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domenica 1 dicembre 2024

"NA SIGARETTA E NU BICCHIJRI I VINU"

Trovo questa foto e mi mi viene sibito in mente il tempo di una volta, circa 50 anni fa, quando ero bambino. In paese, le strade sembravano un mercato aperto; già al mattino con qualsiasi mezzo, soprattutto i motocarri (le Api), si sentivano le voci dei fruttivendoli locali, che vendevano frutta e verdura fresche di stagione. Non potevi non svegliarti: le grida dei venditori erano esuberanti, e c'erano anche quelli che utilizzavano i microfoni. 

Nelle ore in cui tutti erano svegli, intorno alle 8, le strade erano affollate da tanti ragazzi e bambini che uscivano a gruppi (allora eravamo in tanti) per andare a scuola, una moltitudine di persone prese da ogni impegno. 

Incominciavano ad arrivare i commercianti "mercanti" di tessuti, di lino in particolare, rigorosamente fatti a mano; quasi sempre si trattava di corredi. Tra di loro, molte erano donne che portavano le merci financo sopra il capo; mostrano i preziosi manufatti alle mamme per "maritare" le proprie zitelle. Ma non mancavano gli artigiani: a Scandale venivano tanti da Petilia Policastro e Mesoraca. Da quei paesi erano maestri dell'artigianato: "scarpari e ombrellari, furgiurari, quadarari e gumbularu", e di tanto in tanto anche l'orologiaru, precisamente " l'urifici". Insomma, un mondo diverso, dove tutto si svolgeva per le via in totale in armonia: si acquistava e si vendeva, si riparavano gli oggetti.

In tanti chiedevono l" elemosina " a limuasina", gente senza sussidio, avevano dei disagi fisici dovuti a diverse cause: infermità e malformazioni per carenze di cure, mutilazioni da guerre, e non mancavano i ciechi, che venivano chiamati "cicàti", termine usato per indicare tutti quei poveri e sfortunati del paese. Erano ai margini della società e, nello stesso tempo, mostravano la costanza di essere semplici e genuini.

Soffrivano molto e spesso venivano maltrattati, ma avevano una chiara identità. In quel contesto, a volte, alcuni di loro ricevevano anche amore. Nonostante le difficoltà, si mostravano servizievoli, pronti ad aiutare per pochi spiccioli. La loro felicità si trovava nei momenti in cui venivano accolti, bastava offrirgli "na sigaretta e nu bicchijri i vinu" per farli sentire a casa, utili e graditi.

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