"Sa jocànu a ru curriu": nel teatrino della politica, mi piace richiamare i nostri antichi detti calabresi, e questo sembra tipico di Scandale.
Si dice "Sa jocànu aru curriunu" quando due o più persone, per evitare di giungere a una conclusione o a un accordo, si passano la palla delle responsabilità. In termini calcistici, palleggiano senza mai segnare.
Il discorso del Presidente della Regione Calabria, Occhiuto, è chiaro e incisivo: è un politico forgiato, capace di visione; a differenza di tanti altri, a lui non manca lungimiranza. La gente crede in ciò che sostiene, ma dovrà farsi apprezzare se riuscirà a mantenere gli impegni assunti.
Per quanto riguarda la questione ambientale a Crotone, è evidente che ci troviamo in questa situazione a causa della politica e delle varie classi politiche del passato. La variazione del piano dei rifiuti, adottata dalla regione con il silenzio assenso del sindaco, ha permesso a Eni di avviare il suo progetto, senza rispettare le decisioni di gran parte della minoranza in Consiglio, dei comitati e di cittadini professionisti che avevano serie proposte da esporre. E poi c'è stata la sentenza del Tribunale di Milano.
Ben vengano nuove posizioni, ma dal punto di vista istituzionale il merito di aver posto un freno a questa grave emergenza spetta a pochi consiglieri comunali d'opposizione, tra cui il sottoscritto. Se oggi la deriva ambientale non è peggiorata, è grazie alla nostra resistenza, che ha portato alla produzione di sedute pubbliche e atti amministrativi.
Tornando al nostro vecchio detto, i rappresentanti locali (il presidente della regione, il sindaco e il commissario alla bonifica) continuano a "jucari aru curriunu". Balli e promesse si susseguono, ma di concreto non si vede nulla. L'auspicata vera bonifica non è ancora partita.
In sinergia, i tre enti avrebbero dovuto presentare proposte serie per lo smaltimento definitivo dei rifiuti e creare opportunità di sviluppo economico sui siti interessati, affinché i nostri giovani possano tornare e combattere lo spopolamento. È necessario trasformare il distretto energetico selvaggio in un distretto legale, garantendo alla città le giuste royalties e i risarcimenti per lo sfruttamento del territorio. Infine, è cruciale una legge regionale che vieti l'installazione di nuovi impianti e invasi per lo smaltimento dei rifiuti nel crotonese. Ricordo che la mia proposta di legge è stata bocciata dalla maggioranza del Consiglio comunale! Questo si aspetta la gente dagli enti.
Solo così il presidente Occhiuto dimostrerà di amare davvero la Calabria e Crotone, e non permetterebbe, come lui sostiene, che un solo chilogrammo di rifiuti pericolosi venga smaltito nella discarica di Crotone. Altrimenti, rimangono solo parole, e a Crotone sarebbe ora giunto il momento di passare ai fatti.
"Sa jocànu a ru curriu": l'antico detto cattura perfettamente la situazione attuale e i discorsi dei nostri rappresentanti istituzionali; è un esempio lampante di questo atteggiamento. Ripeto: fatti, non parole.