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giovedì 29 maggio 2025

LA MOZIONE CONTRO ENI, PER DENUNCIARE L’OMESSA BONIFICA, NON E’ STATA VOTATA DALLA MAGGIORANZA.

 


Ecco il mio intervento in Consiglio comunale su una tematica, che ha solo portato danni alla comunità crotonese: a voi il giudizio se questa denuncia andava fatta o meno.

Premesso che la bonifica dell'area di Crotone rientra tra i progetti di interesse nazionale ed è sotto la responsabilità del Ministero Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare. Questa situazione è stata confermata da una sentenza del Tribunale di Milano, che ha condannato Eni Syndial S.p.A. (oggi Eni Rewind) per un «danno ambientale» causato dall'accumulo e dall'occultamento nel sottosuolo di materiali nocivi provenienti dalle scorie delle produzioni industriali.

Sono passati diversi anni senza che si fosse avviata una seria bonifica, tranne le misure di messa in sicurezza del sito. Eppure, non è stata nemmeno scelta una tecnica definitiva per affrontare il problema. È stata esclusa l'ipotesi di trattare i rifiuti in loco, la cosiddetta "bonifica in situ", una soluzione che avrebbe consentito di intervenire direttamente sul terreno o sulla falda senza dover rimuovere i materiali contaminati. Inoltre, sono state trascurate tecniche termiche efficaci, come il desorbimento termico, che sfrutta il calore per volatilizzare e rimuovere gli inquinanti.

Nel 2019, il Progetto Operativo di Bonifica (POB) Fase 2 prevedeva l'asportazione di rifiuti pericolosi. Tuttavia, nel marzo 2020, con l'approvazione del Piano di Bonifica Fase 2, è stato avviato un percorso chiaro per la bonifica e ogni richiesta di interrare i rifiuti nello stesso territorio inquinato rappresenta un atto irresponsabile e una violazione delle disposizioni legali. Inoltre, la modifica del Piano di Gestione dei Rifiuti Regionale, avvenuta senza il coinvolgimento del Consiglio Comunale di Crotone, è inaccettabile e mina la trasparenza e la partecipazione democratica.

Eni Rewind ha più volte proposto di non voler trasferire i rifiuti speciali al di fuori della regione come stabilito nella sentenza del Tribunale di Milano e ha sollecitato la convocazione di una nuova Conferenza dei Servizi. Durante questo incontro, la Multinazionale ha modificato il piano di bonifica, decidendo di interrare in gran parte i rifiuti nello stesso territorio in cui si trovano i siti inquinati, escludendo qualsiasi altra ipotesi.

La multinazionale sta tentando di stravolgere le norme vigenti, proponendo di spostare i rifiuti solo all'interno del territorio crotonese. Questo approccio rischia di aumentare l'esposizione ai pericoli durante le fasi di prelievo, trasporto e nuovo abbancamento, a pochi passi dal centro abitato. Un sollevamento di polveri sottili in un contesto già compromesso potrebbe causare danni ambientali irreparabili. Nel frattempo, le malattie legate alla mancata bonifica sono in aumento: la salute dei cittadini deve essere una priorità indiscutibile!

Voglio Rammentare a tutti la situazione attuale della città:

a Crotone esistono tre centrali biomasse, un termodistruttore, una centrale turbogas, la più grande discarica di rsu e rifiuti pericolosi del sud Italia in località Columbra, l’invaso nel quartiere Farina contenete rifiuti di ogni genere dal 1998 e rifiuti industriali giacenti sotto i manti stradali e palazzi della città;  nella ex zona industriale vi è il grande accumulo contenente circa un milione di tonnellate di rifiuti di ogni genere, pericolosi e non, radioattivi, parchi eolici costruiti dappertutto, financo nelle vicinanze delle spiagge.

I dati statistici elaboratici dalla Banca d'Italia di Catanzaro anno dopo anno e dal rapporto Polos della locale Camera di Commercio evidenziano indici negativi per le imprese e attività commerciali di ogni genere, si evidenzia la povertà economico-finanziaria delle stesse nel settore commerciale, artigianale e di quel poco di industriale rimasto. Preoccupante è lo spopolamento della città pitagorica e dell’intera provincia e l’invecchiamento della popolazione, la fuga dei nostri studenti verso altre città universitarie. Inoltre, la totale mancanza di infrastrutture viarie e sanitarie, rendono il territorio sempre più isolato dal resto del paese. Gli impianti di smaltimento rifiuti a Crotone hanno prodotto di fatto un distretto energetico selvaggio che inquina costantemente il territorio e sta mettendo a serio rischio la salute dei cittadini (lo studio Sentieri fornisce dati allarmanti).

Abbiamo appreso da più fonti che il gruppo A2A sta pianificando un gigantesco ampliamento della propria struttura di trattamento rifiuti, destinata a superare le 800.000 tonnellate all’anno. Si tratta di una quasi triplicazione dell’attività attuale, con inertizzazioni e trattamenti chimico-fisici di rifiuti liquidi, ospedalieri, e un impianto dedicato esclusivamente al recupero energetico dei rifiuti industriali. 

Oggi, questi soggetti si presentano come sponsor di manifestazioni socio-culturali, ma ciò che ci lascia sgomenti è vedere professori e studenti visitare questa tecnologia di smaltimento, ignari del prezzo che pagheranno sulla loro pelle. La realtà è devastante: un vero scenario apocalittico, che mette a rischio la salute pubblica e l’ambiente.

Mi chiedo come sia stato possibile autorizzare questa follia. È ancora possibile intervenire, fermare questa mostruosità e bloccare le attività, perché sembra evidente che non vi possa essere autorizzazione in una zona idrogeologica come Passovecchio. Ma questo è argomento di discussione al prossimo Consiglio nel quale ho già inoltrata una interrogazione, a lei, sig. Sindaco!

ENI Rewind ha disatteso l’obbligo stabilito da una sentenza del Tribunale di Milano del 2012, non avendo intrapreso azioni significative per il ripristino e il recupero dell'area contaminata. Questo costituisce una chiara omissione: un’azione necessaria non è stata effettuata, lasciando un'area contaminata in uno stato pericoloso per decenni, con gravi rischi per l'ambiente e la salute dei cittadini.

23 maggio 2024, il Consiglio Comunale di Crotone ha adottato all'unanimità una mozione cruciale, nella quale si chiedeva al sindaco di valutare l’ipotesi di una denuncia contro la multinazionale ENI Rewind per "omessa bonifica". La salute pubblica non può essere sacrificata su alcun altare e oggi questa battaglia è più urgente che mai. È imperativo che venga presa una posizione ferma, avviando senza indugi un'azione legale contro ENI Rewind per violazione della sentenza del Tribunale di Milano e per il suo inaccettabile tergiversare sui lavori, per cui denunciare la Multinazionale per “omessa bonifica”. ”. È tempo di difendere la salute dei cittadini e di garantire un ambiente sicuro, senza più nessuno indugio. Non possiamo permettere che l'indifferenza minacci il futuro della nostra comunità.

Mi dispiace, ma anche questa volta abbiamo perso una grande occasione per dimostrare unità su una grande battaglia che dura di trent’anni.

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