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CROTONE E LE ELEZIONI DEL 2026: TRA MANOVERE SILENZIOSE E GIOCHI DI POTERE RISCHIA DI PREVALERE ANCORA LA POLITICA DELLE MULTINAZIONALI. LA CITTA’ DOVRA’ RIPRENDERSI IL FUTURO.

Crotone vive una delle fasi più delicate della sua storia recente. Mentre i partiti osservano in silenzio, chiusi in una prudenza che sa più...

domenica 30 novembre 2025

CROTONE E LE ELEZIONI DEL 2026: TRA MANOVERE SILENZIOSE E GIOCHI DI POTERE RISCHIA DI PREVALERE ANCORA LA POLITICA DELLE MULTINAZIONALI. LA CITTA’ DOVRA’ RIPRENDERSI IL FUTURO.

Crotone vive una delle fasi più delicate della sua storia recente. Mentre i partiti osservano in silenzio, chiusi in una prudenza che sa più di calcolo che di responsabilità, i cittadini attendono di capire quale sarà la direzione della prossima stagione amministrativa.
La domanda che circola non è più “chi sarà il prossimo sindaco”, ma una molto più scomoda: “a chi risponderà il prossimo sindaco?”
Una città che ha già pagato troppo, e rischia ancora una volta di pagare un maggiore tributo, forse molto salato. Per decenni Crotone è stata un laboratorio sperimentale nelle mani altrui. Non un progetto politico nato in città, ma un territorio usato, sfruttato, manipolato. Basta vedere come siamo isolati, sempre meno infrastrutture, meno popolazione e più disoccupazione. Le multinazionali, protagoniste ingombranti, hanno lasciato dietro di sé promesse mancate e ferite ambientali mai risanate. Le bonifiche, annunciate e mai completate, sono ancora lì a testimoniare una gestione lontana dagli interessi dei cittadini. Eppure, ogni cinque anni, tutto ricomincia da capo, come se la memoria collettiva fosse un dettaglio secondario.
La verità è semplice: Crotone non può più permettersi figure cresciute nei salotti delle multinazionali, portatrici di un’agenda dettata altrove e non costruita per la città.
Tra i temi più gravosi che incombono sul futuro del territorio c’è quello dei rifiuti industriali giacenti da decenni, che neppure in questo lustro si è riusciti a rimuovere definitivamente. Poi ci sono gli impianti di smaltimento, le cui lavorazioni sono destinate ad aumentare sempre di più: lo dimostrano le ultime concessioni di ampliamento a favore di A2A. Questo settore è un vero campo di battaglia, in cui si muovono aziende di calibro nazionale e poteri forti, spesso trasversali, che alla città danno pochissimo rispetto all’impatto e alle devastazione del territorio. Da settimane la domanda che gira non è “chi è il candidato migliore?”, bensì: “chi è la persona giusta per le aziende che operano nel settore?” Un interrogativo che pesa come un macigno, perché racconta con chiarezza la posta in gioco. In questo quadro, i partiti sembra che restino immobili. Osservano, non parlano, non scelgono. Un silenzio che sa di convenienza o, peggio, di paura. Qualche apparizione sporadica, comparse che si affacciano giusto per non scomparire, ma nessuno che abbia il coraggio di prendere una posizione netta. È un comportamento che inquieta: una politica debole, timorosa, incapace di difendere la città dai poteri che da anni contano più del Consiglio comunale. Gli ultimi cinque anni lo dimostrano chiaramente. Ma in tutto questo il peggiore pericolo è: “ un uomo di legno”
La storia recente è un monito: quando la politica tace e le lobby parlano, nasce un sindaco “di legno”, un amministratore che indossa la fascia tricolore ma non governa.
Un sindaco che esegue, non decide. Crotone non può più permettersi una guida così.
Un’altra stagione di immobilismo significherebbe perdere ancora una volta l’occasione di cambiare rotta e condannare una nuova generazione a un destino senza prospettive.
Attualmente, chi è realmente in campo? Di certo rimarrà l’attuale sindaco, Vincenzo Voce con il suo movimento, anche se ancora non sappiamo se correrà da solo o con il sostegno dell’intero centrodestra. Su di lui preferisco non pronunciarmi: ho già espresso ampiamente il mio dissenso. C’è poi Vito Barresi, che fin dall’inizio di quest’ultima sindacatura ha dato la sua disponibilità. la mia riflessione, però, oggi riguarda soprattutto la politica dei partiti crotonesi , e non solo, che finora non hanno certo brillato per esempi di buona amministrazione. Sarà questa la volta buona? Ne dubito. Intanto, però, la scelta non può più essere rimandata. Il bivio è chiaro:
un sindaco libero, competente, radicato nella città, capace di dire no quando serve e sì quando è davvero utile;
oppure l’ennesimo amministratore imposto, utile ai poteri economici e non ai cittadini.
Crotone non può continuare a essere un terreno di conquista. Ha bisogno di una guida che conosca le sue ferite, i suoi bisogni, le sue potenzialità, e che non abbia debiti politici da saldare. Non c’è più spazio per leggerezze né per candidature calate dall’alto. Il futuro della città non può essere lasciato all’incertezza o alle pressioni esterne. Crotone è davvero a un bivio: scegliere un futuro autonomo e coraggioso o restare intrappolata nel passato. Sono convinto che la decisione arriverà presto e che tutti saranno costretti a scoprire le proprie carte. Stavolta la differenza la farà il coraggio: quello di chi saprà rompere gli schemi e quello di una città che deciderà finalmente di sostenerlo. Qualcuno mi chiede: “E tu che farai?”. Sinceramente, ho le mie idee, ma al momento anche io resterò a guardare. Una mia candidatura al consiglio comunale, con questi chiari di luna, la vedo assai lontana: finché le maggiori forze cittadine continueranno a nascondersi dietro un dito, senza trasparenza né prese di posizione chiare, l’idea non mi attira affatto.

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