Quando finirà il tempo dei prepotenti? Oggi sembra di essere al culmine. La domanda mi è sorta ascoltando le parole di un saggio uomo religioso, mentre scorrevo distrattamente i social. Da lì è nata una riflessione: viviamo davvero in un’epoca in cui la prepotenza sembra aver messo radici ovunque, dai vertici più alti della società fino alle sue basi. Dai poteri politici a quelli culturali, da quelli economici a quelli religiosi. Tutto vacilla, e spesso non ce ne accorgiamo neppure.
Sono tempi di sopraffazione. I prepotenti, coloro che impongono la propria volontà con arroganza, forza o inganno, non agiscono più nell’ombra. Un tempo si nascondevano dietro nobili parole o ruoli prestigiosi; oggi agiscono alla luce del sole, senza timore e senza vergogna. Basta accendere la televisione: parlano di politicamente corretto, ma poi sono i primi a insultare, con parolacce, manca solo la bestemmia, anche nella televisione di Stato. È come se ogni argine morale si stesse sciogliendo, come se nulla riuscisse più a frenare il dilagare dell’arroganza. Le tenebre avanzano e l’uomo, sempre più spesso, non sente più il bisogno di stare con Dio. Per molti, Dio non è più “comodo”, anche per tanti consacrati, in un mondo che corre verso l’individualismo assoluto. E allora viene spontaneo chiedersi: se ancora abbiamo un briciolo di fede, davvero non vediamo che forse ci stiamo avvicinando ai tempi dell’Apocalisse?
“I tempi dei prepotenti” sono qui, sotto i nostri occhi: tempi in cui dominano coloro che opprimono, che impongono, che governano con l’arroganza invece che con il servizio. Non ce ne accorgiamo; viviamo nella cecità. Forse è quella stessa cecità che la Bibbia indica quando afferma che alla fine dei tempi Dio manderà una potenza d’inganno a coloro che non hanno accolto la verità: non vedremo più il bene, la retta via e la giustizia. Guerre imposte dall’alto senza giustificazioni, poteri affidati a uomini non degni, che li esercitano come pedine, spesso in cambio di pochi soldi o, per un piatto di lenticchie.
Assistiamo a un cambiamento culturale che spaventa: stiamo dissolvendo l’identità umana, le famiglie si indeboliscono e scompaiono, diritti conquistati con sacrificio vengono erosi e si intravede persino il rischio di nuove forme di schiavitù. Una volta, forse, le cose sembravano più giuste; oggi viviamo un’epoca in cui la prepotenza non si annida solo nel potere politico o economico, ma anche nella quotidianità: nelle relazioni, nel linguaggio, nelle scelte collettive. La corruzione si espande, la morale si perde.
Eppure, proprio quando i prepotenti dominano, è fondamentale non arrendersi. La storia insegna che ogni oscurità genera la sua luce, e che ogni arroganza trova prima o poi il limite della sua stessa cecità. Come ricordano le sagge riflessioni spirituali, esiste una sola via di salvezza e di resistenza autentica: il ritorno a Dio. Non un ritorno rituale, formale o di facciata, ma un ritorno del cuore, della coscienza, della verità. Perché solo una società che rimette Dio al centro può sperare di liberarsi davvero dalla prepotenza degli uomini.


