Spero di non essere frainteso, né di urtare la sensibilità di qualcuno. Ma come sempre non esito a fare pubblicamente semplici riflessioni anche perché mi documento e traggo le mie conclusioni in libertà e coscienza.
Premetto questo: viviamo in un’epoca che si definisce connessa, eppure il mondo non è mai stato così diviso.
I social, con tutti i loro limiti, ci hanno aperto gli occhi su idee, culture, mondi un tempo lontani. Ma oggi, basta esprimere un’opinione per essere immediatamente etichettati.
Destra o sinistra. Fascista o comunista.
E se osi parlare di fede? Allora sei “retrogrado”, “intollerante”, persino “odiatore”.
Il bavaglio è sempre pronto.
Un tempo, quando l’Europa si riconosceva cristiana, il Vangelo era un faro.
Oggi, invece, si vorrebbe adattato, piegato, riscritto secondo i costumi del momento.
Il mondo pretende di dirsi cristiano, ma solo a condizione di riscrivere le regole — non più quelle di Cristo, ma quelle dell’uomo, secondo i suoi desideri e le sue pulsioni.
Questo è il dramma di tanti cattolici: mentre una parte cerca di resistere, l’altra si è già arresa al mondo.
E purtroppo, anche nella Chiesa, ci sono pastori — persino ai vertici — che cercano di omologare il Vangelo alla logica del tempo, anziché alla volontà di Dio.
Lo dico da cattolico.
Spesso ci troviamo di fronte a immagini di chiese, croci, simboli sacri, contrapposte a provocazioni pubbliche. Basta vedere certe sfilate nei Paesi occidentali, dove la Madonna e Gesù Cristo vengono rappresentati in mezzo a simboli blasfemi, offesi, ridicolizzati.
È anche per questo che Charlie Kirk non si era deciso di diventare cattolico: perché questa “nuova” Chiesa, in parte, assomiglia sempre meno a quella dei suoi predecessori. Una Chiesa dove si celebrano giubilei con chi vuole un Vangelo riscritto a immagine dei propri vizi.
Kirk, cristiano evangelico, dialogava profondamente con la fede cattolica.
Sua moglie, Erika, è cattolica, e la famiglia frequentava una parrocchia.
Riconosceva il valore e la bellezza della Vergine Maria. Disse:
“Noi evangelici abbiamo sottovalutato Maria.
Credo che uno dei rimedi al femminismo tossico in America sia proprio Maria.
Lei è la soluzione.”
Parole forti. Lucide. Attuali.
Eppure, oggi piangiamo Charlie Kirk.
È stato assassinato alla Utah Valley University, mentre parlava davanti a 3.000 studenti, sotto una tenda con la scritta “Prove Me Wrong”.
Aveva invitato al confronto, al dialogo.
Dopo appena venti minuti, un colpo di fucile, sparato da un tetto vicino, lo ha colpito al collo. È morto sul colpo.
Perché è stato ucciso?
Dalle ricerche di questi giorni emerge chiaramente: Kirk non difendeva solo un’idea politica. Difendeva e proclamava Cristo.
Poco prima della sua morte, aveva detto pubblicamente:
“Cristo è il Signore. Il Figlio di Dio ha vinto la morte.”
Dov’è l’odio in queste parole?
Dov’è l’estremismo?
Era semplicemente un uomo che testimoniava il Vangelo, così com’è.
Senza sconti. Senza compromessi. Inoltre lui che aveva idee filo israeliane, oggi condannava la politica di Netanyahu.
Ma siamo davvero sicuri che la salvezza si trovi altrove?
Mi rivolgo ai cattolici. Non agli atei, né ai non credenti.
A coloro che pensano che le nuove aperture, le nuove mode, ci conducano al Cielo.
Charlie Kirk predicava l’amore. Predicava la Verità, senza ipocrisia. In un’epoca falsa, aggressiva e confusa, la sua voce era luce.
E noi?
Siamo ancora in tempo. Possiamo ancora alzare gli occhi e ritrovare la Speranza.
Ci chiameranno estremisti. Integralisti.
Ma per chi crede davvero, la salvezza non è solo su questa terra: è anche — e soprattutto — nell’eternità.
Oggi, per me, si celebrano i funerali di un martire.