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LA FINE DELL'UOMO È LA FINE DEI TEMPI

  È innegabile che le forze del male si siano scatenate contro l'umanità, e in particolare contro la famiglia. Ma ciò che sta accadendo ...

martedì 30 giugno 2020

CROTONE, IL FUOCO BRUCIA E SI RISCOPRONO LE DUNE CONTENENTI AMMASSI DI RIFIUTI.

Il fuoco brucia le sterpaglie esistenti sulle dune di Tufolo-Farina e fa scoprire i vecchi abbancamenti dall’anno 1975 contenenti quasi un milione di metri cubi di rifiuti speciali, RSU e fanghi di depurazione civile su una superficie di 7 ettari.
L’invaso per  diversi anni è stato privo di presidi ambientali (quali barriere di fondo, opere di captazione del percolato, sistemi di smaltimento acqua superficiali, ecc.), insomma un’area inquinata che ha visto la totale chiusura dopo un trentennio e solo a seguito di questa è stata inserita nel Sito di Interesse Nazionale ai fini della Bonifica di Crotone, in quanto durante l'alluvione dell'ottobre 1996 di Crotone, ha accolto anche rifiuti di tipo industriale e di dilavamento delle aree industriali interessate dagli eventi alluvionali.

In questo lungo periodo non risulta traccia di bonifica tranne un intervento di messa in sicurezza nell’anno 2016 consistente nell’intercettazione e nella corretta gestione delle principali emissioni inquinanti tipiche di una discarica dismessa, e cioè il percolato e il biogas, la realizzazione di trincee di intercettazione e vasche di stoccaggio del percolato, la recinzione, pulizia, stabilizzazione dei versanti, impianto di videosorveglianza e illuminazione del sito, tutti propedeutici per i successivi interventi di messa in sicurezza permanente dell’ex discarica. Oggi di tutto ciò che è stato realizzato non appare più nulla funzionante, l’invaso è sotto la totale incuria, a rischio di incendi e propagazione di diossina, come i fuochi registrati in questi giorni.

La futura Amministrazione comunale, cosa farà per la Bonifica di questa discarica e per l’intera area industriale ?




 


sabato 27 giugno 2020

Bonifica a Crotone, un ventennio equivale a una non Bonifica. Ecco i siti inquinati e le varie tipologie delle discariche. I prossimi candidati al comune che linea politica adotteranno?


Da trenta anni i cittadini crotonesi attendono la bonifica dei siti inquinati della città; più volte lo scrivente ha dimostrato che l’annosa questione non è stata mai risolta, penalizzando i lavoratori rimasti a casa per la chiusura delle vecchie fabbriche, molti dei quali hanno atteso invano un’auspicata promessa occupazionale nei nuovi stabilimenti che venivano in parte realizzati con incentivi statali per poi nel giro di qualche anno, essere chiusi, lasciando nella zona ulteriore inquinamento.

C’è da aggiungere che la classe politica della città pitagorica non può mai vantarsi di aver operato per il bene comune, gli interventi della bonifica si sono rivelati un fallimento, tant’è vero che Crotone, pur avendo dei siti urgenti da bonificare non furono individuati  neanche dalla legge del 1998, n. 426 (nuovi interventi in campo ambientale); la dimostrazione di un totale disinteresse, non c’è un politico che può vantarsi di avere avviato una vera bonifica! La legge, di cui sopra, nel 1° Comma prevedeva ben 50 miliardi di vecchie lire da destinare allo smaltimento dei rifiuti giacenti nelle zone delimitate.  Al comma 4° del medesimo articolo si elencavano i siti ad alto rischio ambientale, fra i quali non appariva Crotone, solo a distanza di tre anni il Governo incluse la città calabrese, mediante il decreto n. 468 del 18.09.2001 con un regolamento recante: “Programmazione nazionale di bonifica e ripristino ambientale “, prevedeva: - bonifica di aree industriali dismesse, della fascia costiera contaminata da smaltimento abusivo di rifiuti industriali e del relativo specchio di mare, di discariche abusive; perimetrazione del sito.

L’area in oggetto comprende un territorio molto vasto, nel quale sono incluse :

- Due aree industriali dell’ex Montedison e della Pertusola, dove furono stoccati all’interno dello stabilimento un volume elevato di ferriti di zinco;

- Discariche in località Tufolo e Farina- da sempre prive di presidi ambientali (quali barriere di fondo, opere di captazione del percolato, sistemi di smaltimento acqua superficiali, ecc.) con un grande volume di rifiuti speciali, RSU, fanghi di depurazione civile e rifiuti alluvionali (alluvioni 1996), rappresentano un forte pericolo d’inquinamento sull’area circostante. Solo l’invaso di Tufolo copre una superficie di 7 ettari e si trova a circa 4 km. a sud di Crotone. Lo sversamento iniziò dal 1975, i cui rifiuti abbancati hanno un volume stimato pari a circa 1 milione di metri cubi costituiscono un rilevato alto circa 20 metri, le cui scarpate presentano problemi di stabilità. La tipologia dei rifiuti abbancati è la seguente: speciali, rifiuti solidi urbani, fanghi di depurazione civile, rifiuti provenienti dall’alluvione del 1996. Si sospetta la presenza di rifiuti sanitari e pericolosi;

- Fascia costiera prospiciente la zona industriale, compresa tra la foce del fiume Esaro a sud e quella del fiume Passovecchio a nord. La zona demaniale è costituita dall’arenile ubicato di fronte all’area industriale della Pertusola e della ex Montedison, delimitato da un lato dalla foce del fiume Esaro e dall’altro dalla foce del torrente Passovecchio. Il tratto di costa in oggetto è interessato da smaltimento di rifiuti industriali speciali e pericolosi (ferriti di zinco e cromo, ecc.). Sull’area, che ha una dimensione complessiva di circa 87.000 metri  quadrati, sono stati smaltiti circa 300.000 metri cubi di rifiuti. La città Pitagorica attende dalla prossima amministrazione comunale una risoluzione definitiva all’annoso problema, mettendo la tematica al centro dell’attenzione, poiché oggi non è più tempo di procrastinare.

 


Una maglia del Napoli per Scandale. Diego Demme il calciatore partonopeo omaggia le origini.

“Per gli amici di Scandale, le mie radici”. Questa la dedica particolare di Diego Demme, mostrata da Crotonenews. La maglia numero 4 del Napoli, indossata dallo scorso gennaio, è stato il regalo degli ultimi giorni ai concittadini del papà Enzo.

Diego come tutti sappiamo è nato in Germania, ma è fortemente legato alle proprie origini, essendo il padre di Scandale, il quale da sempre tifoso del Napoli fino a dare  il nome Diego in onore di Maradona. Quest’anno è stato ufficialmente acquistato dal Napoli per 12 milioni di euro. Dopo appena tre giorni ha esordito con la maglia dei partenopei, subentrando nel secondo tempo della gara di Coppa Italia vinta per 2-0 contro il Perugia.


sabato 20 giugno 2020

LA NOSTRA PRESILA CROTONESE DIMENTICATA.


Che spettacolo la nostra Calabria! Anche la PreSila ci regala una natura affascinante, questa è la montagna crotonese, precisamente sul monte Giove di Mesoraca, dove il premiato apicoltore Giovanni Lucanto porta le proprie api per impollinare i vasti castagneti e ottenere il miele al sapore di castagna. Non mancano i buonissimi frutti di bosco. Un tempo era la nostra meta per raggiungere la montagna, con l'arrivo delle nuove strade, sono state valorizzate le aree del cosentino penalizzando il nostro territorio.

giovedì 18 giugno 2020

LA BCC DEL CROTONESE SI FONDE CON ALTRE 3 CONSORELLE CALABRESI.


Si sta concretizzando il processo di fusione avviato dal Gruppo bancario cooperativo Iccrea tra quattro Bcc calabresi, con sede nell’area centro-sud della regione. Le Bcc coinvolte nell’operazione sono la Bcc del Crotonese, la Banca del Catanzarese, la Bcc del Vibonese, la Bcc di Cittanova.
La nuova Banca di Credito Cooperativo sarà un' importante realtà per l'intera regione, la cui unione arriva ad avere quasi a 1 miliardo di euro di attivi, presente in 139 comuni, 31 sportelli, con più di 50mila clienti e oltre 9.000 soci. La raccolta diretta è di 600 milioni di euro, gli impieghi lordi 400 milioni di euro e i fondi propri a 117 milioni di euro.
Il progetto iniziale prevede una propria autonomia e la supervisione dei rispettivi consigli di amministrazione, entro il mese di giugno le assemblee ordinarie dei soci nei rispettivi territori, seguiranno le fasi formali per l’avvio operativo della nuova banca entro la fine dell’anno.

lunedì 8 giugno 2020

CROTONE, LA CITTA' TRADITA DA UNA SCIAGURATA POLITICA TRENTENNALE.

La questione ambientale a Crotone sembra diventare oggetto di discussione solo durante la campagna elettorale e al termine della quale finisce tutto nel dimenticatoio. I politici propongono bonifiche destinate non a risolvere la problematica, bensì, a far fronte ad un finto smaltimento dei rifiuti, che inizia in un lasso di tempo e non giunge mai a termine. Tanto è vero che dopo oltre un trentennio, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per capire il dramma della città pitagorica bisogna ritornane alle "marachelle " compiute dai nostri politici.
Dopo la dismissione delle fabbriche sono tante le promesse disattese, operai, padri di famiglie rimasero senza lavoro, attendevano una sistemazione nelle nuove fabbriche, le quali sarebbero dovute sorgere in sostituzione delle precedenti, incoraggiate anche da incentivi e contributi statali. Imprenditori venuti dal nord costruirono per poi in breve periodo chiudere, proprio quando le aziende si spingevano verso un brillante futuro, alcune delle quali sarebbero divenute fiore all’occhiello come molte eccellenze del territorio cittadino.
Ci ricordiamo della società ubicata del Gruppo Eni, che in accordo col ministero dell’Ambiente a fronte dei danni ambientali causati in precedenza, propose una sanatoria mediante un decreto definito “ salva Eni “, attraverso cui nasceva la “Stoppani Crotone Srl” partecipata dalla Luigi Stoppani al 60 per cento e dalla Enisud al 40 per cento. Scopo della nuova società fu la realizzazione dell'impianto per la produzione di bicromato e suoi derivati a seguito delle intese prese per la reindustrializzazione dei siti con la task force del Governo, il quale intendeva favorire l’occupazione. Il progetto prevedeva complessivamente circa 90 miliardi di vecchie lire d’investimenti per la creazione di 120 posti di lavoro.
Realizzata l’opera, presto chiusero subito i battenti, poiché l’azienda continuava ad inquinare, la Soppani fu oggetto di diverse contestazioni in tutta Italia, d’altronde a Crotone si inquinava sui siti che si sarebbero dovuto bonificare.
Negli anni 90 s’insediò la “ Selenia “, la fabbrica di racchette da tennis in fibra di carbonio, forse fu l’unica in Italia, mediante la quale si assorbivano ben 137 lavoratori dismessi dal reparto fertilizzanti dello stabilimento Enichem. Lo stabilimento chiuse dopo alcuni anni.
La Gres 2000 spa di Spaggiari, un’altra importante fabbrica di ceramiche dopo alcuni anni di attività fu chiusa accusata dallo stesso tribunale di Crotone per disastro ambientale e avvelenamento delle acque e discarica abusiva. Insomma a Crotone tutto ciò che doveva rappresentare un ammortizzatore, diventava danno di natura sociale, e la beffa di non aver mai ottenuto una bonifica, ma maggiori inquinamento.
Questi sono alcuni dei tristi argomenti della presenza dell’Eni a Crotone, il tutto compiuto con il beneplacito dei vari rappresentanti politici, i quali hanno segnato per decenni, progetti che si sono rivelati catastrofici in termini di salute e ambiente. A nulla sono serviti le manifestazioni e l’impegno di coloro i quali si erano costituiti in movimenti, comitati di quartieri, associazioni di artisti, artigiani, operai, poiché le aspettative della comunità crotonese sono state sempre tradite, ma puntualmente in tutte le tornate elettorali gli stessi politici continuarono a chiedere fiducia con falsi programmi elettorali aventi come punti cardini solo e sempre la bonifica, manifesti e annunci per la raccolta differenziata e fonti alternative ai combustibili fossili, risparmio energetico, ma nella realtà rimase solo la propaganda.
Oggi non c’è più tempo da perdere, la bonifica bisogna completarla, coloro i quali andranno ad amministrare, dovranno alzare la voce, affinché inizi una vera bonifica, con l’obbligo di smaltimento dei rifiuti, e non con metodi di intombare o sversare in una nuova discarica, quest’ultima, qualcuno ha voluto individuare il sito di Giammiglione”, sacrificando ulteriormente la migliore pianura crotonese, ben 40 ettari di fertilissimo terreno.
Inquinamento su inquinamento sarà il destino di Crotone?

sabato 6 giugno 2020

AEROPORTO DI CROTONE: Stanchi dei soliti incontrano i rappresentanti del Comitato Aeroporto.

Il Movimento politico-culturale “Stanchi dei Soliti“, in una diretta su facebook ha incontrato i rappresentati del Comitato Aeroporto di Crotone, Giuseppe Martino e Franco Turano, la cui discussione è stata molto interessante, un botta  e risposta alle domande, alcune specifiche su come in questi ultimi tempi la struttura crotonese sia andata. Io seguo la vicenda da qualche anno, visto che sono membro del Comitato, al quale riconosco ai rappresentanti attivismo e impegno. Nel dibattito è emerso il disimpegno della politica locale e regionale, la quale fino ad oggi non ha mai posto l’argomento al centro dell’attenzione. La S.A.C.A.L., la Società Aeroportuale Calabrese mira solo alla salvaguardia e lo sviluppo dell’aeroporto di Lamezia, mentre per quello pitagorico non dimostra particolari interessi, il Comitato, infatti, ogni anno dovrà prendere serie posizioni per garantire i servizi essenziali: appalti per le pulizie, per gli affitti dei locali interni e per gli spazi pubblicitari.

A oggi con l’estate alle porte per l’aeroporto di Crotone non pare che vi sia possibilità di riapertura, rimangono tante le incognite aperte,  così come e quando si tornerà a volare. La vicenda si collega sempre  alla società di gestione, la quale, da questi ultimi anni ha dei limiti soprattutto dal punto di vista finanziario, i cui bilanci sono in notevole perdita, con tutta la buona volontà, un’impresa in deficit non potrà accollarsi gli oneri per il rilancio dell’aeroporto pitagorico. Inoltre mancano anche le sovvenzioni da parte dei comuni costieri del crotonese, che mediante le royalties contribuiscono alla tenuta in piedi della struttura. In tutta questa triste situazione ovviamente manca la politica, che non prende a cuore il problema.

A mio parere, l’aeroporto di Crotone non dovrà essere gestito da una società fallimentare come la SACAL, ritengo che bisogna insieme battersi, affinché la Società aeroportuale di Crotone dovrà avere una nuova gestione autonoma e non più concorrenziale, che mira allo sviluppo e al rilancio del territorio crotonese.