Mi corre l’obbligo
di intervenire come dipendente della Bcc del Crotonese e nelle vesti di
rappresentante di questo territorio sulle ultime vicende giudiziarie dell’
istituto di credito, nonché sull'inevitabile clamore mediatico che ne è
conseguito, si sta configurando un immane danno all'immagine alla nostra
azienda formata da circa 2.500 soci di questa provincia, alla sua nuova
rappresentanza e soprattutto ai dipendenti, i quali spesso si vedono vessati e
umiliati, trovandosi nelle condizioni di essere associati ad organizzazioni
criminali e ai reati da queste commessi.
L’effetto mediatico
ha intaccato non solo l’immagine dei giovani dipendenti e dei giovani stagisti,
oltre 60 persone, a cui l’istituto concede una formazione qualificata, ma anche
ai padri di famiglia che hanno visto nascere e crescere la banca nei luoghi
difficili della nostra terra, dove l’economia in genere è preda delle associazioni
mafiose, un tempo, a tutti è noto, che il piccolo finanziamento era erogato
prevalentemente dagli usurai.
Il personale in
trincea spesso diventa il capro espiatorio; in gioco il buon nome e la
reputazione di tutta la gente onesta che contribuisce, mediante il lavoro in
questa importante struttura di credito, all’economia del nostro territorio.
“Strumento per i boss della ‘ndrangheta: la Bcc del crotonese in
amministrazione giudiziaria”: è questo un titolo di cui c’è poco da andare
fieri, penoso e straziante per un cittadino di Crotone e della Calabria intera.
Si dimentica, per l’appunto, dell’importanza di questo istituto che opera
ormai, come banca locale, da mezzo secolo; la banca della gente, che era ed è
tuttora fattore di sviluppo e di equilibrio sociale. Nata su solide basi
etiche, la nostra Bcc - come tutta la rete delle banche di credito cooperativo
– ha sempre promosso, quando i nostri padri e i nostri nonni ne vollero la
fondazione, un modello economico diverso, coniugante efficienza economica ed
equità sociale, sulla linea della mutualità e della reciprocità.
Luogo di promozione
culturale e sociale, i nostri locali sono sempre aperti alle confederazioni di
categorie, alle associazioni civili e religiose per garantire a questi sostegno
e promuovere lo scambio critico delle reciproche idee ed esperienze, al fine di
favorire occasioni di dibattito e riflessione sulla necessità e l’importanza di
un’etica per il bene comune, che si traduca in “valori” per una società
democratica, civile e solidale.
La Bcc del Crotonese
non ha mai cambiato la propria natura mutualistica nell’assicurare il sostegno
necessario, anche nei momenti di particolari difficoltà, ai territori, alle
famiglie, alle piccole e medie imprese, agli artigiani, ai commercianti e agli
agricoltori: era ed è la banca – anzi, la Banca - al servizio dei territori e
delle comunità locali, fatte di clienti e di soci, che vivono in questo lembo
di terra abbandonato e isolato dal mondo.
Interpreto lo stato
d’animo di tutti i colleghi dipendenti, i quali si dissociano dal contesto di
pregiudizio che oramai circonda l’azienda, nonostante l’incontestabile e
proficuo lavoro profuso per ridare dignità e stabilità alla banca, soprattutto
in materia di antiriciclaggio: nonostante si operi in uno dei territori più
difficili d’Italia, l’istituto ha promosso o organizzato una lunga serie di
giornate di lavoro e corsi di formazione, a base periodica, sulla normativa
antiriciclaggio, mediante programmi finalizzati alla corretta applicazione
della stessa legge e al riconoscimento di operazioni connesse al reimpiego di
capitali provenienti da attività malavitose e criminali o terroristiche. I
corsi, a volte tenutisi anche di sabato o di domenica – anche in modalità
telematica – hanno garantito una formazione di qualità all’intero personale:
ogni corso comprende infatti un servizio di tutoraggio e di assistenza
giuridica sulla normativa antiriciclaggio per supportare l’azione individuale
degli operatori nello svolgimento quotidiano degli adempimenti.
I dipendenti sono
stanchi di operare in una continua situazione di stress lavorativo, che lede
prima di tutto l’onore e il decoro personale; una situazione che sembra non
avere più fine e che costantemente li sottopone al pubblico ludibrio. Per tali
ragioni, non esiteranno a porre in essere le più opportune azioni a tutela
della loro dignità personale e professionale, promettendo in ogni circostanza
ed in qualunque momento di operare affinché questa terra venga riscattata dal
malaffare e dai tanti e infiniti pregiudizi che ivi albergano.
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