Mi hanno chiesto di pubblicare il mio discorso sulla questione della #bonificaindustriale e sul perché della proposta di legge regionale per preservare Crotone e il suo territorio dai soprusi ambientali. Come da regolamento mi avevano concesso dieci minuti, ma mi sono rifiutato! Poi ho concordato per avere almeno 25 minuti,
Quantomeno esporre una grande tematica ambientale. È un po' lungo, ma vi assicuro che ne vale la pena per conoscere ciò che si dibatte, oggi e da oltre 30 anni, un'amara e triste storia crotonese.
Siamo ormai esausti per come, ogni volta nelle assisi comunali, ripetiamo i soliti discorsi di fronte a una politica sorda, che fa finta di non sentire. Siamo costretti a ripetere le stesse parole, gli stessi argomenti. E’ pura follia! Possiamo davvero aspettarci qualcosa da coloro che da trent'anni a oggi propagano questa follia? Non ci credo! I folli hanno distrutto e devastato senza scrupoli questo territorio, soffocando lo spirito di iniziativa di giovani, imprenditori e tanta gente di buona volontà.
I folli non sono solo coloro che hanno il potere di fare ciò che vogliono, ma anche quelli che rimangono in silenzio e non alzano mai un dito. Guai a chi si identifica in questa categoria! Dobbiamo fare bene il nostro mestiere, cioè il politico coscienzioso.
In tanti si rannicchiano nel proprio angolino e si annidano come serpenti; non agiscono mai, ma al momento opportuno sanno tirare fuori la testa per darti il morso velenoso. Ha senso operare per chi non vuole vedere e udire? Il riscatto, la conquista avviene con la lotta. Senza la lotta, non c'è libertà, non c'è speranza, non c'è futuro.
Avremmo potuto sempre avvalerci di quanto stabilito nel programma elettorale di stanchi dei soliti, che prevede un referendum per esprimere un “no” a questa finta bonifica, che tenta di far uscire i rifiuti della porta per farli rientrare dalla finestra. Ecco le ragioni per cui siamo qui con un Consiglio comunale aperto.
Della follia perpetrata in oltre mezzo secolo, vi sintetizzo la situazione attuale della più antica capitale della Magna Grecia. Dalla storia trimillenaria a oggi, ci troviamo fra i siti più inquinati d'Italia, in aree fortemente compromesse, dove avrebbero dovuto essere attentamente monitorate per tutelare la salute dei cittadini e la bellezza paesaggistica.
La città di Pitagora rientra nella bonifica di Interesse Nazionale "Crotone-Cassano-Cerchiara", avendo ospitato per oltre 70 anni diverse industrie chimiche. In particolare, nella zona costiera alle porte della città, sono stati accumulati enormi quantitativi di rifiuti (si stimano intorno a un milione di tonnellate) che compromettono non solo la salute, ma anche lo sviluppo turistico ed economico del territorio. Nel sito si registra una concentrazione di metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio, piombo, zinco, nonché materie prime di natura chimica e metallurgica e residui di lavorazione ad elevato contenuto di radioattività.
Le procedure di bonifica sono attribuite al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e, a oggi, sono state effettuate solo opere di messa in sicurezza. Nonostante il principio comunitario "chi inquina paga", non è mai stata realizzata una vera e definitiva bonifica sui siti crotonesi.
Negli ultimi mesi, Eni è intervenuta tramite il Commissario della Bonifica nominato dal governo, Generale Errigo. Le sue dichiarazioni non ci hanno mai convinti e tuttora non ci lasciano ben sperare; hanno suscitato più preoccupazione che speranze, soprattutto per la famigerata idea di trasportare presso la discarica di Columbra diverse tonnellate di rifiuti, in particolare quelli più pericolosi, tutto nel rispetto del decreto del Mase. Questo rappresenta l'ultimo "regalo" fatto ai crotonesi! “Altrimenti si rischia di ricorrere anche all'esercito italiano – afferma il generale Errigo-“ .Quanta umiliazione dovrà subire questa città!
La famigerata idea ci farebbe rimpiangere anche la Strada della Morte, poiché ci vieterebbero di attraversarla, creando una variante dal Passovecchio al Nucleo industriale, che passerà lungo la strada del Centro Commerciale Le Spighe e fino all'entrata della strada per Papanice. Pertanto, tutto il traffico civile e commerciale che transita sulla nostra SS 106 sarà dirottato. Pensate un po'!
L’unica arteria principale alle porte della città sarebbe riservata alle centinaia di mezzi e camion utilizzati per il trasporto dei materiali dalla Collina dei Veleni: dalla Consortile, passando sotto la ferrovia in un angusto e stretto passaggio, nella zona altamente inquinata della Pertusola. Qui, con le prime piogge, si forma uno stagno acido che rappresenta un grande rischio per la sicurezza e per la salute pubblica. Successivamente, i mezzi proseguirebbero sulla SS 106 fino alla discarica di Columbra.
Una scelta così scellerata non offre vie di scampo per i crotonesi, che per diversi anni rimarranno imprigionati sotto il continuo sollevamento di polveri sottili e velenose, senza possibilità di fuga in caso di eventi atmosferici avversi.
La bonifica dell'area industriale in questione è supportata da una sentenza definitiva del Tribunale di Milano, che ha condannato Eni-Rewind al pagamento di una somma di 72 milioni di euro.
Il 24 ottobre 2019 si è tenuta una Conferenza dei Servizi per esaminare il progetto relativo al sito di bonifica, cioè le discariche fronte mare e le aree industriali. Nel provvedimento PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) sono state inserite diverse prescrizioni, tra cui la principale, che prevede l'asporto e il trasferimento al di fuori della regione Calabria di tutti i rifiuti pericolosi per la salute pubblica.
È difficile comprendere perché Eni abbia rifiutato qualsiasi altra proposta o alternativa. Infatti, sono stati suggeriti metodi all'avanguardia, come la messa in sicurezza e la bonifica in situ, utilizzando palancole in acciaio sotto i fondali marini, attraverso un sistema di incastro verticale, che creerebbe una parete continua infissa nel terreno, consentendo di contenere le spinte del terreno e dell'acqua.
Tuttavia, Eni ha preferito proposte alternative e ha chiesto la modifica della destinazione d'uso del sito “Pertusola sud”, ottenendola! Attraverso una politica folla! il Commissario dichiara oggi di rispettare la legge, cioè la modifica del piano dei rifiuti, mentre Eni dimentica la condanna a suo carico da parte del tribunale di Milano, come si dice, l’ENI: ti fa vidiri u jancu niguru”.
E così dopo il fallimento della “passeggiata degli innamorati”, oggi diventa fa la passeggiata dei rifiuti, da Pertusola a Columbra. VERGOGNA!
In questa pubblica Assise, chiediamo all’Eni di rispettare la legge, e qualora, la multinazionale indugia, chiediamo ancora una volta la denuncia di omessa bonifica, come deliberato nella mozione approvata all’ unanimità dal Consiglio di Crotone del 30 maggio 2024.
Se da una parte c'è molto chiacchiericcio sulla bonifica della ex zona industriale (ammesso che si tratti di una vera bonifica), dall'altra regna il silenzio in località Passovecchio, dove nessuno si è mai accorto del proliferare di nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Sembra inarrestabile la continua ricerca, ovviamente sempre e solo su Crotone, da parte di grandi colossi industriali che presentano progetti inquinanti e impattanti in un territorio già altamente compromesso. Non si tratta più soltanto di bonificare i terreni inquinati delle vecchie fabbriche, ma c’è da pensare seriamente di mettere un freno a questo scempio: impianti e discariche.
Oltre a quelli citati in precedenza, ricordiamo che nessuno potrà mai più intervenire su territori che ospitano altri grandi invasi: la discarica di rifiuti solidi urbani e di rifiuti pericolosi in località Columbra, l’invaso nel quartiere Farina, dove si può al massimo effettuare una messa in sicurezza, e i rifiuti industriali giacenti sotto i manti stradali e nei palazzi della città; le piattaforme in mare e pozzi estrattivi a terra, financo nel promontorio di Capocolonna oggi a rischio continue di frane, Inoltre, i parchi eolici sono costruiti ovunque; oggi ci vantiamo di avere il più grande d’Europa, anche nelle vicinanze delle spiagge. Oltre a deturpare il paesaggio, non si tiene conto che, dopo un utilizzo medio di 25-30 anni (i nostri parchi sono già operativi da 10-15 anni), si presenterà un serio problema di smaltimento. Non esistono possibilità di riutilizzo o riciclo dei materiali delle pale; l'unica opzione sarà la creazione di enormi discariche. Pensate al disastro che si verificherà nel crotonese: i sindaci e i rappresentanti delle istituzioni si sono mai chiesti dove saranno ammassati questi rifiuti fra pochi anni?
Gli impianti di smaltimento dei rifiuti a Crotone hanno dato vita a un distretto energetico selvaggio, che inquina costantemente il territorio e mette a serio rischio la salute dei cittadini (lo studio Sentieri fornisce dati allarmanti). La società A2A, come è ben noto, ha acquisito il 100% di TecnoA, società leader nel centro-sud Italia nel trattamento dei rifiuti industriali. Il polo impiantistico, ubicato a Crotone, ha grande importanza a livello nazionale ed è autorizzato alla lavorazione di circa 300.000 tonnellate all’anno di rifiuti industriali.
Si apprende da più fonti che il gruppo A2A sta predisponendo un ampliamento della propria struttura, che avrà una capacità di trattamento dei rifiuti industriali di quasi 900.000 tonnellate, ossia una triplicazione dell’attività annuale rispetto a quella attuale, che prevede il trattamento chimico-fisico dei rifiuti liquidi e ospedalieri, oltre a un impianto dedicato esclusivamente al recupero energetico dei rifiuti industriali.
Dietro il mega inceneritore di A2A, tutti gli enti territoriali e il Ministero della Transizione Ecologica (Mase) hanno autorizzato un gassificatore per rifiuti ospedalieri infettivi, in piena zona Sito di Interesse Nazionale (SIN). Questo lo sa il garante! Il generale Errigo…
A questo si aggiungono ai tre impianti a biomassa, che bruciano di tutto, alla centrale a turbogas, e al nascente deposito di gas naturale liquefatto (GNL), oltre all’avvio di nuovi impianti eolici sia offshore che a terra, nel territorio e nel marchesato crotonese, inclusa la Presila, la montagna che un tempo era considerata sacra.
LA REGIONE E IL FATTORE PRESSIONE LOCALIZZATIVO
Nella Conferenza dei servizi del 26 giugno 2024 a Roma, sono state delineate le modalità per smaltire 700.000 tonnellate di rifiuti tossici dalla discarica a mare. Di queste, 360.000 tonnellate dovrebbe trasferirli nella discarica di Columbra a Crotone, mentre il resto (meno pericoloso) dovrà essere portato fuori dalla Calabria. Rimane, però, irrisolto il grave problema dei rifiuti Tenorm contenenti amianto, che potrebbe essere smaltito in una nuova discarica nei pressi di Crotone. Ciò E’ assurdo! I fatti accaduti quest’anno, viene logico pensare che la modica il Piano regionale dei rifiuti è un accordo tra istituzioni ed Eni al fine di lasciare sul territorio le sostanze pericolose.
Il presidente della regione ha dichiarato il 26 luglio che non ci sarà spazio per nuove discariche in Calabria, puntando a discariche zero. Tuttavia, ciò contrasta con una delibera della Giunta che sembra consentire la continuazione di progetti esistenti per discariche, come quello di Gaimmiglione. Tuttavia, quanto afferma non corrisponde a quanto scritto nella delibera n. 293 approvata dalla Giunta lo scorso 21 giugno. Al punto n. 3 della deliberazione, infatti, si legge: “Di dare atto che il criterio localizzativo 'Fattore di pressione discariche' è da applicare alle istanze successive all’adozione del presente provvedimento relative alla realizzazione di nuove discariche e/o ampliamenti di discariche esistenti”. Di fatto, non saranno bloccati i progetti che sono in itinere, che non saranno assoggettati al criterio localizzativo. L’impianto proposto per Giammiglione potrà quindi continuare il suo iter, frammentato da infiniti ricorsi legali. Bell’affare! Un'altra beffa per i crotonese!
Resta comunque il fatto che il generale Errigo, pare che non abbia mai cercato soluzioni per inviare i rifiuti al di fuori della Calabria, altrimenti non ci spieghiamo che l'ARPA Emilia Romagna ha recentemente autorizzato il trasferimento di rifiuti simili all’estero.
DISTRETTO ENERGETICO SELVAGGIO
A proposito di Distretto Energetico Regionale, fu istituito con la delibera di consiglio numero 315 del 2005, non è mai stato attivato, portando Crotone a trovarsi un "distretto energetico selvaggio" nel territorio crotonese, caratterizzato dall'invasione di impianti inquinanti. Nonostante le potenzialità di integrazione delle tecnologie per la produzione energetica efficiente e rinnovabile, la situazione ha aggravato gravemente la questione ambientale.
Per affrontare questa problematica, il 27 luglio 2024 io come membro di Stanchi dei soliti inoltrai una mozione. Il 30 agosto 2023, durante una seduta consiliare, è stata suggerita dal collega Salvo Riga, una proposta per la creazione di un tavolo tecnico. L'obiettivo è coinvolgere vari attori (imprese, sindacati, scuole, università, centri di ricerca e ordini professionali) in un Tavolo Interistituzionale per elaborare una strategia di sviluppo sostenibile, firmando un "Patto per il Lavoro e l’Ambiente" e creando un'Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata per promuovere una transizione ecologica e digitale, garantendo così un equilibrio tra i bisogni presenti e futuri.
La proposta pur essendo stata accolta dal Consiglio regionale della Calabria non ha trovato mai fattibilità, infatti la regione accolse la mozione N. 63 il 1 settembre 2023, per istituire un Distretto Produttivo Regionale mirato alla Transizione Ecologica e Digitale nel crotonese, ma di fatto tuttora non è stato nulla adottato, anzi il distretto selvaggio continua a crescere senza che nessuno osi fermarlo.
In conclusione, non possiamo prendere in esame i dati statistici elaborati dalla Banca d'Italia di Catanzaro e dal rapporto Polos prospettano un quadro allarmante, si evidenziano indici negativi per le imprese e le attività commerciali di ogni genere, mettendo in luce la povertà economico-finanziaria nel settore commerciale, artigianale e nel poco che rimane dell'industria. Preoccupante è lo spopolamento della città pitagorica e dell’intera provincia, nonché l’invecchiamento della popolazione e la fuga dei nostri studenti verso altre città universitarie. Inoltre, la totale mancanza di infrastrutture viarie e sanitarie rende il territorio sempre più isolato dal resto del Paese. A proposito di follia, se questa non è opera da folli, che cosa sarebbe?
La situazione ambientale a Crotone può ora essere dichiarata "emergenza", richiedendo l'applicazione del principio di precauzione per tutelare l'ambiente. È urgente vietare nuove autorizzazioni per la costruzione di invasi per l’abbancamento e stabilimenti per il trattamento dei rifiuti, così come vietare la realizzazione di impianti che deturpano il paesaggio e il patrimonio ambientale. Si chiede inoltre che la regione istituisca, come indicato nella delibera di Consiglio regionale numero 315 del 2005 e suggerito nella mozione dei Consiglieri regionali Graziano e De Nisi n. 63 del 01/09/2023, l'istituzione di un Distretto Produttivo Regionale funzionale alla Transizione Ecologica e Digitale nel territorio crotonese. Questa iniziativa impegna la Giunta regionale a costituire un Tavolo Interistituzionale, coinvolgendo imprese, sindacati, scuole, università, centri di ricerca, ordini professionali, la Camera di Commercio e gli istituti bancari, con l'obiettivo di definire una strategia condivisa per il rilancio e lo sviluppo sostenibile del territorio. È necessario legalizzare il distretto energetico, che fino ad oggi è stato abusivo e selvaggio.
Questa assise, inoltre, dovrà, quindi, esprimersi su una proposta di legge da inviare alla Regione Calabria (che sarà letta nel corso o a chiusura del dibattito), al fine di tutelare la salute dei cittadini e proteggere un territorio già fortemente contaminato.