Questa triste vicenda del
Coronavirus nel periodo quaresimale caratterizza particolarmente la nostra
Italia e rispecchia il deserto della nostra anima, assetata di giustizia e
dalla Parola di Dio, in un mondo in cui regna la confusione e indebolisce il
nostro credo, facendoci scivolare spesso nell’ignavia, nel profondo deserto,
dove trova spazio la tentazione, le divisioni, le
ferite, le paure, le prova della nostra integrità.
Nel deserto ascolti il sussurro
della voce del male: Dov’è Dio? Perché Dio vuole tutto questo? Nel deserto per
incontrare i demoni, come Gesù stesso ci andò, li incontrò e li sfidò.
Piazza San Pietro a Roma nella serata del Venerdì Santo nel tempo del
coronavirus è la prova del nostro deserto, la prova tangibile per capire chi
davvero siamo, nella nostra pochezza, nella fede vacillante in una vita ancorata
alla materia, ma nello stesso tempo non dovrà essere causa di disperazione, ma di gioia,
che ci permetterà di vedere i limiti, i difetti e le nostre inadeguatezze.
Deserto come fonte di
insegnamento, fa comprendere di restare identici a sé stessi, perché la vita
è movimento e non può arrestarsi, né tornare indietro. Nel deserto, bisogna
andare sempre avanti, con forza e determinazione. Soltanto allora la nostra
vita può cambiare e può trasformarsi in un’imperdibile opportunità, la
riscoperta della nostra vita e il coraggio di andare avanti: fermarsi e
rimettersi in cammino. “Beati coloro che sanno accettare sia le gioie che le
sofferenze e rendono gloria a Dio con spirito di gratitudine”.
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