavallo di Troia che, con il giusto obiettivo di punire ingiuste
discriminazioni, sembra, in realtà, pensato per punire qualsiasi tipo di
manifestazione contraria all’allineamento del pensiero di cui si fa portavoce
il vasto mondo LGBT direttamente o più indirettamente (come nel caso Zan).
Ebbene: cosa sarebbero i reati fondati sulla discriminazione per orientamento
sessuale o per identità di genere? Quando si parla di discriminazioni fondate
su motivi razziali o religiosi, siamo posti tutti dinanzi a concetti
inequivocabili, ma quando ci troviamo dinanzi ai concetti di cui sopra? Il
vasto mondo LGBT da anni si impegna a ridefinire i concetti legati alla
sessualità, al ruolo e all’identità di genere, arrivando a sostenere che gli
stessi non possano esaurire il caleidoscopio della sessualità, essendo questa,
a suo dire, qualcosa di fluido e mai perennemente stabile e cristallizzato.
Com’è
possibile, allora, che da una parte si invochi una decostruzione della
sessualità e degli elementi che hanno fondato il rapporto tradizionale tra
sesso e società e dall’altra si esprima la ferrea volontà di punire chiunque si
faccia reo di discriminazioni basate sulla vaga, a questo punto, categoria di
orientamento sessuale? Sarà discriminazione affermare che e promuovere
politicamente proposte che riconoscano l’esistenza di due soli generi, quello
maschile e femminile, ben identificabili e non assolutamente fluidi? Sarà
discriminazione affermare la propria contrarietà alle adozioni omosessuali?
Sarà discriminazione affermare che i bambini delle nostre scuole pubbliche
debbano essere tenuti fuori da percorsi “formativi” promossi con l’obiettivo di
favorire in loro l’acquisizione di idee volte alla decostruzione delle
categorie di sesso ed identità di genere? Sarà discriminazione andare in chiesa
e ascoltare sacerdoti leggere le lettere ai romani, quelle ai corinzi e quelle
a Timoteo di San Paolo?
3) Qualcuno
dirà che il legislatore ha già previsto queste obiezioni e che ha fatto in modo
di inserire clausole di salvaguardia del libero pensiero. Tuttavia, laddove
queste leggi sono state già promosse ed approvate, ci si è trovati dinanzi ad
esiti quasi liberticidi. Cito da Avvenire.it: “in Spagna, il 6 febbraio 2014,
il cardinale Fernando Sebastián Aguilar, è stato iscritto nel registro degli
indagati per “omofobia” per aver rilasciato un’intervista pubblicata sul
quotidiano di Malaga, “Diario Sur”, il precedente 20 gennaio, nel corso della
quale, sulla premessa che la sessualità è orientata alla procreazione, faceva
presente che all’interno di una relazione omosessuale tale finalità era
preclusa”.
In
conclusione, come cittadino e come cattolico, condivido le obiezioni sollevate
dalla Conferenza Episcopale Italiana su tale disegno di legge. Prima di essere
un componente del Consiglio comunale, sono un uomo di fede e, come tale, pur
sostenendo la necessità di arginare qualsiasi tipo di discriminazione, faccio
appello, sopra ogni cosa, al buon senso, affinché una norma pensata per una
giusta causa non diventi l’occasione per mettere il bavaglio a chiunque
problematizzi la tematica in termini differenti.
Esistono già
tutti i presidi necessari ad arginare qualsiasi tipo di discriminazione che
sfoci in esecrabili atti di violenza.
Precisato questo, mi pare, cari
amici, anche doveroso ribadire che la nostra maggioranza è formata da un
insieme di liste civiche, non da partiti che, per definizione, presentano
un’uniformazione ad un preciso orientamento di pensiero e ad una rete di valori
condivisa. Noi ci occupiamo della città di Crotone che, volendo ritornare coi
piedi per terra, in questo momento ha ben altro a cui pensare, infatti nei
confronti della consigliera Cavallo sono stato molto critico per aver
strumentalizzato una questione alquanto delicata, mancando di rispetto verso
coloro i quali la pensano in maniera diversa.