Chi di noi non desidererebbe tornare indietro e vivere come un tempo? Oggi, le case sono invase da computer personali, con modem e fibra che ci collegano all'infinito. Cellulari che ci permettono di comunicare ovunque, a qualsiasi ora. Strumenti sofisticati per ascoltare musica e vedere film in una qualità impeccabile. Automobili di ogni genere, ora anche elettriche, ci portano ovunque in un batter d'occhio.
Ma c'è una generazione che non conosce la vita di mezzo secolo fa, quando non esistevano smartphone, internet o televisione. Eppure, c'era il cinema, il cuore pulsante delle piccole comunità. La sala cinematografica, un luogo magico che si è diffuso ovunque, diventava un punto di riferimento: ogni sera, ci accoglieva con storie di cowboy, arti marziali, spionaggio e risate, noi ci ricordiamo i film di Franco e Cicccio. Ma non era solo un luogo di intrattenimento; era il palcoscenico delle nostre vite, dove si svolgevano dibattiti, congressi politici e recite scolastiche.
Nella sala buia si sgranocchiavano caramelle, ceci e noccioline, ma non mancava il profumo del popcorn. Ci ritrovavamo. Eravamo una comunità, uniti dalla magia del grande schermo. Finito il film, non restava altro che andare a casa a dormire; difficilmente si andava a mangiare una pizza, nei paesi non esistevano locali per cenare fuori. Per allungare le ore, spesso ci si chiudeva nella tavernetta di casa, dove si trascorreva la serata in mezzo alle botti di vino e la "piartica" e la "cannizza" deposito di tutte le provviste e le prelibatezze del momento, tra un bicchiere di vino locale, pane di casa, "alivi", "sazizzzi" e "suppressati".
N.B. La foto risale a circa 50 anni fa a Scandale presso il cinema Brescia, in occasione del primo incontro per la nascita della nostra vecchia Cassa Rurale, io, bambino, sono in orima fila.
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