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sabato 19 aprile 2025

"U VUTU", LADDOLARATA E LE PREDICHE DI UN SACERDOTE DI UN TEMPO, DON RENATO

I tempi sono cambiati, e con loro la devozione popolare si è ormai rarefatta, quasi scomparsa. Ricordo un tempo in cui il Venerdì Santo univa tutta la comunità, un momento sacro in cui tutti, uomini e donne, si radunavano per adorare la sacra Croce e vivere la Via Crucis. Le chiese erano gremite, piene all'inverosimile, con un'umanità vibrante che non si limitava a una semplice presenza: erano cuori che si affidavano alla fede, anime che cercavano conforto e speranza. 

Le campane, per la giornata, sono state sostituite dai "tocca tocca", strumenti di tavola che con un ferro e un colpo evocano il "din don" della campana, simbolo di un mesto richiamo. L’arrivo della Madonna Addolorata in chiesa, ad accogliere il figlio morto, era un momento universale di commozione: lacrime vere scorrevano, don Renato con voce rotta da un dolore condiviso elevava riflessioni struggenti. La predica vibrava il nostro cuore.

La chiesa, gremita di donne, di giovani e di bambini, figli di famiglie numerose – otto, nove, dieci figli – con padri emigrati in Germania, si stringeva in un abbraccio di preghiera e speranza. Il grido di dolore di quella comunità veniva portato in chiesa, sostenuto dalle suppliche del nostro vecchio parroco, in un abbraccio spirituale che superava ogni distanza.

Ricordo una donna, proveniente dalle campagne, il suo volto segnato dalla fatica e dalla fede. Non so chi fosse, ma la immagino: Maria, umile e povera, che ottenne una grazia e, in segno di ringraziamento, decise di offrire un sacrificio personale, "u vutu". Non aveva nulla di materiale da donare, forse nemmeno un fiore, ma quella donna, anziana e sofferente, con il velo in testa e scalza, partì in ginocchio dalla chiesa dell’Addolorata, percorrendo a piedi il selciato della strada pubblica fino alla Chiesa Madre, salendo le scale. Rimase lì, fino all’arrivo della Madonna, in un silenzio carico di devozione e speranza. Maria ottenne la sua grazia ...!

Di oggi, cosa dire? La nostra fede vacilla, sotto il peso di novità che ci sconvolgono dall’alto, addolora la mia anima, mentre molti restano indifferenti. In questa Passione, io pongo il mio cuore, Signore, chiedendo a te un rinnovamento profondo: una Chiesa rinata, forte e compassionevole, guidata da pastori lucidi e autentici che ascoltino e proteggano il loro gregge. Solo così potremo ritrovare il senso e la speranza per ottenere la tua infinita misericordia.

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