Spett/le
Ministero della salute
gab@postacert.sanita.it
Ministero della ambiente e sicurezza
MASE@pec.mase.gov.it
Regione Calabria
capogabinettopresidenza@pec.regione.calabria.it
Prefettura
protocollo.prefkr@pec.interno.it
Procura della Repubblica Crotone
prot.procura.crotone@giustiziacert.it
I sottoscritti Consiglieri Comunali del Comune di Crotone intendono richiamare la Vostra attenzione su una questione ambientale di estrema delicatezza e urgenza, relativa al Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) “Crotone - Cassano - Cerchiara”.
Il sito, inserito nell’elenco dei siti di bonifica con il D.M. 468/2001 e successivamente delimitato dal D.M. Ambiente del 26 novembre 2002, è stato ampliato nel novembre 2017 per includere anche le aree contaminate da Conglomerato Idraulico Catalizzato (CIC). Attualmente, l’area interessata comprende circa 1.448 ettari di zone marine e 884 ettari di aree terrestri.
La città di Crotone convive da anni con una situazione di forte allarme ambientale e sanitario legata alla gestione delle aree contaminate, in particolare per la presenza di rifiuti e sostanze potenzialmente nocive. Numerosi studi e osservazioni epidemiologiche evidenziano un preoccupante aumento dei casi di patologie tumorali tra la popolazione.
Nonostante le disposizioni regionali pregresse imponessero lo smaltimento dei materiali pericolosi al di fuori della Calabria, apprendiamo con preoccupazione che Eni – dopo anni di ritardi e controversie – propone oggi di trasferire tali rifiuti in un altro sito situato all’interno del perimetro urbano di Crotone, aggravando di fatto la già complessa situazione.
Inoltre, si è venuti a conoscenza dell’intenzione di Eni di procedere, il prossimo 16 giugno 2025, al trasferimento di circa 40 tonnellate di rifiuti in Svezia. Tale notizia, che ci spinge a scrivere questa missiva, solleva ulteriori interrogativi circa le modalità operative, la trasparenza delle scelte tecniche e l’adeguatezza delle misure di sicurezza.
Ad oggi, infatti, come amministratori e cittadini, non siamo a conoscenza:
delle modalità di prelievo dei rifiuti, dello stato di contaminazione e della natura chimica dei materiali stoccati da decenni, delle eventuali reazioni chimiche in corso o potenziali,delle misure di prevenzione adottate lungo il percorso di trasporto, in particolare sulla Strada Statale 106 – tristemente nota come “strada della morte”.
Alla luce della complessità e delicatezza degli interventi di bonifica in atto, riteniamo altresì fondamentale sottolineare l’importanza del ruolo e della collaborazione tra i vari enti istituzionali coinvolti nel controllo e nella supervisione delle operazioni. In particolare, il Ministero della Transizione Ecologica, in qualità di autorità nazionale responsabile della gestione dei Siti di Interesse Nazionale, esercita il coordinamento e il controllo generale delle attività di bonifica. La Regione Calabria, in quanto ente territoriale competente, è chiamata a garantire l’adeguata autorizzazione e vigilanza delle operazioni nel rispetto delle normative ambientali e sanitarie vigenti.
L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA Calabria) svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio ambientale, assicurando un costante controllo sulla qualità di aria, suolo e acque. Ulteriore supporto tecnico-scientifico è fornito da enti specializzati quali l’ENEA, soprattutto in relazione a materiali pericolosi e possibili contaminazioni di natura complessa o radioattiva.
Non meno importante è la funzione del Ministero della Salute, che valuta e monitora l’impatto degli interventi sulla salute pubblica, nonché il ruolo delle autorità locali, in primis il Comune di Crotone, quale organo rappresentativo della cittadinanza e garante della trasparenza e della sicurezza sul territorio. Inoltre, si richiama l’attenzione sull’importante compito svolto dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro, organo preposto a garantire la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori coinvolti nelle operazioni di bonifica. Tuttavia, si rileva con preoccupazione che l’Ispettorato di Crotone versa in una situazione di grave carenza di personale, che compromette la piena capacità di vigilanza e controllo sulle attività in questione.
Infine, le Forze dell’Ordine e le autorità preposte al controllo dei trasporti di materiali pericolosi sono impegnate a garantire la sicurezza durante il trasferimento dei rifiuti, in particolare lungo le infrastrutture viarie maggiormente trafficate e a rischio.
Alla luce di quanto esposto, chiediamo con urgenza che vengano fornite informazioni dettagliate e documentate sulle seguenti fasi del processo:
1. Modalità e procedure di prelievo, con garanzia di conformità alla normativa vigente in materia di gestione dei rifiuti pericolosi;
2. Misure precauzionali attuate per minimizzare i rischi, comprese eventuali valutazioni della radioattività e delle specificità chimiche e tossicologiche dei materiali;
3. Piano di monitoraggio costante per rilevare contaminazioni e verificare l’efficacia delle misure di contenimento;
4. Piano operativo completo, con dettaglio delle fasi di prelievo, imballaggio, trasporto (fino al porto di Gioia Tauro) e smaltimento finale, che garantisca la massima sicurezza per la popolazione e per l’ambiente.
Riteniamo doveroso, in nome della trasparenza e della tutela della salute pubblica, che ogni fase dell’intervento sia condivisa con le istituzioni locali e con i cittadini, affinché non si aggiungano ulteriori danni a quelli già subiti dalla nostra comunità.
Ringraziando per l’attenzione e in attesa di un sollecito riscontro, si porgono distinti saluti.
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