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lunedì 31 gennaio 2022

"LE MIE PRIGIONI”. LA POSITIVITÀ CONTAGIA ED ENTRA NELL'ANIMA.

La foto che ho pubblicato vuole essere semplicemente pura testimonianza, segno speranzoso e di luce per tanti miei amici, cattolici e non, di altre confessioni religiose. L’immagine rispecchia le mie giornate di totale chiusura, tra letture religiose e laiche, preghiere, recite continue del Santo Rosario, che non ho mai abbandonato, oggi ancor di più: la preghiera mariana nei tempi della donna vestita di sole appare così efficace e unico sostegno di vita. Ve lo giuro! La preghiera con il cuore è contagiosa, diffonde serenità, gioia e amore, allontana le paure e tramuta ogni male in bene. Questi momenti non vanno sciupati, anzi! Bisogna avere forza e coraggio di trasformare la sofferenza in gioia, conoscenza di Dio come Padre e Salvatore del mondo. Fin troppo ce ne siamo dimenticati…!

Dal giorno in cui sono risultato positivo al Covid, mi sono trovato chiuso nelle mie quattro mura di casa, in una stanza per evitare financo i rapporti con i miei più stretti famigliari. Il pensiero è rivolto a chi ci sta trascinando verso questo mondo e a chi si lascia travolgere. Trovo il tempo di fare tante cose, leggo dei libri che non sfogliavo da anni, ascolto le cose del mondo, argomenti scientifici utili, ma spesso discordanti tra loro. Mi convinco di essere un abitante della "Babilonia la grande", quella prospettata nell’Apocalisse di nostro Signore. Di fronte a tale situazione ascolto tutti, ma non mi sottraggo mai ad ascoltare me stesso, la mia “ratio”, imparare a conoscere e approfondire la verità, soprattutto quando trovi palese discordanze scientifiche, morali e religiose. Grazie a Dio, sto bene, la mia positività si manifesta con un semplice raffreddore, inizialmente un leggero dolore di testa, nient’altro. 

La mia piccola battaglia politica, tuttavia, continua, quella condotta in questi ultimi mesi contro decisioni assurde di un Governo non viene meno mai, il quale è reo di aver adottato misure come il green pass, che non ha nulla a che vedere contro la diffusione del Covid, a mio parere si tratta semplicemente di limitazioni alle libertà dei cittadini.

Pur avendo riconosciuto da sempre l'’esistenza del virus, a differenza di tanti altri, non ho mai dimenticato, quando i media annunciavano (oggi non lo fanno più), che il virus è una creatura scappata da un laboratorio, costruita e voluta dall’uomo. Prima di incolpare Dio e darci noi stessi le colpe, tra vaccinati e non, non dovremmo usare la nostra ratio e la nostra fede per scoprire la verità, la vita e soprattutto la Via da seguire in un mondo palesemente perverso e malvagio?

domenica 23 gennaio 2022

Mi lascia di stucco la notizia della morte del caro Peppe Giovinazzi. Dipendente della municipalizzata "AKREA" di Crotone, Peppe era un appassionato di politica schietta e genuina. Ha militato sempre nel Movimento Sociale Italiano con il vecchio sindaco di Crotone, Pasquale Senatore, fino allo scioglimento del partito.

Presente in tutte le competizioni elettorali, in particolare in quelle amministrative del paese.

Amava l'archeologia, sempre alla ricerca  dell'antica Leonia, attraverso la quale fondò un gruppo archeologico denominato "Gales".

Di Peppe resta il ricordo di un vero amico, di uomo buono e impegnato per la sua Scandale.

Peccato non aver potuto dargli per l'ultima volta un abbraccio.

Le mie più sentite condoglianze alla famiglia.

QUANDO FINIRÀ BABILONIA LA GRANDE?


Avete mai sentito di Babilonia la Grande? È un appellativo che si trova nel libro dell'Apocalisse, attributo alla città di Babilonia, come luogo della confusione, caos, e tutto fuori controllo, dove è impossibile prendere decisioni e senza possibilità di confronto. Ma il significato vero sta scritto nella Sacra Scrittura: ogni opera è simbolo del potere umano. l'uomo che vuole sostituirsi a Dio e che si considera pari o superiore a Lui.

Se questi non sono i tempi della Confusione e quindi della Babilonia la grande, cosa sono?

Non capisco perché dobbiamo dividerci tra vaccinati e non vaccinati, tra partiti falsi e traditori? Restiamo uniti e compatti,  cercheremo la verità, lo faremo per noi e per i nostri figli. Lo so che il mio appello rimarrà inascoltato... Direbbe Rino Gerano: "ma chi me sente".

sabato 22 gennaio 2022

IL CAPO DELLA PFIZER RICEVUTO PRIVATAMENTE DA PAPA BERGOGLIO


In questi tempi c'è da aspettarsi di tutto, ma un credente, un figlio e praticante della religione Cattolica ha il diritto di conoscere e approfondire ciò che avviene nella propria Chiesa. Certo, il Vaticano è anche uno stato, ma in un'epoca dove il vaccino viene fatto passare come il salvatore dell'umanità, beh, una domanda te la poni. 

Il capo di Pfizer, Burla, è stato ricevuto due volte, privatamente e in segreto dal Pontefice. Perché? Nutro tanti dubbi, ancor di più se si considera che Bergoglio ha pubblicizzato fortemente la campagna vaccinale con le sue parole: " il Vaccino è un atto d'amore". Lo stato Vaticano si sta dimostrando il più vaccinista al mondo, dove sono state registrate le prime sospensioni dal lavoro per coloro i quali non si sono sottoposti al siero "miracoloso".

Nella mia Chiesa mi hanno insegnato a mettere al primo posto nostro Signore Gesù Cristo, poi la scienza, finché questa sia credibile, ma le discordanze in quest'ultimi mesi fra gli stessi scienziati non trovano precedenti riscontri.

Sono curioso cosa si sia discusso tra il capo della chiesa cattolica e quello della multinazionale Pfizer.

Muterà la posizione relativa al vaccino, oggi che tutto sembra poco funzionante? Anzi, pare che il siero si stia rivelando come sostenuto da prestigiosi scienziati che non funziona contro virus mutanti, anzi, al contrario, peggiore la situazione.

Ricordo un passo della scrittura che dice: “Maledetto l'uomo che confiderà nell'uomo” e “Benedetto l'uomo che confiderà in Dio”. Ma la mia Chiesa prima di tutto non deve confidare in Cristo? Perdonate la mia schiettezza.


E ORA UDIRAI I CANTI DEGLI ANGELI


Nella sua semplicità se ne è andato un piccolo pezzo della storia scandalese, zio Peppe (zio di mia moglie). Non parlava e non udiva, ma sempre solare, simpatico e scherzoso.
Dopo la mesta cerimonia tenutasi nella chiesa Madre di Scandale, officiata da don David Fiore, è seguito il ricordo di mio figlio Ippolito che, impossibilitato ad essere presente, ha lasciato un pensiero che ho poi pronunciato io.
Caro zio Peppe,
è la prima volta che posso dirti apertamente qualcosa senza infingimenti, senza gesti o occhiate; sono sicuro che anche da parte tua, per la prima volta, potrai serenamente ascoltare ciò che sto per dirti.
Sei scomparso come una timida pioggia nella calura estiva; nel silenzio, e quasi chiedendoci il permesso, hai preferito metterci un punto, perché una virgola ti costava troppo. E così, forse anche stanco di portare un peso della cui esistenza sembravi a noi ignaro, ti sei defilato, dolcemente spegnendoti. Mi hai lasciato sgomento; non già perché avessi i tuoi anni – ché non si è mai troppo giovani per lasciare un vuoto nel cuore di coloro che ci vogliono bene -, quanto perché la tua presenza era una delle poche certezze della mia vita. La tua sorpresa nel vedermi quando giungevo da una Milano per te lontanissima aveva l’apparenza di un affetto paterno: “quando ritorni?”, “hai finito a scuola?”, le tue curiosità sul mio futuro e sul mio presente. Semplici, senza alcuna grande pretesa, ma bastevoli al di là di molte parole.  
Dicevi di essere forte, anche se le tue forze ti avrebbero presto abbandonato; nella sofferenza e con dignità hai sopportato senza recare disturbo e senza neppure pretenderlo. Semplice come un bambino, generoso come un padre, simpatico e scherzoso come un amico.
Ti ringrazio per tutti i pomeriggi trascorsi a casa mia quando alla solita ora ti facevi vivo per il tè o il caffè. Sentivamo la tua voce in strada e ti venivamo incontro poiché la tua presenza fissa era un momento in fondo imperdibile: poche parole, molte battute articolate in gesti, una partita a carte, un po’ di televisione: un mondo piccolo e genuino, a tua misura, poiché eri una persona gioviale e semplice; a volte difficile, come si conviene ad una semplicità rustica e schietta, che crea imbarazzi e non genera rancori, ma sempre spontanea e mai eccessiva. 
Ti ringrazio per i tuoi atti di generosità, per la tua innocenza da eterno ragazzo, per la tua bontà elargita a me e a tutti i tuoi nipoti. 
Solo mi cruccio di non aver trascorso questi ultimi momenti vicino a te, che eri forte, come amavi ripetere, e che stavi bene, come sostenevi quando la scorsa estate giustamente non capivi perché ti portassimo in giro, sotto il sole di mezzogiorno, per i corridoi dell’ospedale. E forse è stato meglio così; per te stesso e per noi che ci siamo spenti con te nel vederti consumare come una fioca luce. 
Caro Zio Peppe, rimarrai il più bel ricordo della mia vita. Non te l’ho mai detto perché non mi sentivi, ma penso sia importante fartelo sapere ora che hai combattuto la tua battaglia e hai terminato, con grande fatica, la tua corsa. Il Signore saprà scrutare la fede genuina che portavi in cuor tuo; io pregherò per te perché la sua misericordia ti conceda di lodare per sempre il suo nome, là dove la tua voce potrà finalmente essere compresa senza sforzi e le tue orecchie potranno udire l’eterna lode all’Altissimo. 

Grazie per tutto ciò che sei stato e hai rappresentato. 

Con grande dolore e commozione, 
tuo Ippolito