ELEZIONI CROTONE 2026: SCENDONO IN CAMPO I SOLDATINI, MA IO INVITO I GENERALI A UN INCONTRO PUBBLICO
Le doglie della mozione contro l'Eni.
In vista di una campagna elettorale che si preannuncia rovente, i sostenitori di questa Giunta si sono lanciati in un’operazione di marketing sui social: reel e post per costruire un’immagine impeccabile dell’amministrazione comunale. Questo gioco, pur discutibile, potrebbe anche passare inosservato se condotto con onestà. Ma quando si inizia a colpire gli avversari, la musica cambia. Nasce così “U’Ruccularu”, un termine crotonese che stigmatizza chi osa criticare. È una vera e propria censura mascherata da “protezione” dell’amministrazione. I cittadini sono costretti a parlare bene, pena il linciaggio mediatico. Queste stesse persone sembrano avere solo tempo per scrivere “cretinate”, attaccando e deridendo chi ha il coraggio di esprimere un’opinione diversa. È ora di dire basta a questa cultura del bavaglio!
Chi sono questi signori? Sono persone che non hanno né arte né parte, sicuramente non sono particolarmente dedite al lavoro; forse ricevono in cambio qualche favorino o promesse dal potere. Non affrontano i temi crotonesi, che probabilmente non conoscono, oppure, se li conoscono, tendono ad occultarli e ignorarli. Sono quelle classiche persone che hanno lasciato morire questa città, soffocata dall’inquinamento e dal deturpamento del territorio. Qual è il loro compito? Alcuni verrebbero ingaggiati, altri reclutati come soldatini; a loro è assegnato il ruolo di leoni da tastiera, ma in realtà non sono neppure conigli da tastiera, poiché, nella vita reale, sono pavidi e quindi non possono mostrarsi. Svolazzano su tutti i social, verificano i contenuti, individuano tutti i “mi piace”, prendono appunti e riferirebbero ai vertici. Inoltre, i soldati o le soldatesse hanno il compito di rispondere ai commenti non graditi; alcune volte si identificano, ma quando devono dare la “mazzata”, magari utilizzano un falso profilo. Chi sono gli artefici e i gestori di “U’Ruccularu”? Non mi dilungo oltre, altrimenti mi toccherà scrivere un libro.
Andiamo a vedere il profilo di “U’Ruccularu”: chi potrebbe essere? È ovvio che qualcuno si fa un’idea; basta dare una sbirciata per capirlo. Loro sì, parlano bene in genere dell’operato del sindaco, ma malissimo di chi si contrappone, questa di oggi è la prova!
Questi signori hanno pensato di attaccare il movimento di cui faccio parte, “Stanchi dei Soliti”, subito dopo la mozione “omessa bonifica” che ho presentato insieme ad altri 11 consiglieri di opposizione. Certo, devono attaccarmi, poiché l’argomento scotta: è quello che questa amministrazione avrebbe dovuto portare a compimento, come le altre tematiche ambientali, motivo per cui noi ci siamo allontanati dalla maggioranza.
Attaccano il movimento come se fossimo rivoluzionari sul cambiamento della città; tutto vero, saremmo stati dei rivoluzionari! Ma solo se questo esecutivo amministrativo ce l’avesse permesso e si fosse adeguato al programma elettorale condiviso; avesse amministrato secondo le aspettative decantate in piazza Marinai d’Italia. Le vetrine luccicanti e la rinascita culturale, cari signori di “U’Ruccularu”, non siamo stati noi ad annunciarli, ma, i sostenitori del sindaco. Noi siamo semplici consiglieri comunali che abbiamo tracciato le linee politiche, ma queste dovranno essere attuate solo sulla base delle intenzioni di chi guida l’amministrazione; altrimenti si rischia di abbaiare alla luna. Ecco perché siamo usciti. La tanto criticata proposta di chiudere piazza Duomo al traffico (perché, di fatto, quel luogo era un vero e proprio parcheggio) non è frutto del mio operato; tant’è che io non ho prodotto nessun atto amministrativo. È un accordo tra il movimento Stanchi dei Soliti e il sindaco, il quale ha il potere di revocare l’ordinanza di divieto di parcheggio in qualsiasi momento. Pertanto, non capisco questi inutili attacchi. La verità è un’altra: oggi, se ci tenete tanto, si può riaprire al traffico, visto che Stanchi dei Soliti aveva fatto la proposta in virtù del fatto che lì c’è il Duomo e, durante le ricorrenze (matrimoni, funerali e altre cerimonie), era un pugno nell’occhio vedere tante automobili, che, fra l’altro, erano di intralcio ai fedeli che si recavano al Duomo. Ripeto, il sindaco ha il potere di revocare l’ordinanza di chiusura. Piuttosto, perché non vi preoccupate della chiusura del sacro edificio, che in un batter d’occhio è stato chiuso da tempo ai fedeli, con l’interno smantellato e senza attualmente alcuna prospettiva futura? Quando inizieranno i lavori e quando termineranno? Per quanto tempo la città rimarrà senza la principale chiesa?
Cari signori di “U’Ruccularu”, di questo dovete occuparvi e non delle cavolate o, meglio, dei “finocchi i timpa”.
Noi non abbiamo cambiato casacca; siamo stati uniti solo da un programma elettorale, che palesemente non è stato rispettato. Tant’è vero che il nostro gruppo è rimasto fin dal primo giorno della sindacatura unito e compatto con la stessa denominazione, mentre il trasformismo puro è avvenuto dagli scranni dei gruppi provenienti dalle liste del sindaco, partite come civiche e oggi divisi in tanti piccoli pezzi con alleanze persino con i partiti che in campagna elettorale li avevano condannati.
Ma la lingua batte dove il dente duole. Sì, perché non bisogna parlare male di Eni; d’altronde, il primo accordo di questo esecutivo è quello di aver ricevuto dalla multinazionale una cospicua somma, senz’altro legittima, ma principalmente al fine di assicurarsi una tranquillità amministrativa. Tuttavia, non conosciamo tuttora se siamo vincolati o meno da alcune condizioni. Ma non non alcuni non vogliono sentir parlare di denuncia di “omessa bonifica”. Devono spiegare i signori di “U’Ruccularu” perché non dovremmo denunciare Eni. Perché temere tanto la mozione? Vi siete dimenticati di quanto questa città sta pagando in termini ambientali e di salute? Ve lo rammento io:
abbiamo diversi siti posti sotto sequestro perché costruiti con il CIC, un materiale non ritenuto idoneo all’edilizia stradale, che andava smaltito come rifiuto; i siti industriali inquinati, con la presenza di arsenico, nichel, cadmio, zinco e piombo, superano i limiti previsti dalla legge. Piazzali con metalli pesanti. La bonifica viene effettuata solo se esiste l’inquinamento accertato, e quello di Crotone è stato accertato dal Tribunale di Crotone. Per voi è normale che, dopo trent’anni, si parli ancora di bonifica? Vi siete dimenticati che questa era l’amministrazione che avrebbe dovuto portare a termine la bonifica? Mi fermo qui! Non voglio parlare del distretto energetico selvaggio che sta aumentando le gravi malattie; non voglio parlare delle autorizzazioni concesse per nuovi parchi eolici e quant’altro. I signori di “U’Ruccularu” mi accusa di non aver offerto soluzioni concrete alla questione ambientale in questi quattro anni di maggioranza. Basterebbe solo il freno che ho dato, altroché! Chi ha prodotto gli atti per dire no alla mega discarica di Giammiglione? E il blocco per evitare l’innalzamento della discarica Columbra? Chi ha preso posizioni contro chi, a mare vicino alle nostre spiagge, voleva realizzare il parco eolico offshore? Chi sta mettendo in guardia sull’ampliamento di A2A per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri? Vogliamo parlare del grosso impianto di rigassificazione? Io in merito ho presentato una mozione. Voglio parlare della bonifica? Quali azioni ha messo in atto la maggioranza, di cui io facevo parte? Quella stessa maggioranza che mi ha bocciato la proposta di una legge regionale che avrebbe tutelato Crotone dai soprusi ambientali! Anche su queste tematiche mi fermerò, altrimenti ci vorrebbe un romanzo. Quindi, signori di “U’Ruccularu”, spiegatemi voi cosa sta facendo la mia ex compagine amministrativa! Argomentate, per favore!
Vi chiedo solo di smetterla con i profili anonimi e le faccine sconosciute; la città ha bisogno di argomenti che si trattano alla luce del sole e non con l’anonimato. Con me non la spuntate; uscite allo scoperto e, se avete il coraggio, vi invito a un confronto pubblico. La città non ha bisogno di anonimi, qualunquisti e quacquaraquà, ma di persone schiette, serie, di uomini e donne libere che costruiscano il tanto decantato bene comune.