Oggi avrei preferito evitare di rispondere alle provocazioni del sindaco, ma la dignità istituzionale impone di intervenire. In un contesto in cui la politica è spesso contaminata da cattivi esempi, non posso tacere di fronte a chi, a Crotone, ha più volte tradito la fiducia dei cittadini e verso coloro i quali hanno stretto alleanze politiche. Chi continua a perpetrare simili comportamenti deve essere combattuto, perché la nostra città merita ben altro.
Non è la prima volta che assisto a esempi lampanti di come si preferisca attaccare alcuni cittadini invece di rispondere con fatti concreti alle serie critiche avanzate. È il caso del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che nel rispondere alle mie riflessioni sul mancato consiglio comunale, che doveva tenersi sabato 28 giugno 2025 e che invece non si è svolto per il mancato raggiungimento del numero legale, ha affrontato l’argomento attaccando alcune persone colpevoli soltanto di preoccuparsi dell’annosa questione ambientale, definendole “pseudo ambientalisti, dimostrando ancora una volta tanta superficialità che non può essere più tollerata, soprattutto da chi ricopre un ruolo istituzionale.
“Ambientalista”, voglio ricordare al sindaco di Crotone, non significa necessariamente esperto di ambiente, ma semplice persona che ama la natura, l’ambiente, o, da buoni cristiani, preferisco dire colui che ama il creato. Come esperto ambientalista si è sempre e solo il sindaco etichettato di questo aggettivo, ma nella realtà il risultato è agli occhi di tutti. Accusando questa gente, che è sempre stata assente fino a oggi in tutte le sue battaglie non le fa onore, poiché in loro c’è solo evidente preoccupazione per la salute dei cittadini.
Intanto, mi piacerebbe sapere dal sindaco quali sono le sue battaglie. Semmai le nostre, quelle che in Consiglio comunale abbiamo portato avanti con vigore e siamo stati da pungolo con interrogazioni, mozioni e quant’altro! Anzi, per Voce, tutto proseguiva nella normalità. Voglio rammentare quando voleva assecondare a tutti i costi l’idea di Eni, che i rifiuti venissero smaltiti nella discarica di Columbra, nella vicinanza della città. Ricordo benissimo le sue parole: "Là c’è una buca e ne arrivano da tutta Italia", alludendo chiaramente che in quella discarica si smaltiva di tutto. A proposito! Al fine di tutelare la salute dei cittadini, nella sua qualità di responsabile della salute pubblica, ha mai presentato una denuncia alle autorità competenti?
E’ inutile vantarsi dei ricorsi presentati al TAR, i quali sono di prassi fatti da tutti gli amministratori, in genere per lavarsi le proprie coscienze, ma se lui si ritiene amministratore ambientalista, doveva mettersi di traverso. Tuttavia, i “ricorsini” sono stati avviati perché il consiglio comunale ha dato chiaramente indicazioni. Altrimenti, avrebbe agito come quando la regione cambiò il piano sui rifiuti, ancora una volta a danno di Crotone, che prevedevano la tutela del territorio. Non ha mosso un dito, e solo dopo oltre un anno, quando furono i consiglieri comunali come il sottoscritto e altri che sollevarono le polemiche, il sindaco si è attivato. Altrochè!
È inaccettabile il modo in cui si nasconde dietro risposte vaghe e prive di contenuto concreto. Dopo aver approvato una mozione per lo smaltimento all’estero, si è preso il merito di una decisione che sa essere un inganno: nel 2026 l’Unione Europea vieta il transito di rifiuti fuori da ogni confine, eppure si compiace di aver ottenuto solo 40.000 tonnellate di trasferimento, una frazione irrisoria rispetto al milione di rifiuti accumulati nell’area. È come tentare di smaltire una “cariolata di roba”: una situazione inaudita. Queste operazioni hanno scatenato un’ondata di ansia tra i cittadini, denunciata da più fronti, poiché si sono svolte senza le dovute precauzioni per lo smaltimento dei rifiuti. Noi consiglieri di minoranza, come altri, come definiti dal sindaco “pseuso ambientalista” abbiamo dato eco al Ministero dell’Ambiente e della Sanità, alla Prefettura e alla Procura della Repubblica. E il sindaco? Immobile, in silenzio, lasciando che la situazione andassi come il cane a quattro zampe voglia!
Ritorniamo sul fallimento del consiglio comunale che doveva tenersi il 28 giugno 2025. Il sindaco mi dice che io non ho dimestichezza con i numeri. Beh, vorrei ricordargli che ho 40 anni di onorato servizio bancario; non mi pare proprio così. A suo dire, l’attuale maggioranza è di 17/18 (se non 19) consiglieri. Beh, ci credo: può arrivare anche a 20, ma ciò non significa che abbia i numeri per contare sulla moralità politica. In questo ambito, il numero del consenso aumenta secondo l’uso, spesso irregolare, del potere.
La sua campagna elettorale è stata vinta dichiarando: “Mai apparentamenti con i partiti”, e di non allearsi mai con chi ha messo in ginocchio questa città. Se oggi si è fatti imbarcare tutti, è chiaro che ha la maggioranza, ma non è una maggioranza che condivide un programma; è semplicemente una maggioranza che si tiene legata solo a un’unione di interessi e convenienze politici. Ha svenduto i propri ideali per un piatto di lenticchie, e si vanta di avere numeri! Di questi numeri un serio rappresentante istituzionale non ha che farsene.
La maggioranza ha informalmente comunicato che il Consiglio si sarebbe tenuto in seconda convocazione, snobbando la prima, tant’è che io mi stavo recando a Crotone e sono stato raggiunto al telefono con la notizia che il Consiglio non si sarebbe tenuto. Tuttavia, il sindaco stesso, senza volerlo, nel suo comunicato, ha affermato che l’Assise non doveva tenersi, poiché c’erano solo tre persone. Cosa significa? Che i suoi 18/19 consiglieri non erano presenti! Quindi non è la sua maggioranza che ha fatto slittare in seconda convocazione?
Non capisco perché si tiri in ballo il presidente del Consiglio. Noi non ne abbiamo parlato, ma voglio ricordare quando ci implorò di votarlo al fine di dare una possibilità a questa amministrazione. E ora, con il senno di poi, possiamo solo pentirci amaramente: più per il sindaco, che si permette di rimproverarci, dimostrando di essere pessimo maestro, opportunista e poco degno del suo ruolo. Quando ti rinfaccia un’azione e dimentica che l’ha voluta proprio lui, implorandoci fino alla fine, ritenendola importante nel solo interesse della città e dell’amministrazione, beh oltre ai suoi difetti amministrativi, capiamo ancora una volta un’altra sua grave colpa: l’ingratitudine.