C'era da aspettarselo dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che con decreto del 01.08.2024 ha approvato il conferimento dei rifiuti pericolosi presso l’impianto individuato dalla società situato a Crotone. Praticamente, la bonifica viene realizzata trasferendo i rifiuti pericolosi da una parte all'altra della città. Vergogna!
Riguardo alla questione ambientale, io non ho mai fatto sconti a nessuno; ho riportato il dibattito al centro della città, coinvolgendo i partiti, i movimenti e la gente. Abbiamo discusso in aula, presentando mozioni votate all'unanimità, anche per l'omessa bonifica, affinché Eni desse seguito alla sentenza del Tribunale di Milano, secondo cui la multinazionale è stata condannata allo smaltimento dei rifiuti industriali fuori dalla regione e al risarcimento dei danni. Nell'ultima mozione che abbiamo presentato, insieme al collega Pedace, abbiamo chiesto anche che l'Amministrazione avvii immediatamente la denuncia per mancata bonifica.
È ovvio che non basta dire "no" da parte dei politici (è solo una presa in giro): per contrastare Eni occorrono relazioni tecniche dal punto di vista ambientale e sanitario, di cui Crotone ha tutti gli strumenti per opporsi a un'evidente mostruosità. Optare per la linea morbida è un suicidio.
Io e il mio gruppo, spero all'unanimità fra i membri, altrimenti, se la linea non è condivisa, bisogna necessariamente, senza indugi, prendere decisioni definitive, proseguire con la linea dura e difendere Crotone a spada sguainata. Io lo farò per primo, e, una volta consumato il Consiglio aperto, già chiesto 10 giorni fa, la città pitagorica dovrà risultare vincitrice e far nascere uno strumento efficace che preservi Crotone da un inquinamento morale, civile, sanitario e ambientale di cui fino ad oggi non c'è stato freno.
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