Non intendo fare un’analisi politica approfondita delle ultime elezioni regionali, ma un paio di cose vanno dette, soprattutto a quei sostenitori del sindaco che si illudono che il successo di Sergio Ferrari sia frutto dell’attuale maggioranza. I voti? Certo, la sua posizione istituzionale ha inciso. Ma chi crede che questi numeri siano un segnale di forza per le prossime comunali, si faccia due conti.
Premesso: auguri sinceri agli eletti, in particolare a Sergio Ferrari. Tuttavia, non posso tacere la mia delusione per come ha gestito (o meglio, ignorato) la questione ambientale negli ultimi mesi, relativa alla concessione per l'ampliamento dell'inceneritore di A2A. Spero che nella sua nuova veste sappia recuperare, per il bene comune e soprattutto per questo territorio martoriato. Ma torniamo al voto dei crotonesi. I numeri parlano chiaro.
Sergio Ferrari, pur avendo ottenuto un ottimo risultato complessivo, a Crotone, sostenuto da tutto l'apparato politico e istituzionale, della città ha raccolto appena 2.746 voti.
Vito Pitaro di "Noi Moderati" senza giunte, consiglieri, né macchina amministrativa al seguito, ne ha presi 1.500 in città e 3.312 in tutta la provincia. Il dato che dovrebbe far riflettere è questo: Ferrari, con tutto il carrozzone dietro, ha ottenuto meno del doppio di un candidato senza apparati locali. E di quei 2.746 voti, la metà, diciamo 1.350, sono "naturali", legati al fatto che è del posto e presidente della provincia.
L’altra metà? Probabilmente frutto della spinta del sindaco e del suo cerchio magico. Eppure, dove sono i suoi famosi e tanto decantati, 16.600 voti? Non doveva seguirlo almeno il 50%? No? Nemmeno il 25%? Evidentemente no, forse neanche il 15%!
Non va sottovaluto anche un dato importante, a Crotone ha votato rispetto alle precedenti regionali, ben il 6% in più! E allora di che cosa parliamo? Diciamolo chiaramente: Vincenzo Voce non è più il detentore automatico di quei numeri. Crotone non lo segue più.
Chi oggi si candida a rappresentare la città deve fare i conti con la realtà, non con la nostalgia dei numeri del passato. Da quando siamo usciti dalla maggioranza, siamo stati trattati a pesci in faccia dal primo cittadino, che non ha fatto altro che ribadire che noi, piccoli detentori di voti, eravamo lì solo grazie alla sua larga fiducia concessa dai cittadini. Adesso è arrivato il momento di rispondere. Come si dice dalle nostre parti: "Sona a zampogna ppi quandu t'abbisogna." E ora, la suoniamo!
La verità è semplice: ha vinto politicamente chi ha portato voti veri, senza grandi stampelle. E se domani si tornasse alle urne per il Comune, chi sarebbe davvero competitivo? Non chi, con tutto l’apparato alle spalle, ha raccolto appena 2.746 voti, ma chi, senza particolari movimenti, è riuscito comunque a lasciare un segno profondo. Perché il mondo gira. E stavolta ha girato altrove, di certo, non dalla parte del sindaco.
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