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LA FINE DELL'UOMO È LA FINE DEI TEMPI

  È innegabile che le forze del male si siano scatenate contro l'umanità, e in particolare contro la famiglia. Ma ciò che sta accadendo ...

domenica 30 marzo 2025

CROTONE, OGGI SI INSEDIA IL NUOVO ARCIVESCOVO: E’ TEMPO DI ONORARE L'EREDITÀ DI MONS.AGOSTINO

Oggi, Crotone accoglie un nuovo pastore: Mons. Alberto Torriani inizia il suo ministero episcopale per la diocesi di Crotone-Santa Severina. Alle ore 17:00, il Palamilione sarà il palcoscenico di una celebrazione che segna un nuovo inizio, un passaggio di testimone, ma anche un momento di riflessione profonda su un’eredità passata che pesa come un macigno: quella di Mons. Giuseppe Agostino.

Mons. Agostino incarnò il vero spirito di un vescovo, un pastore che non si limitò a predicare ma visse in mezzo al suo popolo, abbracciando le sue sofferenze e le sue speranze. Continuò a fianco degli operai in lotta, portò la Santa Vergine negli stabilimenti della Pertusola, alzò la sua voce in difesa di chi soffriva per le ingiustizie ambientali e sociali. Oggi, dopo alcuni decenni, Crotone si trova ad affrontare sfide simili, più gravi e complesse che mai. Le ferite lasciate dall’inquinamento e dalla crisi occupazionale sono ancora aperte, e la salute dei cittadini continua a essere minacciata da forte indifferenze.

Mi auguro che il nuovo arcivescovo possa raccogliere il mio messaggio, l’eredità di Mons. Agostino, ovviamente non fini politici, ma per essere un faro di speranza e giustizia. Le questioni crotonesi devono essere al centro della sua missione, perché la Chiesa ha il dovere di difendere la dignità dell’uomo, creata a immagine di Dio. Qui, in questo angolo di Calabria, la dignità è stata calpestata troppo a lungo, e le promesse di un futuro migliore sembrano svanire nel nulla.

Non pretendo che Mons. Torriani possa essere un clone di Mons. Agostino, ma spero ardentemente che possa avere il coraggio di alzare la voce per chi non ha voce. La questione ambientale è spesso oggetto di argomento tra le mura del Vaticano, ma la realtà  è ben diversa, qui ancora di più: un silenzio che continua a urlare. La gente di Crotone merita un pastore che non solo ascolti le sue grida, ma che anche le faccia rimbombare nei corridoi dei palazzi istituzionali e di potere. 

La speranza è un seme che deve essere coltivato, e oggi, mentre diamo il benvenuto a Mons. Alberto Torriani, scommettiamo su un futuro in cui possa essere realmente testimone dell’amore paterno di nostro Signore Dio e protagonista per una svolta della giustizia sociale e ambientale.

sabato 29 marzo 2025

FRA I PASTROCCHI DELLE PROSSIME COMUNALI, L’ENI PREPARA IL PACCO, MA NOI RITORNEREMO IN AULA.


Mettiamoci l’animo in pace, poiché non sono le convention politiche, gli abbracci, gli inciuci, i sorrisi e i reel a far sviluppare la città di Crotone. È tempo di dire basta! È necessario affrontare i problemi con determinazione e coraggio, precisamente con gli attributi, di fronte al dramma che vive la città di Crotone. La questione bonifica tornerà nuovamente in Consiglio Comunale, perché non se ne può più; ritornerà con argomenti infuocati per dire no a questi balletti messi in atto da Eni e non solo! Dai rappresentanti istituzionali, politici di primo e secondo grado. Ritorneremo in aula, e ognuno dovrà togliere la maschera e dichiarare da che parte sta realmente; altrimenti, i rappresentanti politici non saranno legittimati di occupare un seggio nel comune di Crotone, né adesso e né per le prossime amministrazioni.

Il commissario Errigo, come si può leggere, è in linea con Eni Rewind e chiede a gran voce di avviare la bonifica, ma non come prevista, bensì secondo le loro intenzioni. Insomma, una bonifica che guarda solo da una parte, del tutto unilaterale, che non persegue gli interessi collettivi. Praticamente vogliono fare l’assurdo, il contrario di quanto abbiamo espresso mediante atti amministrativi: i rifiuti li vogliono spostare da una parte all’altra dello stesso territorio. Ma gli occhi anche dei bambini possono considerare questa cosa fattibile? Si legge dai giornali che il Commissario Errigo afferma che “si risolve tutto spostando i veleni dalla zona Nord a quella Sud di Crotone. Anche questa sembra un’ottima scelta.” Insomma, l’assurdo!

La smettessero tutti! È tempo di calarci nei problemi, poiché i pastrocchi e gli intrugli politici di questi periodi non dovranno farci abbassare la guardia consentendo a Eni di offrire il solito pacco.

martedì 25 marzo 2025

CROTONE, BATTEZZATO "CRESCERE" E CRESCE SUBITO L'ORECCHIO DEL CAVALLO.

"U ciucciu chiama 'ricchia lunga' a ru cavaddru" tradotto letteralmente "L’asino chiama 'orecchio lungo' il cavallo". Io, che adoro il nostro vernacolo, con questo antico proverbio, a proposito di traditori, capirete con chiarezza a cosa mi riferisco".

Un sindaco che si erge a leader di un movimento senza alleati definiti, poiché ha dichiarato che nessuno dovrà portare i simboli di partito. E ascoltate bene cosa ha affermato: "Un consiglio comunale che mi sostiene, un gruppo di traditori che mi ha abbandonato: questi saranno i miei punti di riferimento per la campagna elettorale."

Avete capito "traditori" da quale pulpito arriva!

Ancora una volta, in chiusura del battesimo del suo Movimento, ha utilizzato toni e dichiarazioni rabbiose, mostrando di aver perso il senso della realtà. Ha accolto con pompa il presidente della Regione e della Provincia, cercando di riciclarsi come paladino del civismo, dimenticando che il suo percorso amministrativo è stato tracciato grazie ai simboli di partito.

E chi sono questi traditori? Ben nove consiglieri della sua vecchia maggioranza, nel tentativo di difendere un programma amministrativo serio e responsabile, hanno scelto di allontanarsi da chi, invece, ha ridotto quel documento a carta straccia.

Crotone, un territorio martoriato dall’inquinamento e da percentuali allarmanti di malattie tumorali, necessita di persone capaci di affrontare le gravi emergenze ambientali, non di chi si nasconde dietro false promesse e slogan. Traditori di cosa? Di una coerenza che lui stesso ha calpestato, tradendo le sue stesse parole: "mai con i partiti, mai con il centrodestra, mai con gli sculchiani." Un puritano che ha abbandonato ogni principio per abbracciare il trasformismo più sfrenato e becero non dovrebbe attaccare coloro che onorano i principi da lui tanto proclamati e decantati durante la campagna elettorale del 2020.

In un contesto dove il cambiamento di schieramento era un tempo considerato uno scandalo, Voce ha trasformato le giravolte in una routine. Qui non si scherza: si gioca il destino di una città, imprigionata da una politica pericolosa e da quattro soldi. I pifferai dell'orchestra sono pronti a suonare, ma non intonano il canto del cambiamento: la loro melodia è quella della confusione e dell'ingiustizia, un preludio a una vera e propria De Profundis. Crotone merita di più! Il suo futuro non può essere sacrificato sull'altare di un ambizioso e pericoloso trasformismo. È tempo di avere il coraggio di risvegliare le coscienze e reclamare ciò spetta ai cittadini, prima che sia davvero troppo tardi.

CROTONE, IL RINNOVAMENTO CONTINUA: DAL CIVISMO VERSO I PARTITI.


Alla fine, il Presidente Occhiuto non si è limitato a fare da padrino al battesimo del Movimento “Crescere”; la sua prima Convention si è trasformata in una vera e propria canonizzazione del sindaco.

Dall’altra parte, lo merita: il movimento civico “Crescere” nasce dalle ceneri di Tesoro Calabria (il cui fondatore Tansi è presente all’incontro) attraverso eventi che appaiono veramente miracolosi, eventi che nessuno avrebbe mai immaginato e che mai ci sarebbe riuscito.

Nato da un profondo civismo, che ha raccolto i cittadini delusi dagli apparati dei partiti, ma si è felicemente legato ai partiti tradizionali e alle correnti di potere locale. È stato fondato per opporsi alla mala politica, ma nella realtà ha sposato tutte le linee di questa, partecipando ai giochi e ai giochetti della politica becera di tutti i tempi. Doveva essere una controparte esemplare all’ENI e invece si è rivelato come un alleato, assumendo posizioni addomesticate.

Le promesse di combattere il potere consolidato si sono dissipate, e i comizi in Piazza Marinai d’Italia si sono trasformati in un triste spettacolo di conformismo. Gli elettori, quei 16.600 sostenitori (di cui il sindaco non perde occasione di vantarsi), oggi si ritrovano con un pugno di mosche. Dove sono finiti i temi cruciali, come la salvaguardia ambientale, che avrebbero dovuto essere al centro dell’azione politica?

A cosa sono serviti i comizi e gli slogan contro un potere radicato nel tempo, presentandosi agli elettori come rivoluzionari e anti-sistema, per poi ritrovarsi a fare l’esatto contrario di quanto promesso su temi importanti e di grande rilevanza, come quelli ambientali, cambiando linea in modo radicale e sconcertando i propri elettori?

Se da una parte il presidente Occhiuto è stimolato da una parte del suo partito, dall’altra non lo è, neanche per l’intera coalizione del centro-destra, il che rende difficile comprendere questo appoggio incondizionato al sindaco. Sarà il carisma di Voce? E se questo è da escludere, che cos’è allora? È legittimo che il Presidente di una Regione prenda posizioni politiche, ma se queste non sono chiare nemmeno al suo partito, cosa devono pensare gli elettori? Con il battesimo di oggi è chiaro che la sua neutralità sembra svanire e il risultato potrebbe essere una frattura profonda tra città, partito e coalizione. Povera Crotone! Nelle mani, non del popolo, ma di altri. L'operazione, ahimè, gattopardesca si è ulteriormente consumata. 

Gli interrogativi sono tanti, e se li pongono anche gli iscritti (in questi giorni abbiamo visto diversi comunicati stampa), ma la domanda me la pongo anche io, che sono comunque un consigliere comunale e che, per tutto il percorso amministrativo, non abbiamo cambiato casacca e siamo rimasti al nostro posto, sempre "stanchi dei soliti". Allora, cosa c’è dietro? È legittimo che il Presidente di una Regione assuma delle posizioni politiche che, pur legittime, non sono chiare. Se non è chiaro per la propria componente politica, immaginiamo un elettore che dovrà ridare fiducia a chi ha palesemente lavorato per un totale cambiamento della vocazione politica originaria.

Il presidente (inteso come rappresentante istituzionale) assume una posizione di parte e spacca interamente una città, allo stesso tempo potrebbe dividere anche il suo partito e, come se non bastasse, l’intera coalizione del centro-destra. A questo punto, mi sembra doveroso, visto che noi non ci siamo riusciti nel Consiglio comunale durante la verifica di maggioranza, che i consiglieri comunali vicini al presidente Occhiuto (compresi i componenti di Progetti Comune, presenti anche loro all’evento) spieghino ai loro elettori quali sono le motivazioni (forse legittime) per cui appoggeranno, nonostante siano stati eletti in opposizione, in maniera incondizionata il Movimento "Crescere". Questo è il momento della verità: chiarezza e responsabilità sono le uniche strade, affinché questa città possa ritornare ad una politica seria, soprattutto di chi ha perso la fiducia, ingannata, per aver creduto in un cambiamento autentico.

N.b. Le mie informazioni non sono motivo di doglianze, poiché io e il mio gruppo siamo consapevoli di aver fatto la scelta giusta, di non aver mai tradito le aspettative di chi ha creduto in noi.

domenica 23 marzo 2025

QUESTA È LA CROTONE CHE VOGLIAMO! LA CAPITALE MAGNO-GRECA CHE SI RISCOPRE ANCHE UN PO' ROMANA.

Da ieri e fino ad oggi, 23 marzo, a Crotone si stanno svolgendo le Giornate FAI di Primavera. La Delegazione FAI di Crotone e Santa Severina, in collaborazione con i Parchi archeologici di Crotone e Sibari, ha organizzato presso il Museo e Parco archeologico di Capo Colonna diverse visite guidate. I ragazzi del Liceo Scientifico Filolao di Crotone sono stati egregiamente i protagonisti di questo evento.

Essi hanno partecipato alla riscoperta dei siti archeologici, fra cui, in questi giorni, sta venendo alla luce un magnifico mosaico di epoca romana. Gli studenti sono stati impegnati a condurre i visitatori lungo il percorso che conduce all'antico Santuario di Hera Lacinia e all'abitato di epoca romana.

È stata aperta al pubblico la grande Domus Dr, all'interno della quale è visibile un altro splendido mosaico pavimentale. 

Insomma, Crotone, se non parte dalla propria gloriosa storia, mai potrà sperare di evolversi e riscattarsi da un mondo che la vorrà tenere soppressa.

EUROPEISTA SÌ, MA NON QUELLA CHE CI STANNO PROSPETTANDO

Non capisco perché la discussione sul manifesto di Ventotene stia suscitando tanto nervosismo in certe aree politiche. Romano Prodi, che a mio parere, il suo concetto di Europa, non è certamente quella dei primi padri fondatori, nel suo recente intervento, lo dimostra chiaramente. 

Il manifesto di Spinelli, esprime senza mezzi termini l'intenzione di dar vita a un movimento federalista europeo che, sotto la facciata della democrazia, cela proposte inquietanti. Un passaggio cruciale del testo recita: "La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio". 

E allora io mi chiedo: non è forse vero che questa Europa sta cercando di mettere le mani sulla proprietà privata? Vogliamo far finta di nulla?! 

Non è questa oligarchia europea, sotto l'ombrello del "green", pensa a un piano di super tassazione sugli immobili? Arrivando persino a colpire la prima casa dei cittadini? 

Se poi aggiungiamo il riarmo di 850 miliardi di euro che questa Europa ha voluto adottare! Beh, di che vosa dobbiamo parlare?

È tempo di aprire gli occhi e affrontare la realtà!

sabato 22 marzo 2025

QUANDO A SCANDALE C'ERA IL CINEMA


Eppure, di quei tempi, sono orgogliosamente felice di averli vissuti. Le giornate si snodavano nella semplicità, senza telefoni (solo alcune famiglie avevano il fisso), senza televisori, a casa mia non mancava, ma quel vecchio apparecchio non tutti l'avevano.

Chi di noi non desidererebbe tornare indietro e vivere come un tempo? Oggi, le case sono invase da computer personali, con modem e fibra che ci collegano all'infinito. Cellulari che ci permettono di comunicare ovunque, a qualsiasi ora. Strumenti sofisticati per ascoltare musica e vedere film in una qualità impeccabile. Automobili di ogni genere, ora anche elettriche, ci portano ovunque in un batter d'occhio.

Ma c'è una generazione che non conosce la vita di mezzo secolo fa, quando non esistevano smartphone, internet o televisione. Eppure, c'era il cinema, il cuore pulsante delle piccole comunità. La sala cinematografica, un luogo magico che si è diffuso ovunque, diventava un punto di riferimento: ogni sera, ci accoglieva con storie di cowboy, arti marziali, spionaggio e risate, noi ci ricordiamo i film di Franco e Cicccio. Ma non era solo un luogo di intrattenimento; era il palcoscenico delle nostre vite, dove si svolgevano dibattiti, congressi politici e recite scolastiche.

Nella sala buia si sgranocchiavano caramelle, ceci e noccioline, ma non mancava il profumo del popcorn. Ci ritrovavamo. Eravamo una comunità, uniti dalla magia del grande schermo. Finito il film, non restava altro che andare a casa a dormire; difficilmente si andava a mangiare una pizza, nei paesi non esistevano locali per cenare fuori. Per allungare le ore, spesso ci si chiudeva nella tavernetta di casa, dove si trascorreva la serata in mezzo alle botti di vino e la "piartica" e la "cannizza" deposito di tutte le provviste e le prelibatezze del momento, tra un bicchiere di vino locale, pane di casa, "alivi", "sazizzzi" e "suppressati".

N.B. La foto risale a circa 50 anni fa a Scandale presso il cinema Brescia, in occasione del primo incontro per la nascita della nostra vecchia Cassa Rurale, io, bambino, sono in orima fila.

"A CALABRIA ERA TUTTA COLTIVATA "


“A Calabria era tutta coltivata”, ha ragione la signora calabrese in video, un tempo la nostra terra era un paradiso agricolo, un mosaico di ortaggi, grano, vigneti e uliveti. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un deserto di abbandono, le buste di spazzatura la puoi trovare ovunque dai mercenari della trascuratezza. È una vergogna inaccettabile! 

E non parliamo delle politiche attuali, che riempiono il nostro paesaggio di pale eoliche senza alcun rispetto per la bellezza e la tradizione della nostra terra. Pale dappertutto!La signora calabrese nel video ha ragione: “Mo a terra a sputano, e da terrà vena tuttu”. 

Non sarebbe ora di ridare dignità alla Calabria?

giovedì 20 marzo 2025

MENTRE IN SIRIA MASSACRANO I CRISTIANI (SOPRATTUTTO BAMBINI), ROMA ACCOGLIE IL SUO MINISTRO SENZA TOCCARE L’ARGOMENTO


Famiglie intere, anziani, sacerdoti e soprattutto bambini, vengono massacrati con brutali esecuzioni, mentre il mondo e i mass media girano lo sguardo dall'altra parte. A Roma, un tempo era sede del Vicario di Cristo, il ministro siriano viene accolto con onori da Tajani. I rapporti diplomatici devono pur continuare, ma l'assenza di menzione per questi crimini è una vergogna inaccettabile, ancor di più se manca l'indignazione di chi professa i valori cristiani.

Dalla Siria arrivano testimonianze drammatiche: gruppi fanatici alimentano sanguinosi scontri tra le fazioni lealiste di Bashar al-Assad e la nuova leadership a Damasco, con un bilancio di circa mille morti. Bambini rapiti dall’Isis, donne decapitate, anziani uccisi solo perché difendono i loro villaggi. 

Il 18 marzo, a Roma in un incontro annunciato con il ministro siriano Asaad al Shaibani,  Tajani ha espresso la sua soddisfazione per la promessa di una "transizione pacifica" in Siria. Ma questa "tranquillità" non si estende ai cristiani, che continuano a subire un massacro silenzioso, mentre l'Europa si preoccupa di armarsi contro un fantomatico nemico.

martedì 18 marzo 2025

SAN GIUSEPPE A SCANDALE, DA SACRO A PROFANO, MA RESTA UNA GRANDE TRADIZIONE


Nel mese di marzo, Scandale si trasformava in un palcoscenico di devozione e tradizione. Le famiglie, unite dallo spirito collettivo, si preparavano a celebrare la festa di San Giuseppe, un evento che risuonava come un eco d'amore e rispetto per le proprie radici.

I preparativi iniziavano nelle campagne, dove l’aria era permeata dal profumo di primavera e dalla dolce attesa. Frasche e rami venivano raccolti con cura, destinati ai "Luminari", i falò che, la sera del 18 marzo, illuminavano le strade del paese come fari di speranza e gratitudine. Questi fuochi non erano solo un simbolo di venerazione, ma un richiamo a unirsi, a riscoprire l’essenza di ciò che significa essere comunità.

"U Cumbitu" era una semplice pietanza, una deliziosa pasta e ceci, preparata con amore, arricchita da abbondante cipolla e una salsetta piccante. Ma non era solo un piatto: era il cuore pulsante della condivisione. Molte famiglie, giorni prima della festa, offrivano cibo ai vicini e ai passanti, e con un gesto di amore incondizionato, portavano la pentola calda a chi ne aveva più bisogno, creando un legame che andava al di là delle parole.

La sera del 18, dopo i vespri, i "Luminari" si accendevano, e la comunità si raccoglieva attorno al falò in preghiera, avvolta nella serenità del Santo Rosario. Le voci si univano in canti popolari che rendevano omaggio a San Giuseppe e alla Beata Vergine Maria, creando un’atmosfera di sacralità e gioia.

In questi momenti di unità, fede e tradizione, Scandale brillava come una stella nel buio, un faro di speranza e amore che ancora oggi illumina i cuori della gente.

Se un tempo la festa era esclusivamente sacra, oggi essa si è trasformata in una celebrazione culturale che mantiene vivo il legame con le tradizioni, ma è diventata un'altra cosa. I "luminari" non sono più presenti in tutte le vie, e la festa si regge ora solo grazie agli incentivi del comune e al valido apporto delle associazioni, in particolare della Pro Loco. Ma ahimè, quest'anno sopravvive un solo fuoco.

È un motivo per riflettere, un richiamo a non dimenticare mai chi siamo e da dove veniamo, un invito a custodire con cura la bellezza di questa festa, con radici prettamente religiose, della nostra cultura e a trasmetterla di generazione in generazione, affinché il calore di San Giuseppe continui a risplendere nel cuore di ogni scandalese.

sabato 15 marzo 2025

SCANDALE, OGNI TANTO COME IL SABATO DEL VILLAGGIO

I tempi sono cambiati e i nostri paesi hanno perso quella vitalità di un tempo. L'antica civiltà contadina, che animava le strade con il profumo dei prodotti freschi e le cassette a fianco della porta di casa del contadino, piene di frutti di stagione, è ormai solo un ricordo. Un tempo, il prodotto esposto non era sempre in vendita, ma anche un dono tra vicini e passanti, senza sempre pensare al denaro. Oggi, invece, queste abitudini si sono affievolite e pochi coltivano ancora la terra.

Ma c'è un sabato pomeriggio, come oggi, in cui il piccolo centro riscopre il suo "sabato del villaggio". Le strade si animano con venditori "per caso" che offrono asparagi, finocchi "selvatici", finocchietto, origano e quant'altro! In alcuni periodi, come oggi, capita di trovare il prelibato pane di castagna, un tesoro della tradizione calabrese. Dalle nostre parti è più diffuso nella Presila, nel Petilino e in particolare a Mesoraca. Questo pane, una volta cibo per i poveri, era preparato con farina di castagne al posto della comune farina di grano. Oggi, invece, è diventato un simbolo di raffinatezza, un panino di piccole dimensione, rotondo, dal gusto unico e inconfondibile, che conquista facilmente il palato di molti.

Riscopriamo insieme le nostre radici, perché anche tra le strade silenziose dei nostri paesi, la tradizione e il sapore possono farci vivere momenti e deliziosi profumi di un tempo.

domenica 2 marzo 2025

" OJII E OTTU". VITA PAESANA DI UN TEMPO


Un tempo, la vita era semplice ma intensa. Gli spostamenti erano un lusso per pochi, riservati a chi migrava; la maggior parte di noi viveva nel raggio del proprio paese, o al massimo nel circondario provinciale, senza telefoni né mezzi di trasporto, se non asinelli e cavalli. Le prime automobili, rare e costose, non erano alla portata di tutti. Eppure, in quell'attesa di un giorno diverso, si trovava un senso di pienezza. Le feste religiose, la nascita di un figlio, la macellazione del maiale: eventi che scandivano il ritmo della vita, ogni attesa portando con sé promesse di gioia e abbondanza.

Le famiglie, numerose e unite, si preparavano per la grande festa del maiale, un giorno di raccoglimento e gratitudine. La conservazione dei prodotti suini era fondamentale per affrontare l'inverno; una famiglia contava in media sette, otto, fino a dieci membri. Ma la vera attesa, quella che scaldava il cuore, era legata alla raccolta: “a ricòta”. Era il momento in cui il contadino chiudeva i conti con la vita, estinguendo debiti e celebrando il duro lavoro.

In ogni angolo, l’attesa era un filo che univa i giorni, conferendo valore al presente e al futuro. Si contavano le settimane, i giorni, gli istanti. L’ultima settimana era la più dolce: “Oiji e ottu” diventava il mantra che anticipava feste e celebrazioni. A Scandale, si ripeteva: “Oiji e ottu è ra festa i Cundoliu”, mentre per i contadini il momento culminante era la macellazione: “Oiji e ottu e ammazzamu lu porcu”.

A giugno, i creditori tornavano da chi doveva loro denaro, presentando il conto. Ma i contadini, con prontezza, rispondevano: “Vi pagamu a ricòta”, ovvero dopo la raccolta di frumento e cereali, quando i granai si riempivano. 

Così, la vita scorreva frenetica, tra problemi e difficoltà, ma affrontate con gioia e attese cariche di speranza.