"U ciucciu chiama 'ricchia lunga' a ru cavaddru" tradotto letteralmente "L’asino chiama 'orecchio lungo' il cavallo". Io, che adoro il nostro vernacolo, con questo antico proverbio, a proposito di traditori, capirete con chiarezza a cosa mi riferisco".
Un sindaco che si erge a leader di un movimento senza alleati definiti, poiché ha dichiarato che nessuno dovrà portare i simboli di partito. E ascoltate bene cosa ha affermato: "Un consiglio comunale che mi sostiene, un gruppo di traditori che mi ha abbandonato: questi saranno i miei punti di riferimento per la campagna elettorale."
Avete capito "traditori" da quale pulpito arriva!
Ancora una volta, in chiusura del battesimo del suo Movimento, ha utilizzato toni e dichiarazioni rabbiose, mostrando di aver perso il senso della realtà. Ha accolto con pompa il presidente della Regione e della Provincia, cercando di riciclarsi come paladino del civismo, dimenticando che il suo percorso amministrativo è stato tracciato grazie ai simboli di partito.
E chi sono questi traditori? Ben nove consiglieri della sua vecchia maggioranza, nel tentativo di difendere un programma amministrativo serio e responsabile, hanno scelto di allontanarsi da chi, invece, ha ridotto quel documento a carta straccia.
Crotone, un territorio martoriato dall’inquinamento e da percentuali allarmanti di malattie tumorali, necessita di persone capaci di affrontare le gravi emergenze ambientali, non di chi si nasconde dietro false promesse e slogan. Traditori di cosa? Di una coerenza che lui stesso ha calpestato, tradendo le sue stesse parole: "mai con i partiti, mai con il centrodestra, mai con gli sculchiani." Un puritano che ha abbandonato ogni principio per abbracciare il trasformismo più sfrenato e becero non dovrebbe attaccare coloro che onorano i principi da lui tanto proclamati e decantati durante la campagna elettorale del 2020.
In un contesto dove il cambiamento di schieramento era un tempo considerato uno scandalo, Voce ha trasformato le giravolte in una routine. Qui non si scherza: si gioca il destino di una città, imprigionata da una politica pericolosa e da quattro soldi. I pifferai dell'orchestra sono pronti a suonare, ma non intonano il canto del cambiamento: la loro melodia è quella della confusione e dell'ingiustizia, un preludio a una vera e propria De Profundis. Crotone merita di più! Il suo futuro non può essere sacrificato sull'altare di un ambizioso e pericoloso trasformismo. È tempo di avere il coraggio di risvegliare le coscienze e reclamare ciò spetta ai cittadini, prima che sia davvero troppo tardi.
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