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lunedì 8 giugno 2020

CROTONE, LA CITTA' TRADITA DA UNA SCIAGURATA POLITICA TRENTENNALE.

La questione ambientale a Crotone sembra diventare oggetto di discussione solo durante la campagna elettorale e al termine della quale finisce tutto nel dimenticatoio. I politici propongono bonifiche destinate non a risolvere la problematica, bensì, a far fronte ad un finto smaltimento dei rifiuti, che inizia in un lasso di tempo e non giunge mai a termine. Tanto è vero che dopo oltre un trentennio, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per capire il dramma della città pitagorica bisogna ritornane alle "marachelle " compiute dai nostri politici.
Dopo la dismissione delle fabbriche sono tante le promesse disattese, operai, padri di famiglie rimasero senza lavoro, attendevano una sistemazione nelle nuove fabbriche, le quali sarebbero dovute sorgere in sostituzione delle precedenti, incoraggiate anche da incentivi e contributi statali. Imprenditori venuti dal nord costruirono per poi in breve periodo chiudere, proprio quando le aziende si spingevano verso un brillante futuro, alcune delle quali sarebbero divenute fiore all’occhiello come molte eccellenze del territorio cittadino.
Ci ricordiamo della società ubicata del Gruppo Eni, che in accordo col ministero dell’Ambiente a fronte dei danni ambientali causati in precedenza, propose una sanatoria mediante un decreto definito “ salva Eni “, attraverso cui nasceva la “Stoppani Crotone Srl” partecipata dalla Luigi Stoppani al 60 per cento e dalla Enisud al 40 per cento. Scopo della nuova società fu la realizzazione dell'impianto per la produzione di bicromato e suoi derivati a seguito delle intese prese per la reindustrializzazione dei siti con la task force del Governo, il quale intendeva favorire l’occupazione. Il progetto prevedeva complessivamente circa 90 miliardi di vecchie lire d’investimenti per la creazione di 120 posti di lavoro.
Realizzata l’opera, presto chiusero subito i battenti, poiché l’azienda continuava ad inquinare, la Soppani fu oggetto di diverse contestazioni in tutta Italia, d’altronde a Crotone si inquinava sui siti che si sarebbero dovuto bonificare.
Negli anni 90 s’insediò la “ Selenia “, la fabbrica di racchette da tennis in fibra di carbonio, forse fu l’unica in Italia, mediante la quale si assorbivano ben 137 lavoratori dismessi dal reparto fertilizzanti dello stabilimento Enichem. Lo stabilimento chiuse dopo alcuni anni.
La Gres 2000 spa di Spaggiari, un’altra importante fabbrica di ceramiche dopo alcuni anni di attività fu chiusa accusata dallo stesso tribunale di Crotone per disastro ambientale e avvelenamento delle acque e discarica abusiva. Insomma a Crotone tutto ciò che doveva rappresentare un ammortizzatore, diventava danno di natura sociale, e la beffa di non aver mai ottenuto una bonifica, ma maggiori inquinamento.
Questi sono alcuni dei tristi argomenti della presenza dell’Eni a Crotone, il tutto compiuto con il beneplacito dei vari rappresentanti politici, i quali hanno segnato per decenni, progetti che si sono rivelati catastrofici in termini di salute e ambiente. A nulla sono serviti le manifestazioni e l’impegno di coloro i quali si erano costituiti in movimenti, comitati di quartieri, associazioni di artisti, artigiani, operai, poiché le aspettative della comunità crotonese sono state sempre tradite, ma puntualmente in tutte le tornate elettorali gli stessi politici continuarono a chiedere fiducia con falsi programmi elettorali aventi come punti cardini solo e sempre la bonifica, manifesti e annunci per la raccolta differenziata e fonti alternative ai combustibili fossili, risparmio energetico, ma nella realtà rimase solo la propaganda.
Oggi non c’è più tempo da perdere, la bonifica bisogna completarla, coloro i quali andranno ad amministrare, dovranno alzare la voce, affinché inizi una vera bonifica, con l’obbligo di smaltimento dei rifiuti, e non con metodi di intombare o sversare in una nuova discarica, quest’ultima, qualcuno ha voluto individuare il sito di Giammiglione”, sacrificando ulteriormente la migliore pianura crotonese, ben 40 ettari di fertilissimo terreno.
Inquinamento su inquinamento sarà il destino di Crotone?

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