Voglio fare una doverosa premessa: sono di fede cattolica da sempre, ma riconosco anche la profondità spirituale di tanti appartenenti ad altre chiese, come le comunità protestanti o le chiese ortodosse. Certo, sarebbe stato bello vivere un’unità più stretta tra noi, ma sono convinto che un giorno tutti i credenti si riuniranno sotto la guida di Gesù Cristo. È scritto: “Un solo ovile, un solo pastore”. Ho partecipato al cammino neocatecumenale, ho fatto parte del Rinnovamento nello Spirito Santo e, per tre anni, sono stato alla guida di un gruppo. Pertanto, non mi sento uno sprovveduto e posso esprimere le mie riflessioni, che nascono dagli ultimi cinque anni di questo pontificato. Chiedo di rispettarle: chi commenterà, lo faccia con cognizione di causa, basandosi su fatti e dati concreti. Le simpatie o i partiti presi non sono tollerabili di fronte a una Chiesa che rischia di perdere la propria identità e legittimità.
Questo è un momento decisivo: o si accompagna la Chiesa sulla strada giusta, o sarà troppo tardi. È anche nostro compito – forse più dei cardinali, molti dei quali hanno i propri scheletri negli armadi – contribuire a salvaguardare la verità, che non può più aspettare.
Il Conclave odierno solleva gravi interrogativi sulla sua integrità e sulla reale presenza dello Spirito Santo. Negli ultimi anni, molti cardinali sembrano allontanarsi dalla vera essenza del ministero: spesso sono strumenti di potere e interessi mondani, piuttosto che autentici mediatori della volontà divina. La mia riflessione si basa su fatti, atti pubblici e inchieste giudiziarie note, non mi invento nulla! La loro vita di benessere e privilegi evidenzia come in tanti abbiano abbandonato le radici della dottrina bimillenaria della Chiesa, lasciando spazio a logiche di conquista e dominio che nulla spesso hanno a che vedere con il Vangelo. Le nomine, influenzate da potentati e logge segrete come quella di San Gallo, minano la purezza della Chiesa e aprono la porta a un nuovo ordine mondano, lontano da Cristo e dalla verità rivelata.
Pertanto, cari lettori e amici, che condividiamo la stessa fede, desidero rammentare che non è mio intento giudicare, ma semplicemente condividere alcune considerazioni basate sui principi della religione che ho sempre seguito e che ci sono stati insegnati. Non possiamo definirci, come avviene in politica, conservatori o progressisti, ideologizzando la fede. Chi si riconosce nella Chiesa di Roma dovrà semplicemente essere cattolico; altrimenti, inconsapevolmente, si sta dirigendo verso un’altra strada.
Questo non significa che la Chiesa non debba aprirsi all’evoluzione dei tempi, ma non può mai lasciarsi contaminare dal mondo, altrimenti rischia di perdere il messaggio del Vangelo e di seguire l’eresia. Quando Gesù Cristo è venuto sulla Terra, non ha detto che il suo messaggio dovesse adattarsi ai tempi, né ci ha confermato una seconda venuta in tal senso. La sua venuta risale a circa 2.000 anni fa, e ci ha lasciato l’indicazione di riconfermarci nella stessa fede. Guai a quei pastori che non lo fanno!
Se qualcuno non condivide, è pregato di non leggermi oppure di concentrarsi sui contenuti; così potremo confrontarci e chiarire molti dei dubbi che stanno emergendo nella nostra Chiesa. Tra l’altro, i “dubbia” provengono da ben cinque cardinali, a cui Francesco non ha mai dato risposta. Solo questo dovrebbe farci riflettere: un successore di Bergoglio non potrà mai salire sul trono di Pietro; altrimenti la confusione aumenterà sempre di più. Purtroppo, dalle congregazioni plenarie di questi giorni è prevalsa una sola linea: seguire la scia di Francesco.
In questo contesto, con 133 cardinali provenienti da culture e lingue diverse, che tentano di comunicare in latino in pochi giorni, poiché non tutti conoscono l'italiano, emerge una scena caotica mai verificatasi, quasi una Babele moderna. La mancanza di un confronto approfondito, i concistori mai voluti da questo ultimo pontificato e il disordine evidente sono segnali allarmanti di una crisi profonda: la presenza dello Spirito Santo in tutto ciò appare più che mai in dubbio. È urgente chiedersi: quanto può ancora la Chiesa essere guidata da Dio in un ambiente così frammentato e contaminato da interessi umani?
In questi giorni, la stampa mainstream pare che abbia manipolato le menti di molti fedeli, giocando e strumentalizzando anche l’uscita in borghese di Bergoglio e, fino all’ultimo, mettendo in evidenza gli scarponi nella bara. Ora, io dico: se una persona accetta di farsi papa, dovrà accettare anche il protocollo bimillenario, oppure dovrà dichiararlo che non è in linea prima di entrare in conclave! Altrimenti, più che umiltà, potrebbe trattarsi anche di apparente umiltà! Non è l'utilizzo degli scarponi rispetto al mocassino mogano dei papi, sinonimo di umiltà. Ancora più grave è che Bergoglio, invece del tradizionale crocifisso (croce pettorale) che simboleggia la fede cristiana, ha scelto di indossare l’immagine del buon pastore, un simbolo ambiguo e soggetto a molteplici interpretazioni, che tuttora tanti fedeli sono sconcertati e confusi. Molti cardinali che si stanno chiudendo in conclave affermano che bisogna nominare un erede di Francesco, ma cosa succederà se dovesse accadere? La Chiesa cattolica potrebbe subire altri traumi, soprattutto considerando la già diffusa confusione generata dai “dubbia” espressi da cinque cardinali riguardo a Papa Francesco, che non ha mai voluto rispondere. Rischiamo così di trovarci di fronte a una Chiesa che potrebbe non essere più autenticamente cattolica, come quella profetizzata dalla mistica Beata Anna Caterina Emmerich, a cui si attribuiscono molte profezie sul futuro della Chiesa. In una delle quali disse che la Chiesa avrebbe avuto due Papi, cosa già successa e che dovrebbe farci riflettere profondamente. Inoltre, questo tempo avrebbe portato a un periodo di grande confusione e all’insorgere di una falsa Chiesa che si sarebbe instaurata a Roma, cercando di sostituire quella ufficiale. Forse, questa potrebbe essere proprio la fase attuale. La profezia includeva queste parole: “Vidi anche il rapporto tra i due papi… Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa Chiesa. L’ho vista aumentare di dimensione; eretici di ogni tipo venivano nella città di Roma. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità…”
Padre Pio, nel 1960, disse: «È Satana che si è introdotto nel seno della Chiesa e, in poco tempo, verrà a governare una falsa Chiesa». Questa affermazione proviene da un’intervista concessa nel 2011 da Padre Gabriele Amorth, che aveva frequentato Padre Pio per ventisei anni. La sua testimonianza, che doveva essere divulgata solo dopo la morte del grande esorcista, ci invita a riflettere sul presente.
Tutto ciò dovrebbe spronarci a riflettere profondamente. In momenti che sembrano sempre più come tempi di Apocalisse,
ci chiediamo: chi dovrebbe essere il vero successore di Pietro? E non di Bergoglio. Ma allora, perché proprio di lui si parla? Non dei tanti papi che hanno sacrificato la vita per la fede, morti con il segno del martirio, ve ne cito quattro dopo il Concilio Vaticano Secondo.
Innanzitutto, l’attentato contro Papa Paolo VI, avvenuto il 27 novembre 1970, che nessuno ha mai parlato, subito dopo l’atterraggio a Manila, durante il suo viaggio più lungo.
Papa Paolo VI fu aggredito da un uomo boliviano travestito da sacerdote, armato di un crocifisso e di un pugnale, all'aeroporto di Manila, nelle Filippine, il 27 o 28 novembre 1970. Paolo VI rimase ferito al collo e al petto, ma i colpi non furono mortali.
Papa Giovanni Paolo I. La notte tra il 28 e il 29 settembre 1978, dopo soli 33 giorni di pontificato, fu trovato morto nel suo letto, con la luce accesa e alcuni appunti tra le mani, come se fosse intento a leggere o a lavorare fino all’ultimo istante. Anche da parte della Santa Sede, come la Pontificia di Venezia, si combattevano i religiosi appartenenti alla massoneria ecclesiastica. Secondo il comunicato ufficiale della Santa Sede, la morte sarebbe avvenuta intorno alle 23 del 28 settembre, per “infarto acuto del miocardio”. Tuttavia, fin dall’inizio, la ricostruzione degli eventi fu segnata da incertezze e contraddizioni. Si è pensato ad altro!
Papa Giovanni Paolo II. Il 13 maggio 1981, a San Pietro a Roma, due colpi di pistola interruppero un’atmosfera di festa attorno al passaggio del Papa e della sua gente. Erano gli spari di un attentatore turco che aveva mirato al petto del Pontefice con l'obbiettivo di ucciderlo. Il mancato decesso del papa Polacco è stato attribuita a un miracolo, i colpi di arma da fuoco non avrebbero dovuto lasciare indenne gli organi vitali.
Papa Benedetto XVI, secondo l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, prevedeva con preoccupante certezza la morte di Ratzinger entro novembre del 2012. Una morte che, per la sicurezza con cui è stata pronosticata, lasciava intendere agli interlocutori del cardinale l’esistenza di un complotto per uccidere Benedetto XVI. L’appunto è anonimo e reca la data del 30 dicembre del 2011. È stato consegnato dal cardinale colombiano Darío Castrillón Hoyos alla Segreteria di Stato e al segretario del Papa nei primi giorni di gennaio, con il suggerimento di effettuare indagini. Ma di Benedetto XVI si è detto molto di più: se non ha subito un martirio di sangue, ne ha subito uno bianco, con la sua sede impedita. A questo papa l’hanno silurato sotto tante altre pressioni che, nel post precedente, ho già menzionato, al fine di condurlo alle dimissioni.
Alla luce dei fatti, perché questi papi non piacevano e volevano farli fuori? E Francesco perché è piaciuto al mondo?
È imprescindibile affermare con fermezza che il futuro della Chiesa e della salvezza dell’umanità dipendono dalla presenza dello Spirito Santo. Preghiamo con fervore affinché Dio Padre conceda allo Spirito di illuminare le menti dei cardinali, affinché possano scegliere il vero successore di Pietro, colui che condurrà la Chiesa alla salvezza e all’unità di tutti i cristiani. È fondamentale ribadire che Gesù Cristo è l’unico Salvatore, il Redentore del mondo, l’Unigenito Figlio di Dio rivelato dal Padre eterno. Non possiamo permetterci di confondere questa verità con altre figure, poiché ciò minerebbe la nostra fede e il senso stesso della nostra identità cristiana.
Il documento sulla Fratellanza umana, firmato da Papa Francesco a nome della Chiesa Cattolica e dal Grande Imam di Al-Azhar, rappresenta un esempio preoccupante di come si stia allontanando dai principi fondamentali del cristianesimo. Il titolo stesso richiama terminologie di stampo massonico, come “fratellanza”, un termine che nelle logge sostituisce i valori di Fraternità, carità e comunione dei Santi propri della nostra fede.
Questo approccio, che non vale per il cristiano che crede nella rivelazione di Dio come Uno e Trino e Incarnato, è inequivocabilmente incompatibile con la fede ebraica, islamica e molte altre tradizioni religiose. Non si può affermare che tutte le religioni siano uguali! Se un Pontefice non parte da questa convinzione fondamentale e non proceda all’annullamento di alcune encicliche e lettere apostoliche, si mette a rischio la stessa sopravvivenza della Chiesa Cattolica. Queste sono le mie considerazioni: ci saranno chi sarà d’accordo, chi in parte e chi disapproverà totalmente. Tuttavia, in questo dibattito occorre affrontarlo con serietà e spirito evangelico, evitando superficialità e polemiche sterili.
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