I
vini italiani sono i migliori al mondo, ma in assoluto rimane “ u vinu i da
vutta “, quello che abbondava nelle case di un tempo
Il
vino italiano è uno dei migliori al mondo, un prodotto ben lavorato da persone
che ci mette tanta passione e impegno dalla fermentazione allo stoccaggio.
Nella produzione industriale, però, per l’ottenimento di un buon vino sono
utilizzati lieviti, sostanze che stabilizzano, conservano, esaltano l’aroma e
il colore, indispensabili anche nei migliori DOC. Insomma la chimica
è necessaria per farne un punto di forza per la vendita di un vino che è
sicuramente di qualità.
Oggi
i produttori di vino locale sono oramai una rarità, un tempo, le botti
contenente il prezioso liquido riempivano i magazzini e le tavernette di tutte
le case dei nostri centri agricoli, ogni contadino gareggiava per avere il
miglior bicchier di vino del paese, fin quando i governanti concessero cospicue
somme di denaro per tagliare, estirpare, gli immensi vigneti, forse, con
l’intento di stabile un giusto equilibrio tra domanda e offerta, tuttavia
dettero fine a una delle tante prestigiose civiltà contadine.
Senza
voler niente togliere alla produzione industriale, senz’altro ottima quella
italiana, calabrese, e fino alle nostre parti, la cirotana, ma io rimango
dell’idea che il vino, prodotto da quei pochi produttori-contadini rimasti, “ u
vinu i da vutta” resta sempre il migliore, si nota dal colore, dall’inconfondibile
sapore, l’uva che è lavorata, concimata con tecniche e metodi di un tempo che
non potrà mai deludere il palato. Io
non sono un bevitore, ma un mezzo bicchiere al giorno” i du vinu i da vutta “
lo gusto ben volentieri.
BRINDATI CUMPARI !
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