Post in evidenza

"SA JOCÀNU ARU CURRÌUNU". REGIONE, PROVINCIA E COMUNE

"Sa jocànu a ru curriu": nel teatrino della politica, mi piace richiamare i nostri antichi detti calabresi, e questo sembra tipico...

martedì 28 luglio 2020

L’ITALIA FUORI DALL’EUROPA SARA’ ANCHE UNA CENERENTOLA, MA NON AVRA’ LE ZAVORRE DELLE SORELLASTRE.

"CCHIU SCURA I DA MEZZANOTTI NU PO’ VINIRI", con questo nostro vecchio detto calabrese desidero esprimere una mia modesta riflessione sull’ipotesi di un’uscita dell’Italia dalla Comunità Europea: premesso che io sono europeista, ovviamente quando si parla di Europa intendo quella auspicata dai nostri padri fondatori, come una grande comunità su cui condividere una storia millenaria tra culture, tradizioni e diversità di ciascun popolo.
Un’ Europa fondata dalle molteplici civiltà, dai valori della persona, dalla famiglia e dalla dignità umana, in grado di battersi a favore dei diritti dell’uomo, dell’ambiente e del territorio, un’Europa contro ogni forma di povertà e discriminazione. In questi anni il vecchio continente ha mirato prevalentemente alle politiche economiche rivolte a favorire le storiche potenze europee, le quali, a discapito dell’Italia, sono sostenute dall’appoggio incondizionato dei paesi cosiddetti frugali, ad alcuni dei quali in cambio gli viene permesso di essere "paradisi fiscali", cioè si consente di inghiottire il gettito delle altre nazioni, compresa l’Italia, dove tanti nostri evasori trovano accoglienza in questi immorali paesi europei, basta pensare che il grosso gettito fiscale delle società Fiat è acquisito dall’Olanda.
L’Italia da sola ha avuto la capacità di affermarsi quarta potenza mondiale, certo i tempi oggi sono cambiati, l’uscita dall’ Europa e un ritorno alla lira comporterebbe tanti sacrifici, ma non di più di come si sta prospettando ora restando in questa Comunità. Perché è vero che un tempo i tassi dei mutui viaggiavano ad una percentuale più alta rispetto ai partner europei, ma le case costavano in proporzione anche dieci volte di meno, e le banche non chiedevano a garanzia il patrimonio famigliare. Inoltre il costo dei prodotti è raddoppiato e i salari vanno sempre ad essere dimezzati, senza contare che di fronte a una battaglia dei dazi sui beni, abbiamo sì una moneta solida ma che non ci aiuta a uscire dal famigerato debito pubblico, il quale aumenta sempre in maniera smisurata e il PIL è in netta discesa. Se usciamo dall’ Europa forse continueremo per un periodo ad essere cenerentola, ma senza alcune sorellastre, che da anni ci umiliano e ci accusano di evasori e mafiosi, ribadisco, come si dice dalle nostre parti, l’uscita dell’Italia non può essere " chhiu scura i da mezza notti".

domenica 26 luglio 2020

GRANDI UOMINI SOLI ! ISTITUZIONI SILENTI E DISTANTE IL MONDO POLITICO.

Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, è impegnato da anni a contrastare con efficaci interventi la ‘ndrangheta”, una delle più temibili mafie esistenti nel pianeta. In questi ultimi periodi ha ricevuto minacce, pervenute ai carabinieri di Lagonegro che lo vedrebbero in pericolo di vita. In una nota si afferma, infatti, che la pericolosa cosca dei Mancuso avrebbe incaricato uno dei suoi uomini di eseguire la condanna a morte del magistrato calabrese.

Qualche mese fa Gratteri, ospite di Lucia Annunziata a In mezz'ora, ha affermato che: «In magistratura c'è un problema di corruzione grave, terribile e, inimmaginabile» Gratteri da tempo ha denunciato.

Come i capi delle ‘ndrine si comportano come gli imprenditori e le mafie, oltre a trasmettere timore, hanno bisogno di creare consenso sociale curando la propria immagine, aiutando e creando nuova occupazione, aiutando chi vive nella bisogno e nella povertà. Gratteri sostiene addirittura che questi oramai acquistano anche l’informazione: «Comprano pezzi di televisioni e di giornale per manipolare il pensiero della gente».

Nonostante le gravi pesanti dichiarazioni del Procuratore Gratteri nessuna risposta dalle istituzioni né tanto meno dal mondo politico, i cui rappresentanti pare abbiano mollato i problemi annosi dell’Italia. Invano sembra anche l’allarme lanciato, durante la chiusura causata dal COVID: « la ‘ndrangheta metterà le mani sui sussidi messi a disposizione da governo e regioni al fine di ottenere consensi elettorali».

A oggi i rappresentanti delle istituzioni e politici di tutti gli schieramenti non hanno avviato nessuna iniziativa rivolta all’incolumità e alla tutela il Procuratore Gratteri.


mercoledì 22 luglio 2020

ALBERTO, L'ESORDIO DI UN GIOVANE DI SCANDALE PROMESSO DEL RAP


Lil Benzos è Alberto Lettieri il ragazzo Rapper  di Scandale, esce con un nuovo brano, mediante il quale promette di essere un vero talento, esordisce come youtuber pubblicando pezzi amatoriali in cui tutti i giorni si cimenta con il RAP. Ecco cosa mi ha scritto Alberto: " La musica mi appassiona da sempre, scrivere e cantare mi piace molto e spero di fare di questo un lavoro in futuro. "Online" il mio nuovo singolo, uscito ieri a mezzanotte, è una canzone nata per la fine di una relazione, molto importante per me. Spero piaccia e possa essere condivisa il più possibile."

Le mie più vive congratulazione a questo giovane, affinchè possa ottenere brillanti successi.

 


venerdì 17 luglio 2020

AFFARE BENETTON, IL GOVERNO CON I RISPARMI DEGLI ITALIANI FAVORISCE LA LOBBY AMICA DEL PD, DI RENZI E DELLE SARDINE.


Abbiamo vinto” mi viene in mente una canzone di Arbore in una simpaticissima trasmissione che si chiamava per l’appunto “ Indietro tutta”. Solo la notizia fa volare i titoli di Atlantia in Borsa, mediante l’accordo raggiunto tra lo stato e la famiglia Benetton per il riassetto di Autostrade che prevede la progressiva uscita della holding veneta dal capitale. L’accordo è sembrato tutto pilotato, non a caso il rialzo dei titoli è avvenuto in maniera costante facendo guadagnare il 26,6%, annullando interamente le perdite degli ultimi giorni.
In questa operazione non c’è ombra di dubbio che il vero affare è per la famiglia Benetton, la quale ha immediatamente ripreso il volo (mi avrebbe fatto piacere se non fosse a spese degli italiani), l’azienda in una sola giornata si è liberata dalla spinosa questione del ponte Morandi che provocò 43 vittime, inoltre allo stato sarà restituita una società fortemente indebitata con scarse prospettive reddituali visto che dovrà tagliare i pedaggi, aumentare gli investimenti e gli indennizzi al territorio che i Benetton hanno accumulati. Allo stato spetta anche il gravoso debito di Autostrade la cui garanzia miliardaria passerà da Atlantia ai nuovi proprietari, che bello affare …!
In considerazione del fatto che i Benetton non hanno speso un euro per la manutenzione, alla nuova  società con partecipazione statale spetta subito spendere 8 miliardi che il governo aveva chiesto per investimenti e manutenzione sulla rete, mettere in sicurezza ponti, viadotti, cavalcavia, galleria, barriere di sicurezza, a tutte queste spese bisogna aggiungere il taglio dei pedaggi. Praticamente tutto ciò che dovevano fare i Benetton oggi dovrà farlo lo stato. Sembra normale tutto questo ?
 L’azienda Veneta in questi anni dalle autostrade ha raccolto solo benefici, gli oneri oggi sono totalmente gravati allo stato, poiché quest’ultimo ha reso disponibile i soldi della Cassa depositi e Prestiti, cioè risparmi degli italiani depositati nelle poste. In una sola nottata a palazzo Chigi è stato concluso un affare miliardario per una Holding amica del PD, di Renzi e delle sardine, mentre i Cinquestelle l’unico squallido obbiettivo raggiunto è che Autostrade non farà più parte del gruppo Benetton. Più “ indietro tutta” di così non poteva andare.

giovedì 9 luglio 2020

Depuratori di Scandale, Giustizia fatta.

"Giustizia è fatta". È uscita la sentenza che nella mattinata odierna è stata emessa dal Tribunale di Crotone a firma del Giudice, Dott.ssa Elvezia Antonella Cordasco, che scagiona la mia persona da ogni responsabilità in merito alla questione depuratori di Scandale per non avere commesso il fatto. Non avevo dubbi, avendo agito secondo coscienza, per il bene esclusivo della mia comunità. Desidero fare un po’ di memoria: Il 18 marzo 2016 ed il 10 novembre 2016 inviai delle missive al Ministero dell'Ambiente, all’Autorità per l’Energia, alla Regione Calabria, alla Curatela fallimentare ed alla Procura della Repubblica, denunciando lo stato in cui versavano gli impianti che la vecchia Società (oramai fallita) aveva "gestito". Chiedevo un intervento immediato, poiché una vasta area del territorio era a rischio ambientale e sanitario. L’intera rete ed i relativi impianti necessitavano di urgenti manutenzioni ed interventi di adeguamento, al fine di consentire il raggiungimento dei livelli minimi di servizio, il rispetto della normativa di settore e la tutela ambientale. Ovviamente il tutto non era compatibile con le disponibilità finanziarie del Comune che, tuttavia, non poteva assolutamente essere perseguito; semmai la competenza apparteneva ad altri enti, che avevano disatteso la legge istitutiva della Autorità Idrica della Calabria, di cui alla delibera della Giunta Regionale 12 giugno 2015 n.183. In seguito, nonostante tutto, promossi la progettazione di un solo impianto nuovo nel capoluogo e di un altro nella frazione Corazzo, in modo da dimezzare le spese manutentive per una comunità di poco più di 3000 anime, mentre nei pressi di località Bellavista, Via Matteuzzo, Via Rino Gaetano ed altre zone scoperte si sarebbe dovuta studiare successivamente una nuova linea fognaria. Dopo alcuni mesi la Capitaneria di Porto, fra l’altro avvisata della situazione, si recò a Scandale e mi denuciò nelle vesti di sindaco pro tempore, contestandomi la violazione del decreto legge 152/06, art. 133 comma 2: "all’atto dell’accertamento effettuato, risultava uno scarico di acque reflue dagli impianti di depurazione priva dell’autorizzazione". Un’assurdità inaudita: mi trovai da denunciante a denunciato Sequestrando gli inutilizzabili depuratori mi venne notificata una sanzione di oltre 500.000,00 EURO. Colgo l'occasione per ringraziare l'avvocato penalista Nuccio Barbuto che mi ha assistito durante questa triste vicenda. Il mio impegno, e se posso dire il mio sacrificio, è servito per un bene strettamente collettivo.