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domenica 11 maggio 2025

LA VERA SFIDA È CONTRO "I LUPI"

Non è semplicemente un titolo di giornale, ma spesso attorno ad esso si racconta la realtà, ciò che si è raccolto dalla gente e dai fedeli.
Un papa non dovrebbe essere cattolico? In realtà abbiamo vissuto un'altra storia. Effettivamente, in questi ultimi decenni, la Chiesa vive momenti di crisi; d'altronde, essa, come istituzione divina, è santa, ma gli uomini che la compongono non sono santi. Alcuni pastori spesso si camuffano e dai volti apparentemente di pecora si possono nascondere bestie. Lo stesso Benedetto XVI, nell’omelia di inizio pontificato, disse: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi». Tutto questo è stato profetizzato più volte, soprattutto nei segreti di Fatima. Pertanto, il male occupa e occuperà fortemente i luoghi in cui si trova la presenza di Cristo. Tuttavia, non dobbiamo mai scoraggiarci, poiché nella Sacra Scrittura è scritto in Matteo 16,18 che le porte degli inferi non prevarranno.  
Significa che le forze del male o le difficoltà non saranno in grado di sopraffare o distruggere la Chiesa, fondata da Gesù.  

Ma oggi il mondo che va sottosopra sembra che stiamo vivendo questi tempi.  
Non necessariamente i Papi siano santi: anzi, ne abbiamo avuto grandi peccatori, ma tutti sono stati custodi della fede e hanno confermato i fratelli nella fede, altrimenti la Chiesa non sarebbe vissuta fino a oggi. 
Il Papa esercita il ministero dal punto di vista laico, come rappresentante di uno Stato, ma ne esercita un altro dal punto di vista spirituale, denominato "munus", cioè il peso che deve portare il successore di san Pietro, conferito dai cardinali dopo il discernimento e l’azione dello Spirito Santo, per indicare la guida spirituale dei cattolici.

In questi ultimi dodici anni, però, qualcosa non è andato come previsto, in quanto diversi studi, approfondimenti e inchieste giornalistiche suggeriscono che Papa Benedetto XVI non abbia mai rinunciato al "munus", ma piuttosto al ministero relativo all’attività di capo dello Stato Vaticano, mantenendo con sé la carica divina, cioè il ministero conferitogli da Dio. Tant'è che il papa tedesco non ha mai tolto l'abito bianco e ha sempre firmato i documenti con la firma papale "P.P." (Pater Patrum).  
Ma su questo argomento non voglio andare oltre. Mi fermo qui.

Leone XIV, sembra diverso dal suo predecessore Francesco, sul suo operato episcopale pare che ci siano luci, ma anche alcune ombre, ma bisogna vedere in seguito nella sostanza. Non posso esprimermi con certezza, dato che è in carica ancora da pochi giorni, ma mi aspetto tante cose: che abbia il coraggio di combattere contro i lupi che da tre secoli accerchiano la Chiesa di Roma. Sarà capace? Se ha assunto il nome di Leone, dovrà iniziare una grande svolta come quella operata da Leone XIII, il quale condannò con coraggio la Massoneria scrivendo quattro encicliche contro di essa. Il vecchio papa scriveva sulla "bestia nera": "Vuole distruggere da capo a fondo tutto l’ordine religioso e sociale, quale fu creato dal cristianesimo, e, prendendo fondamenti e norme dal ‘naturalismo’, rifarlo a loro modo, senza più rispetto per la tradizione".

Mi aspetto che la liturgia torni immediatamente come prima, eliminando le numerose modifiche che risultano somiglianti, a mio parere, all'agnosticismo. in particolare la preghiera del "Padre Nostro" dovrà ritornare come è stato originariamente tradotto. Il papa dovrà avere il coraggio di fare "pulizia" nella Chiesa, avere la forza e la determinazione di eliminare i rami secchi. È fondamentale ripristinare i valori autentici e correggere i cambiamenti che hanno causato confusione e divisione tra i fedeli. La Chiesa deve riallinearsi ai tempi, ma senza mai piegarsi alle mode mondane, mantenendo salda la sua identità e il suo messaggio.


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