Se un consiglio comunale deve ricorrere alla seconda convocazione, è evidente che qualcosa nel funzionamento della macchina amministrativa non funziona. La responsabilità di questa situazione ricade chiaramente sul sindaco che vorrà tenere in piedi qualcosa che non si regge più, invece di prendersi le sue responsabilità e, di conseguenza, pensare anche a interrompere un’attività amministrativa oramai sempre più traballante. L’attuale “maggioranza” ha tentato di tutto, anche coinvolgendo gruppi e membri dell’opposizione, che il sindaco aveva promesso di non avvicinare mai, pur di mantenere un’apparenza di stabilità. Ricordiamo tutti le frasi in campagna elettorale “apparentamenti con nessuno”.Tuttavia, la realtà è che il consiglio diventa sempre più ingestibile: oggi, convocato di sabato – giorno assolutamente inappropriato, che avrebbe comportato costi inutili e disagi – si è di nuovo verificato il fallimento nel raggiungimento del numero legale. Stavolta, però, appare chiaramente che tutto fosse pilotato, poiché è stato sempre consigliabile evitare di organizzare riunioni di sabato, a meno che non si tratti di eventi eccezionali e imprevedibili. Questo perché, di solito, in quel giorno molti servizi e persone sono meno disponibili: i dipendenti e il segretario non sono al lavoro, soprattutto durante l’estate, potrebbero essere difficili trovare disponibilità. Anche le forze dell’ordine potrebbero trovarsi in difficoltà, così come i consiglieri, che nel fine settimana sono spesso impegnati in questioni familiari e per altri impegni assunti precedentemente.
Tuttavia, per i “reggenti” dell’amministrazione comunale non importa, la convocazione di un consiglio di sabato può risultare utile: così, si evita di raggiungere il numero legale, e si va poi serenamente in seconda convocazione con una manciata di consiglieri, ma il risultato è un sistema che mina la trasparenza e la regolarità delle decisioni. E’ ovvio che viene da pensare che è un escamotage per evitare il raggiungimento del numero legale, portando direttamente alla seconda convocazione. Questa, con un minimo di consiglieri, permette di deliberare in modo sereno.
Vedere questo scenario è inaccettabile, dimostrando sempre di più una scarsa considerazione per il nostro tempo e le procedure democratiche. La scorsa volta si è cominciato dopo un’ora, oggi addirittura si è dovuto ricorrere direttamente alla seconda convocazione per mancanza del numero legale, fra l’altro, già verificatasi un’altra volta nei primi mesi dell’anno.
La seconda convocazione rappresenta un problema serio per i lavoratori, che devono poter pianificare le proprie giornate con tempi ragionevoli. Non si può usare la seconda convocazione come strumento per assicurarsi una maggioranza sicura in consiglio: siamo ormai alla farsa.
Bisogna seriamente prendere atto di questa situazione anomala. Non ci sono più ragioni per proseguire su questa strada, perché così appare una totale violazione della legge. Non possiamo essere cattivi maestri: è ora di smetterla con queste scorciatoie e rispettare le regole.
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