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domenica 11 aprile 2021

POVERA CITTÀ

Che tristezza assistere a siparietti da cabaret dove si inscena e si infiltra costantemente la politica dei voltagabbana, quella esibizionista, quella consociativa, di coloro che si accomodano e nello stesso tempo fanno finta di rappresentare il nuovo che avanza: è lusinga, la peggiore, quella legata alle invisibili magagne, ai piccoli e incresciosi compromessi, quella delle acrobazie acquisite dai veterani maestri.

Che amarezza! Ho sempre creduto che l’impegno politico nella cosa pubblica dovesse essere lealtà, spirito di abnegazione e servizio alla comunità senza urli e sbandieramenti circa il bene comune. Quel bene comune che si predica tanto, ma presto si calpesta sotto i piedi.

Che tristezza vedere tanti nuovi personaggetti che si esibiscono volentieri sui social e financo nelle televisioni locali: giovani preparati da vecchi volponi che non si accorgono di essere nelle vesti di semplici scherani, sempre al servizio di qualcuno, pronti a usare la cinica arma e affondarla al momento giusto con irragionevolezza, arroganza, e virtuosa capacità di pugnalare alle spalle chi la pensa diversamente, chi nel campo si è avvicinato per la prima volta solo con l’intento di combattere e difendere la tanta depredata e martoriata città. Pugnalare va ancora di moda tra le giovani generazioni, quelle cosiddette “di primo sbritto”, che credono di poter rivoltare il mondo, salvo poi rendersi conto che la politica è fatta di sacrificio e che, in fondo, al sacrificio è sempre preferibile il riparo nel cantuccio che si sono ricavati.

invece del sacrificio scomodante chiedono solo presenza e una commissione in più per poter continuare a discutere di arzigogoli dialettici. Solo che il Comune non è la redazione di rivista di filosofia teoretica…

 

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