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PISCINA OLIMPIONICA CROTONE, IL COMUNE NAUFRAGA DEFINITIVAMENTE.

  Se Crotone può ancora sperare di formare nuovi campioni nel nuoto, di certo non sarà grazie all’amministrazione comunale. Anzi, sulla vice...

mercoledì 22 ottobre 2025

PISCINA OLIMPIONICA CROTONE, IL COMUNE NAUFRAGA DEFINITIVAMENTE.

 

Se Crotone può ancora sperare di formare nuovi campioni nel nuoto, di certo non sarà grazie all’amministrazione comunale. Anzi, sulla vicenda legata alla piscina olimpionica, il Comune ne esce sconfitto su tutti i fronti, dimostrando una totale assenza di capacità politica, gestionale e visione strategica.

Le parole amare su un comunicato stampa di ieri della Kroton Nuoto lo confermano: i problemi non solo non vengono risolti, ma vengono aggravati da un atteggiamento passivo da parte di chi dovrebbe rappresentare legalità, equità e buon senso. È emblematico che il Sindaco comunichi il fallimento del tentativo di mediazione, avviato il 7 ottobre, con un semplice messaggio WhatsApp. Un tentativo nato con l’obiettivo di permettere ai ragazzi della Kroton Nuoto di tornare ad allenarsi nell’impianto comunale, naufragato per le "valutazioni legali" di una delle parti coinvolte, senza che l’altra fosse nemmeno informata. Il Comune, proprietario della struttura, è rimasto a guardare per mesi il conflitto tra le due società gestrici, lasciando che degenerasse in una guerra senza fine. Nessun intervento autorevole, nessuna mediazione efficace, solo silenzi, rinvii e scaricabarile.

La Kroton Nuoto, una realtà importante dello sport crotonese, è stata mollata, lasciata sola, costretta a portare i propri atleti a Catanzaro pur di garantire continuità agli allenamenti. Ragazzi crotonesi esclusi di fatto da un impianto pubblico che avrebbero pieno diritto di utilizzare. Una ferita per la città, una vergogna istituzionale. Se un’amministrazione non è in grado di garantire la convivenza e il rispetto delle regole tra due realtà sportive che condividono una struttura comunale, come può affrontare questioni più complesse che richiedono visione, responsabilità e coraggio?

Oggi Crotone è ostaggio dell’immobilismo. Di un’amministrazione che, invece di costruire coesione, alimenta divisioni. Che, invece di tutelare i cittadini, soprattutto i più giovani, li spinge a cercare fuori ciò che dovrebbe essere garantito dentro la propria città.

Una città che vuole crescere non può permettersi di perdere i suoi talenti per colpa della burocrazia, dell’inefficenza, della totale indifferenza.

lunedì 20 ottobre 2025

OGGI È IL CENTENARIO DI PAPÀ. IL BREVE RICORDO DI UN UOMO DI ALTRI TEMPI




Oggi mio padre avrebbe compiuto 100 anni. Non sono solito fare commemorazioni sui social, ma oggi sento il bisogno di fermarmi e ricordare. Per lui. Per mio padre, Ippolito. Un uomo laborioso, instancabile, fedele alla sua famiglia. Un padre che ha generato ben 15 figli,  due bimbe volate via troppo presto, un aborto gemellare… alla fine siamo rimasti in undici. La sua esistenza fu segnata anche da un dolore profondo: la perdita improvvisa di un figlio di appena 25 anni, Fedele, uno dei primi impiegati della locale Cassa Rurale. Dopo la dipartita dei genitori ci vennero a mancare la prima e l'ultima delle figlie, Rosa e  Fiorella. Una famiglia numerosa, cresciuta con fatica ma anche con tanta dignità, anche grazie all’immenso sostegno di mia madre.

Loro non conoscevano vacanze, né riposo. La vita era un dono di Dio, e allo stesso tempo, la loro esistenza era un’offerta quotidiana, fatta di sacrificio e amore. Mia madre, donna profondamente cattolica, era una testimone viva della fede. Mio padre, invece, era un credente a modo suo: per lungo tempo legato agli ideali di un comunismo puro, anticlericale come molti contadini dell’epoca. Ma credeva. E proprio attraverso le sue labbra, un giorno, il Signore mi parlò. Perché Dio sa scegliere le vie più misteriose per richiamare a sé i propri figli. Non sempre servono parole: spesso basta l’esempio. 

E mio padre, con il sudore del suo lavoro, con la sua dedizione, con la forza silenziosa che lo accompagnava, è stato un testimone autentico. Un tempo, fare i genitori significava molto più che crescere ed educare i figli. Bisognava pensare anche al loro futuro, al matrimonio, alla sistemazione, soprattutto delle figlie. C’era da preparare il corredo, da arredare la casa… E in una famiglia come la nostra, con cinque maschi e ben sei femmine, il lavoro non finiva mai. Ma lui non si lamentava. Si alzava ogni giorno alle cinque del mattino. Il rombo del suo trattore, uno dei quali ancora oggi cammina,  rompeva il silenzio dell’alba.

Poi si metteva in marcia verso il suo amato podere: "Faragone- Latina". Lì cominciava la sua vera giornata: fatta di fatica, di sudore, di sacrificio quotidiano. Solo una breve pausa a mezzogiorno, giusto il tempo di consumare 'a spisa, il pranzo semplice preparato da mia madre. Di solito "pipi e patati", il cui profumo ci arrivava fin dentro il letto nelle prime ore del mattino. Poi, di nuovo al lavoro, fino alle cinque del pomeriggio, ma anche più tardi. Quasi al tramonto riprendeva la via del ritorno con il suo trattore, un viaggio di almeno tre quarti d’ora. Arrivava stanco, certo, ma col sorriso. E noi, puntuali, ad attenderlo. Perché portava con sé i frutti della terra. I prodotti più abbondanti li lasciava in magazzino, ma quelli più prelibati li portava a casa, dentro "u panaru".

E allora, tutti intorno a sbirciare nel cesto: secondo la stagione c’erano fichi fioroni, nespole, albicocche, uva… Una festa di colori, di profumi, di sapori. Era la nostra ricompensa. E il suo modo silenzioso di amarci, ogni singolo giorno. È difficile raccontare tutta la sua vita, potrei scrivere libri,  ma oggi basta per ricordare un uomo, un uomo di altri tempi. E, nel centenario della sua nascita, voglio ancora dire: grazie, papà.

domenica 19 ottobre 2025

11° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GINO SCALISE. UOMO SANTO

Una vita donata, una fede vissuta, un’eredità che ancora parla. Oggi ricorre l’undicesimo anniversario della morte di #GinoScalse, figura indimenticabile per la nostra comunità e per quanti hanno avuto la grazia di incrociare il suo cammino. Presidente diocesano dell’Azione Cattolica per lunghi anni, insignito anche dell’onorificenza vaticana di "#CavalieredelPapa", sindaco del nostro paese dal 1979 al 1983, Gino è stato molto più di un amministratore o di un dirigente ecclesiale.

È stato un uomo giusto, un servo buono e fedele, che ha fatto della propria vita un’offerta continua a Dio e agli altri. La sua esistenza è stata un apostolato quotidiano, semplice e silenzioso, vissuto tra le vie del paese, nelle case della gente, nelle chiese e nei luoghi di incontro. Il Vangelo era la sua bussola, l’amore il suo linguaggio. Gino non ha mai trattenuto nulla per sé, ma si è spogliato di tutto, anche di ciò che era poco, per metterlo nelle mani di chi aveva bisogno. Se è vero che "c'è più gioia nel dare che nel ricevere" (At 20,35), Gino ne è stato testimone radicale: ha dato beni materiali, ma ha dato anche sorrisi, parole di conforto, ascolto e speranza.

La sua casa era aperta a tutti: un focolare vivo, una mensa di fraternità, un porto sicuro per gli smarriti, una fonte zampillante dove chiunque poteva abbeverarsi. Chi entrava da lui, usciva diverso: più sereno, più forte, più credente nella vita. La sua figura è stata giustamente ricordata da in tante occasioni, da mio zio, Iginio Carvelli, che ne ha raccolto testimonianze nei suoi scritti, libri e in diverse manifestazioni pubbliche. E anche durante il mio mandato da sindaco, ho collaborato con lui per tenere viva la memoria di questo piccolo grande uomo, attraverso convegni, incontri, e momenti di riflessione collettiva.

Come il buon samaritano, Gino si è chinato sulle ferite del suo prossimo, senza fare distinzioni, con la sola forza della carità e della fede. Come San Paolo, ha combattuto la buona battaglia, ha conservato la fede, lasciandoci in eredità non solo un ricordo, ma un cammino da proseguire. Che il suo esempio continui a ispirare le nuove generazioni, affinché non smettano mai di credere che la politica può essere servizio, la fede può essere vissuta nella vita quotidiana, e l’amore gratuito è il vero volto di Dio.

mercoledì 15 ottobre 2025

IL LICEO CLASSICO "PITAGORA" DI CROTONE RESTITUITO AL SUO SPLENDORE

 


Dopo un lungo periodo, il Liceo Classico "Pitagora" di Crotone è stato finalmente restituito agli studenti, ai docenti e a tutto il personale nella sua rinnovata bellezza. Per troppo tempo l’edificio era rimasto ingabbiato dai ponteggi, ma oggi si presenta nuovamente all’altezza del prestigio che da sempre lo contraddistingue. La riqualificazione è stata resa possibile grazie ai fondi del PNRR, che la Provincia di Crotone ha intercettato. L’intervento ha riguardato la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico della struttura, restituendo alla città un edificio, funzionale e sostenibile.

Nella terra che Pitagora ha iniziato la propria scuol, non poteva permanere a lungo un’istituzione culturale in condizioni non adeguate. Il nuovo volto del liceo è un segnale concreto di attenzione verso la formazione e il futuro dei giovani. L’auspicio è che il Liceo Classico "Pitagora" possa tornare a essere un punto di riferimento per la formazione umanistica, capace di attrarre studenti motivati e di prepararli con rigore e serietà ai percorsi universitari più impegnativi, così come ha fatto per generazioni.

lunedì 13 ottobre 2025

CROTONE, RICORSO AL TAR CONTRO L'AMPLIAMENTO DELL'INCENERITORE "A2A" PRIMA DI TUTTO GRAZIE A CHI SI BATTE.

 


Accolgo con soddisfazione la delibera di giunta approvata,  con cui si è deciso di ricorrere al TAR della Calabria contro il decreto dirigenziale del 14 luglio 2025 che rilascia alla società A2A l’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’adeguamento dell’inceneritore di Passovecchio, a Crotone.

Una decisione tardiva, arrivata solo dopo la forte pressione esercitata dalle nostre posizioni e dai comitati cittadini, e, va detto chiaramente, grazie al gesto di un cittadino, il dott. Luigi Bitonti, che ha assunto su di sé l’onere di incaricare un legale per presentare un ricorso autonomo. Un esempio di impegno civico autentico e raro, che ha costretto la politica a muoversi.

Sulla vicenda ho personalmente presentato un’interrogazione al Presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, oggi anche consigliere regionale,  in merito alle autorizzazioni rilasciate dall’ente intermedio. Purtroppo, non ho ancora ricevuto risposta. Mi auguro ci sia ancora tempo per rimediare, non solo a livello provinciale, ma anche, e soprattutto, in ambito regionale in seguito ci aspettiamo giuste risposte, che fino sulla problematica non ci sono state!

Ciò che dispiace maggiormente è l'inerzia dell'amministrazione comunale, che nulla ha fatto per contrastare l’azione della Provincia, come si dice: "cittu tu e cittu iju", proprio ora che avrebbe potuto farlo con maggiore forza, considerata la grande luna di miele che c'è stata in queste elezioni regionali tra il sindaco Voce e Ferrari. Una occasione mancata, l’ennesima, non si può aspettare ogni volta che qualche consigliere d'opposizione e\o privati assumono forti posizioni, che insieme abbiamo tenuto alta la guardia e costretto le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità.


venerdì 10 ottobre 2025

LO SVILUPPO DELLA SIBARITIDE NON PUÒ AVVENIRE A DANNO DI CROTONE. L'AEROPORTO NON SI TOCCA!

Leggo con sgomento alcune dichiarazioni provenienti da uno dei territori della Calabria jonica, e sento il bisogno, come rappresentante istituzionale di questa terra spesso dimenticata, di intervenire. È chiaro che l’intera costa jonica vive una condizione di disagio cronico, abbandono infrastrutturale e isolamento. E proprio per questo, alcune menti lungimiranti hanno proposto una visione nuova, un progetto di coesione e rilancio: penso al #ComitatoMagnaGrecia, che da tempo propone l’unificazione delle aree della Sibaritide e del Crotonese in un’unica provincia, per contare di più e pesare finalmente nelle scelte regionali e nazionali. Si può essere d'accordo o meno, ma rimane un'idea.

Ma poi, ecco la doccia fredda: il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, persona che senz'altro lavora bene il suo impegno territoriale, si lascia andare a una proposta che definire “fuori luogo” è poco. Auspica la chiusura dell’aeroporto di Crotone e invita addirittura il presidente Occhiuto ad aprire un nuovo scalo a Sibari. Sì, avete capito bene. Proprio ora che lo scalo pitagorico sta mostrando segnali concreti di crescita, con numeri incoraggianti e nuovi investimenti, come l'adeguamento per la base dei canadair.

A quale logica risponde questa “sparata”? L’aeroporto di Crotone non è un giocattolo né un capriccio: è un’infrastruttura strategica per un’intera fascia di territorio dimenticato, penalizzato da una mobilità disastrosa, un servizio ferroviario inesistente e una viabilità che, tra promesse e cantieri eterni, continua a essere un freno allo sviluppo.

Il sindaco Mundo giustifica la sua proposta affermando che, con la nuova SS106 tra Crotone e Catanzaro, l’utenza si sposterà verso l’aeroporto di Lamezia, rendendo quindi “inutile” lo scalo Sant’Anna. Ma questa è una visione miope e fuorviante. Innanzitutto, la nuova SS106 non è partita, prima che diventi realtà, passeranno anni — se mai vedrà la luce. Nel frattempo, l’unica infrastruttura esistente e funzionante resta proprio l’aeroporto di Crotone. E i numeri lo confermano: lo scalo sta crescendo, registra una domanda crescente, anche da territori esterni al crotonese.

In Calabria abbiamo un detto: “Spugjjiamu nu santu ppi 'ndi vistìri n’atru”. Ecco, non possiamo pensare di costruire qualcosa distruggendo ciò che già esiste, soprattutto in un territorio fragile come il nostro, dove ogni centimetro di sviluppo va protetto e difeso.

Mi rivolgo direttamente al nostro nuovo rappresentante regionale, Sergio Ferrari: è il momento di intervenire, con forza, presso la Regione Calabria a difesa dello scalo di Crotone. E mi appello anche al consigliere regionale Vito Pitaro, che ha ricevuto la fiducia di tantissimi crotonesi: servono prese di posizione chiare, definitive, coraggiose. Occorre nuova linfa e sinergia per questo territorio.

La Calabria ha bisogno di visione e coesione, non di campanilismi ciechi e pericolosi. I problemi si affrontano con una strategia condivisa, non mettendo territori uno contro l’altro. Serve una politica che non sacrifichi il Crotonese per sostenere la Sibaritide, o viceversa: servono investimenti per entrambi, senza sottrarre, ma aggiungendo. Senza chiudere, ma aprendo.

E soprattutto, serve rispetto per chi vive ogni giorno in un isolamento che non è solo geografico, ma anche politico.

mercoledì 8 ottobre 2025

CHI HA VINTO, DAVVERO? IL GRUPPO DELLA "BOTTEGA DEI NOANTRI" ... O HA VINTO CROTONE?

 


Non intendo fare un’analisi politica approfondita delle ultime elezioni regionali, ma un paio di cose vanno dette, soprattutto a quei sostenitori del sindaco che si illudono che il successo di Sergio Ferrari sia frutto dell’attuale maggioranza. I voti? Certo, la sua posizione istituzionale ha inciso. Ma chi crede che questi numeri siano un segnale di forza per le prossime comunali, si faccia due conti.

Premesso: auguri sinceri agli eletti, in particolare a Sergio Ferrari. Tuttavia, non posso tacere la mia delusione per come ha gestito (o meglio, ignorato) la questione ambientale negli ultimi mesi, relativa alla concessione per l'ampliamento dell'inceneritore di A2A. Spero che nella sua nuova veste sappia recuperare, per il bene comune e soprattutto per questo territorio martoriato. Ma torniamo al voto dei crotonesi. I numeri parlano chiaro.

Sergio Ferrari, pur avendo ottenuto un ottimo risultato complessivo, a Crotone, sostenuto da tutto l'apparato politico e istituzionale, della città ha raccolto appena 2.746 voti. 

Vito Pitaro di "Noi Moderati" senza giunte, consiglieri, né macchina amministrativa al seguito, ne ha presi 1.500 in città e 3.312 in tutta la provincia. Il dato che dovrebbe far riflettere è questo: Ferrari, con tutto il carrozzone dietro, ha ottenuto meno del doppio di un candidato senza apparati locali. E di quei 2.746 voti, la metà, diciamo 1.350, sono "naturali", legati al fatto che è del posto e presidente della provincia.

L’altra metà? Probabilmente frutto della spinta del sindaco e del suo cerchio magico. Eppure, dove sono i suoi famosi e tanto decantati, 16.600 voti? Non doveva seguirlo almeno il 50%? No? Nemmeno il 25%? Evidentemente no, forse neanche il 15%!

Non va sottovaluto anche un dato importante, a Crotone ha votato rispetto alle precedenti regionali, ben il 6% in più! E allora di che cosa parliamo? Diciamolo chiaramente: Vincenzo Voce non è più il detentore automatico di quei numeri. Crotone non lo segue più. 

Chi oggi si candida a rappresentare la città deve fare i conti con la realtà, non con la nostalgia dei numeri del passato. Da quando siamo usciti dalla maggioranza, siamo stati trattati a pesci in faccia dal primo cittadino, che non ha fatto altro che ribadire che noi, piccoli detentori di voti, eravamo lì solo grazie alla sua larga fiducia concessa dai cittadini. Adesso è arrivato il momento di rispondere. Come si dice dalle nostre parti: "Sona a zampogna ppi quandu t'abbisogna." E ora, la suoniamo!

La verità è semplice: ha vinto politicamente chi ha portato voti veri, senza grandi stampelle. E se domani si tornasse alle urne per il Comune, chi sarebbe davvero competitivo? Non chi, con tutto l’apparato alle spalle, ha raccolto appena 2.746 voti, ma chi, senza particolari movimenti, è riuscito comunque a lasciare un segno profondo. Perché il mondo gira. E stavolta ha girato altrove, di certo, non dalla parte del sindaco.