Anche il giorno dei morti era una festa per i bambini, ma portava con sé un profondo senso spirituale.
Un giorno sentito e dedicato alle nostre care memorie è stato trasformato in una festa pagana, abbiamo acquisito oramai una tradizione che fino a poco tempo fa non ci apparteneva: Halloween. Avremmo dovuto essere più attenti per non perdere una ricorrenza importante come il giorno dedicato ai morti, il ricordo dei nostri cari defunti, delle nostre esemplari memorie. Nessuno può sfuggire alla morte; tutti siamo consapevoli che questo giorno arriverà: ricchi, poveri, potenti, non potenti, preti, vescovi, papi, ecc. dobbiamo prepararci al passaggio da questa vita a un’altra. Questo momento è vissuto da tutti, credenti e non credenti; chi ha fede, però, può viverlo in maniera diversa, sperando di raggiungere una dimora migliore.
Un tempo era una festa sentita da tutti, un giorno di preghiera e di suffragio per le anime in cielo. Oggi, invece, si è trasformata in una festa commerciale, sempre più soffocata dal consumismo e da una tradizione che non ci appartiene. Cosa c’entriamo noi con Halloween? È una festa tipica dei popoli anglofoni, americani, inglesi e australiani, che non ha nulla di religioso. Durante questa ricorrenza, le famiglie utilizzano come simbolo una zucca decorata, lavorata a mano, con tagli sulla superficie pensati per ricreare volti più o meno spaventosi, alcuni dei quali raffigurano streghe, fantasmi e qualsiasi altra immagine legata all’universo dell’ignoto.
Dovremmo riscoprire i riflessi di un’antica tradizione, riportandoli alle nostre usanze per dare vita alle memorie dei nostri defunti. Un tempo, il giorno dei morti per i cattolici era un momento in cui le anime del purgatorio erano confortate attraverso un culto popolare: la preghiera, la Messa in suffragio, le buone opere, la cancellazione di un debito, un piccolo ristoro al vicino di casa o al parente che vive nella povertà.
A Scandale si preparavano i dolci per la festa, poiché i bambini, prima dell'alba, giravano per le vie del paese, bussavano alle porte e chiedevano: "Mi faciti i muarti". I padroni di casa aprivano subito e davano tutto ciò che avevano: castagne, noci, arance, mandarini e tanti dolci che le care mamme preparavano apposta per l'occasione; gli spiccioli delle lire non mancavano mai.
Non sempre tutti potevano offrire qualcosa, ma durante la festa dei morti una buona parola non mancava a nessuno, il perdono prima di tutto: "FACITIMILLA PPI L'ANIMA I DI MUARTI." Era la classica frase.
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