Sarà perché sono trascorsi ben 40 anni dalla morte del grande cantautore crotonese, ma questo personaggio circola sempre di più nella mia mente. Una persona umile, che amava la propria gente. I suoi testi parlano e raccontano la realtà di un tempo: l’ingiustizia di ieri, oggi e domani, di un’Italia sempre in mano ai forti e ai potenti, di un sud, della sua Calabria. Tanta ingiustizia, fino ai tempi di oggi, l’ultima è la fiction a lui dedicata, che io ho visto per la prima volta su Rai 1 nella serata del 2 giugno in “Ma il cielo è sempre più blu” che, l’emittente ha riproposto in occasione dei 40 anni dalla morte dell’artista.
Il personaggio è stato interpretato da Claudio Santamaria che, a suo dire, ha voluto sottolineare come uno dei grandi meriti della fiction sia stato portare al grande pubblico il lato poetico di Rino, cioè l’aspetto più profondo e doloroso dell’emigrante. Da un punto di vista l’attore ha senz’altro ragione, ma a mio parere, la fiction non rispecchia totalmente la realtà, esce l’immagine di una persona un po’ sregolata, stravagante e che fa uso di alcool, attraverso il quale si comporta da persona poca seria ed instabile, lasciato da tutti. Rino Gaetano non era questo! Sembra un modo per ricondurlo ad un’altra personalità, ancora dopo 40 anni non si scopre la verità assoluta di questo uomo, rimane sempre tutto nel mistero.
Anche i rapporti familiari non corrispondono alla verità, la madre che parla un dialetto non crotonese, sembra che gli autori non abbiano avuto approccio neanche con la propria famiglia, presentono un padre burbero, che odiava la nuova carriera di Rino, un padre padrone calabrese, mentre il tutto non rispecchia la realtà, solo la foto pubblicata è esplicativa (Rinu e Micu), si vede Rino quanto potesse amare il padre e quest’ultimo quanto sembra orgoglioso del suo ragazzo. Forse sbaglio, ma a me il film è apparso fuorviante, non è piaciuto.
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