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"SA JOCÀNU ARU CURRÌUNU". REGIONE, PROVINCIA E COMUNE

"Sa jocànu a ru curriu": nel teatrino della politica, mi piace richiamare i nostri antichi detti calabresi, e questo sembra tipico...

martedì 8 aprile 2025

"SA JOCÀNU ARU CURRÌUNU". REGIONE, PROVINCIA E COMUNE


"Sa jocànu a ru curriu": nel teatrino della politica, mi piace richiamare i nostri antichi detti calabresi, e questo sembra tipico di Scandale.

Si dice "Sa jocànu aru curriunu" quando due o più persone, per evitare di giungere a una conclusione o a un accordo, si passano la palla delle responsabilità. In termini calcistici, palleggiano senza mai segnare.

Il discorso del Presidente della Regione Calabria, Occhiuto, è chiaro e incisivo: è un politico forgiato, capace di visione; a differenza di tanti altri, a lui non manca lungimiranza. La gente crede in ciò che sostiene, ma dovrà farsi apprezzare se riuscirà a mantenere gli impegni assunti.

Per quanto riguarda la questione ambientale a Crotone, è evidente che ci troviamo in questa situazione a causa della politica e delle varie classi politiche del passato. La variazione del piano dei rifiuti, adottata dalla regione con il silenzio assenso del sindaco, ha permesso a Eni di avviare il suo progetto, senza rispettare le decisioni di gran parte della minoranza in Consiglio, dei comitati e di cittadini professionisti che avevano serie proposte da esporre. E poi c'è stata la sentenza del Tribunale di Milano.

Ben vengano nuove posizioni, ma dal punto di vista istituzionale il merito di aver posto un freno a questa grave emergenza spetta a pochi consiglieri comunali d'opposizione, tra cui il sottoscritto. Se oggi la deriva ambientale non è peggiorata, è grazie alla nostra resistenza, che ha portato alla produzione di sedute pubbliche e atti amministrativi.

Tornando al nostro vecchio detto, i rappresentanti locali (il presidente della regione, il sindaco e il commissario alla bonifica) continuano a "jucari aru curriunu". Balli e promesse si susseguono, ma di concreto non si vede nulla. L'auspicata vera bonifica non è ancora partita.

In sinergia, i tre enti avrebbero dovuto presentare proposte serie per lo smaltimento definitivo dei rifiuti e creare opportunità di sviluppo economico sui siti interessati, affinché i nostri giovani possano tornare e combattere lo spopolamento. È necessario trasformare il distretto energetico selvaggio in un distretto legale, garantendo alla città le giuste royalties e i risarcimenti per lo sfruttamento del territorio. Infine, è cruciale una legge regionale che vieti l'installazione di nuovi impianti e invasi per lo smaltimento dei rifiuti nel crotonese. Ricordo che la mia proposta di legge è stata bocciata dalla maggioranza del Consiglio comunale! Questo si aspetta la gente dagli enti.

Solo così il presidente Occhiuto dimostrerà di amare davvero la Calabria e Crotone, e non permetterebbe, come lui sostiene, che un solo chilogrammo di rifiuti pericolosi venga smaltito nella discarica di Crotone. Altrimenti, rimangono solo parole, e a Crotone sarebbe ora giunto il momento di passare ai fatti.

"Sa jocànu a ru curriu": l'antico detto cattura perfettamente la situazione attuale e i discorsi dei nostri rappresentanti istituzionali; è un esempio lampante di questo atteggiamento. Ripeto: fatti, non parole.

lunedì 7 aprile 2025

L'INSTALLAZIONE DELLA STATUA DI HERA LACINIA E LE MIE CONSIDERAZIONI

 


Il 5 aprile 2025 è stata inaugurata la statua di Era Lacinia. Posso dire che si tratta di un'opera bellissima e ammirabile, ma non mi permetto mai di fare critiche sull'arte, poiché non ne ho le competenze. Tuttavia, posso esprimere alcune riflessioni dal punto di vista amministrativo. E non chiamatelo “rucculu”: da consigliere comunale mi sento in dovere e anche il diritto  di farlo, ancora di più se le considerazioni emergono in maniera spontanea. Spero pertanto che possano essere uno stimolo per gli amministratori e gli addetti nel momento in cui dovranno prendere decisioni al riguardo.

Non posso che applaudire la professionalità dei nostri stimati orafi, Antonio e Michele Affidato; sull'opera non c'è nulla da eccepire. D'altronde, è nostro compito voler valorizzare l'arte, ancor di più se gli artisti sono locali. Ritengo sia nostro dovere far conoscere i talenti che oggi sono orgoglio della città e che domani, con la loro arte, potrebbero portare luce da Crotone al mondo intero. Tuttavia, in quanto amministratore, sento di esprimere le mie opinioni sulle scelte fatte dall'amministrazione (che ho sempre manifestato con i miei dubbi), specialmente quando si tratta di statue o monumenti da erigere. Fui il primo a presentare una mozione in Consiglio Comunale.

È importante chiarire che non sono contrario al decoro urbano né a monumenti che celebrano figure storiche come Pitagora, Alcmeone e Milone, che hanno contribuito al patrimonio culturale globale, ma le divinità pagane non ci appartengono più, oramai superate da oltre duemila anni fa. Riscoprire queste divinità ha poco senso e non rappresenta certo un valore aggiunto per la nostra comunità. È il mio pare! Nient'altro.

Voglio ricordare che, all'inizio di questa amministrazione, fui il primo a proporre l'installazione di una statua di Pitagora, ma la mia proposta fu bocciata anche da alcuni consiglieri della maggioranza di cui facevo parte. Se ora ci sono statue in progetto, sarebbe stato auspicabile dare priorità a quelle sopra menzionate, soprattutto Pitagora (l'avrebbe potuta realizzare anche il nostro orafo), onorando così la nostra identità come "Crotone, città di Pitagora". Un uomo, un filosofo, un matematico che è vissuto in carne e ossa, con una mente brillantissima e unica, meritava di essere celebrato. Le divinità, al contrario, non sono mai esistite nella realtà e non davano salvezza all'uomo, ancor di meno sotto il profilo spirituale. Tant'è vero che i crotonesi, dove un tempo era situato il tempio di Hera Lacinia, realizzarono un importante luogo di culto alla Madre di Dio: Maria Santissima di Capocolonna. Non a caso, oggi c’è chi vorrebbe, anche fra gli amministratori, elevare Crotone a "città di Maria" per la forte devozione del popolo crotonese.

Infine, vorrei menzionare un'opera realizzata da un illustre artista crotonese, Gaspare da Brescia, dedicata a Pitagora. Le sue opere sono presenti in tutto il mondo; è ormai un artista di fama mondiale e a Crotone ha realizzato opere anche formative e informative con la sua scuola pitagorica. Il comune si era espresso positivamente riguardo all'idea, ma l'opera, pur essendo realizzata, non è mai stata collocata, poiché, secondo l’esecutivo amministrativo, doveva prendere forma solo in un luogo non propriamente pubblico, come poteva essere una delle principali strade cittadine o una piazza importante. Per questo motivo, l'artista si è allontanato da chi non ha voluto dare il giusto valore culturale e la  visibilità che Pitagora e, perché no?, anche il grande artista locale meritano.

Un plauso comunque all'artista per la sua meritevole opera, ma le mie semplici riflessioni hanno finalità costruttiva e non sono altro che fondamentali per le scelte artistiche future, affinché esse riflettano la vera essenza di Crotone e sul suo patrimonio culturale. Questo dovrà valere per sempre.

sabato 5 aprile 2025

ECCO I NEMICI DI CROTONE! QUELLI CHE DOVREBBERO DIFENDERCI MA CHE INVECE CI TRADISCONO!


Con quale sfacciataggine si presentano questi individui? Chi li ha mai visti? Chi li ha ammaliati? Legambiente, che avrebbe dovuto essere il baluardo della città, si dimostra complice di un sistema che sfrutta Crotone fino all'osso, dal punto di vista ambientale.

I vertici nazionali, regionali e locali di Legambiente non difendono noi, ma Eni-Rewind! Appoggiano l'ordinanza del commissario Errico, che prevede di trasferire i veleni dai siti contaminati a Columbra, a pochi passi. Ma sono seri? Questa non è una bonifica, è una semplice passeggiata dei rifiuti da un lato all’altro della città! Per conto di chi vi esprimete? Hanno anche un'idea ancora più beffarda e bizzarra: non vogliono che i rifiuti vengano trasferiti fuori regione e non considerano altre opzioni, come la lavorazione in situ o tecniche termiche efficaci, come il desorbimento termico, che sfrutta il calore per volatilizzare e rimuovere gli inquinanti. Vogliono accumoli e nuovi invasi!

Propongono la realizzazione di una discarica di scopo? Immaginate: un'altra discarica a Crotone e ci trasformeranno nella pattumiera d'Europa! 

Legambiente, chi siete davvero? Siete pedine al servizio dei poteri forti? Non rappresentate questa città e non difendete il nostro territorio dai soprusi ambientali. La vostra assenza e il vostro silenzio di fronte alle gravi problematiche di Crotone sono inaccettabili.

Non abbiamo bisogno dei vostri comunicati stampa: vi sfido ancge a un confronto pubblico, uno per uno! Dove eravate quando venivano costruiti inceneritori e termodistruttori? Dove siete stati mentre ampliavano gli impianti di smaltimento rifiuti e autorizzavano discariche in un distretto energetico selvaggio? Vergognatevi! Oltre a non parlare mai con serietà delle problematiche di Crotone, non leggono neanche i report sulla salute dei cittadini dallo studio Ricerche "Sentieri"! Vergognatevi!

venerdì 4 aprile 2025

CROTONE, O SIAMO POLITICAMENTE SOBRI O LA CITTÀ SARÀ CONDANNATA IN ETERNO


È con un cuore affranto che osservo l'entusiasmo che ancora pervade le strade di Crotone, mentre ci si lascia incantare dalle “operette” pubbliche, opere di cemento che si ergono come monumenti a un'illusione. Non sorprende che la gente si lasci abbagliare: in un'Europa che, grazie ai PNRR, investe e costruisce, noi continuiamo a danzare in un circo di promesse non mantenute. Eppure, la mia voce si è alzata in aula consiliare, come un grido disperato contro i mulini a vento, mentre attorno a me regna il silenzio e molti sembrano remare contro la ragione.


Da quanto tempo denuncio l'ENI? Utilizzo la tela di Penelope come simbolo di una lotta che sembra senza fine, un ciclo di promesse che si disfa mentre noi, impassibili, assistiamo. E la mia voce riecheggia nel vuoto: chi ricorda le mie mozioni contro le discariche e gli impianti di smaltimento dei rifiuti? Chi si preoccupa del distretto energetico che ci avvelena lentamente? Abbiamo discusso a lungo di bonifiche, ma ora, che ne è di quelle parole?

E i politici, i membri della maggioranza: ricordano la mia proposta di legge per fermare i soprusi ambientali? Anche quella è stata bocciata, un colpo mortale a un sogno di salute e dignità per la nostra comunità. Ora mi aspetto che la mozione contro l'ENI sull’omessa bonifica sia votata all'unanimità.

La verità è questa: la politica gioca una partita pericolosa, mentre molti cittadini, con gli occhi bendati, si lasciano sedurre dalle illusioni di progresso. Ma il risultato è devastante: il generale Emilio Errigo, Commissario straordinario di governo per il Sito di Interesse Nazionale di Crotone, ha firmato un’ordinanza per avviare “immediatamente gli interventi di bonifica”. Ma di quale bonifica parliamo? Trasportare i rifiuti da un angolo all’altro della città non è una soluzione; è un’illusione che ci condanna a un eterno ciclo di sofferenza.

Il piano prevede il conferimento di una percentuale di rifiuti pericolosi a Crotone e si punta su Colubra come se fosse la panacea dei nostri mali. Ma come possiamo ignorare il dramma sanitario che stiamo vivendo? Ha senso spostare rifiuti a pochi passi da noi, ignorando l’assurdità della situazione? O apriamo gli occhi o saremo davvero condannati come in un olocausto.

giovedì 3 aprile 2025

ELEZIONI CROTONE 2026: SCENDONO IN CAMPO I SOLDATINI, MA IO INVITO I GENERALI A UN INCONTRO PUBBLICO


ELEZIONI CROTONE 2026: SCENDONO IN CAMPO I SOLDATINI, MA IO INVITO I GENERALI A UN INCONTRO PUBBLICO

Le doglie della mozione contro l'Eni.

In vista di una campagna elettorale che si preannuncia rovente, i sostenitori di questa Giunta si sono lanciati in un’operazione di marketing sui social: reel e post per costruire un’immagine impeccabile dell’amministrazione comunale. Questo gioco, pur discutibile, potrebbe anche passare inosservato se condotto con onestà. Ma quando si inizia a colpire gli avversari, la musica cambia. Nasce così “U’Ruccularu”, un termine crotonese che stigmatizza chi osa criticare. È una vera e propria censura mascherata da “protezione” dell’amministrazione. I cittadini sono costretti a parlare bene, pena il linciaggio mediatico. Queste stesse persone sembrano avere solo tempo per scrivere “cretinate”, attaccando e deridendo chi ha il coraggio di esprimere un’opinione diversa. È ora di dire basta a questa cultura del bavaglio!

Chi sono questi signori? Sono persone che non hanno né arte né parte, sicuramente non sono particolarmente dedite al lavoro; forse ricevono in cambio qualche favorino o promesse dal potere. Non affrontano i temi crotonesi, che probabilmente non conoscono, oppure, se li conoscono, tendono ad occultarli e ignorarli. Sono quelle classiche persone che hanno lasciato morire questa città, soffocata dall’inquinamento e dal deturpamento del territorio. Qual è il loro compito? Alcuni verrebbero ingaggiati, altri reclutati come soldatini; a loro è assegnato il ruolo di leoni da tastiera, ma in realtà non sono neppure conigli da tastiera, poiché, nella vita reale, sono pavidi e quindi non possono mostrarsi. Svolazzano su tutti i social, verificano i contenuti, individuano tutti i “mi piace”, prendono appunti e riferirebbero ai vertici. Inoltre, i soldati o le soldatesse hanno il compito di rispondere ai commenti non graditi; alcune volte si identificano, ma quando devono dare la “mazzata”, magari utilizzano un falso profilo. Chi sono gli artefici e i gestori di “U’Ruccularu”? Non mi dilungo oltre, altrimenti mi toccherà scrivere un libro.

Andiamo a vedere il profilo di “U’Ruccularu”: chi potrebbe essere? È ovvio che qualcuno si fa un’idea; basta dare una sbirciata per capirlo. Loro sì, parlano bene in genere dell’operato del sindaco, ma malissimo di chi si contrappone, questa di oggi è la prova! 

Questi signori hanno pensato di attaccare il movimento di cui faccio parte, “Stanchi dei Soliti”, subito dopo la mozione “omessa bonifica” che ho presentato insieme ad altri 11 consiglieri di opposizione. Certo, devono attaccarmi, poiché l’argomento scotta: è quello che questa amministrazione avrebbe dovuto portare a compimento, come le altre tematiche ambientali, motivo per cui noi ci siamo allontanati dalla maggioranza.

Attaccano il movimento come se fossimo rivoluzionari sul cambiamento della città; tutto vero, saremmo stati dei rivoluzionari! Ma solo se questo esecutivo amministrativo ce l’avesse permesso e si fosse adeguato al programma elettorale condiviso; avesse amministrato secondo le aspettative decantate in piazza Marinai d’Italia. Le vetrine luccicanti e la rinascita culturale, cari signori di “U’Ruccularu”, non siamo stati noi ad annunciarli, ma, i sostenitori del sindaco. Noi siamo semplici consiglieri comunali che abbiamo tracciato le linee politiche, ma queste dovranno essere attuate solo sulla base delle intenzioni di chi guida l’amministrazione; altrimenti si rischia di abbaiare alla luna. Ecco perché siamo usciti. La tanto criticata proposta di chiudere piazza Duomo al traffico (perché, di fatto, quel luogo era un vero e proprio parcheggio) non è frutto del mio operato; tant’è che io non ho prodotto nessun atto amministrativo. È un accordo tra il movimento Stanchi dei Soliti e il sindaco, il quale ha il potere di revocare l’ordinanza di divieto di parcheggio in qualsiasi momento. Pertanto, non capisco questi inutili attacchi. La verità è un’altra: oggi, se ci tenete tanto, si può riaprire al traffico, visto che Stanchi dei Soliti aveva fatto la proposta in virtù del fatto che lì c’è il Duomo e, durante le ricorrenze (matrimoni, funerali e altre cerimonie), era un pugno nell’occhio vedere tante automobili, che, fra l’altro, erano di intralcio ai fedeli che si recavano al Duomo. Ripeto, il sindaco ha il potere di revocare l’ordinanza di chiusura. Piuttosto, perché non vi preoccupate della chiusura del sacro edificio, che in un batter d’occhio è stato chiuso da tempo ai fedeli, con l’interno smantellato e senza attualmente alcuna prospettiva futura? Quando inizieranno i lavori e quando termineranno? Per quanto tempo la città rimarrà senza la principale chiesa?

Cari signori di “U’Ruccularu”, di questo dovete occuparvi e non delle cavolate o, meglio, dei “finocchi i timpa”.

Noi non abbiamo cambiato casacca; siamo stati uniti solo da un programma elettorale, che palesemente non è stato rispettato. Tant’è vero che il nostro gruppo è rimasto fin dal primo giorno della sindacatura unito e compatto con la stessa denominazione, mentre il trasformismo puro è avvenuto dagli scranni dei gruppi provenienti dalle liste del sindaco, partite come civiche e oggi divisi in tanti piccoli pezzi con alleanze persino con i partiti che in campagna elettorale li avevano condannati.

Ma la lingua batte dove il dente duole. Sì, perché non bisogna parlare male di Eni; d’altronde, il primo accordo di questo esecutivo è quello di aver ricevuto dalla multinazionale una cospicua somma, senz’altro legittima, ma principalmente al fine di assicurarsi una tranquillità amministrativa. Tuttavia, non conosciamo tuttora se siamo vincolati o meno da alcune condizioni. Ma non non alcuni non vogliono sentir parlare di denuncia di “omessa bonifica”. Devono spiegare i signori di “U’Ruccularu” perché non dovremmo denunciare Eni. Perché temere tanto la mozione? Vi siete dimenticati di quanto questa città sta pagando in termini ambientali e di salute? Ve lo rammento io:

abbiamo diversi siti posti sotto sequestro perché costruiti con il CIC, un materiale non ritenuto idoneo all’edilizia stradale, che andava smaltito come rifiuto; i siti industriali inquinati, con la presenza di arsenico, nichel, cadmio, zinco e piombo, superano i limiti previsti dalla legge. Piazzali con metalli pesanti. La bonifica viene effettuata solo se esiste l’inquinamento accertato, e quello di Crotone è stato accertato dal Tribunale di Crotone. Per voi è normale che, dopo trent’anni, si parli ancora di bonifica? Vi siete dimenticati che questa era l’amministrazione che avrebbe dovuto portare a termine la bonifica? Mi fermo qui! Non voglio parlare del distretto energetico selvaggio che sta aumentando le gravi malattie; non voglio parlare delle autorizzazioni concesse per nuovi parchi eolici e quant’altro. I signori di “U’Ruccularu” mi accusa di non aver offerto soluzioni concrete alla questione ambientale in questi quattro anni di maggioranza. Basterebbe solo il freno che ho dato, altroché! Chi ha prodotto gli atti per dire no alla mega discarica di Giammiglione? E il blocco per evitare l’innalzamento della discarica Columbra? Chi ha preso posizioni contro chi, a mare vicino alle nostre spiagge, voleva realizzare il parco eolico offshore? Chi sta mettendo in guardia sull’ampliamento di A2A per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri? Vogliamo parlare del grosso impianto di rigassificazione? Io in merito ho presentato una mozione. Voglio parlare della bonifica? Quali azioni ha messo in atto la maggioranza, di cui io facevo parte? Quella stessa maggioranza che mi ha bocciato la proposta di una legge regionale che avrebbe tutelato Crotone dai soprusi ambientali! Anche su queste tematiche mi fermerò, altrimenti ci vorrebbe un romanzo. Quindi, signori di “U’Ruccularu”, spiegatemi voi cosa sta facendo la mia ex compagine amministrativa! Argomentate, per favore!

Vi chiedo solo di smetterla con i profili anonimi e le faccine sconosciute; la città ha bisogno di argomenti che si trattano alla luce del sole e non con l’anonimato. Con me non la spuntate; uscite allo scoperto e, se avete il coraggio, vi invito a un confronto pubblico. La città non ha bisogno di anonimi, qualunquisti e quacquaraquà, ma di persone schiette, serie, di uomini e donne libere che costruiscano il tanto decantato bene comune.

mercoledì 2 aprile 2025

LA "MAGNA QUAESTIO” CROTONESE: PRESENTATA MOZIONE PER DENUNCIA A ENI PER OMESSA BONIFICA!

Crotone non può più aspettare: è giunto il momento di affrontare la "Magna Quaestio" della nostra città, ovvero la bonifica! Senza una vera svolta morale, socio-culturale e sanitaria, ogni progetto è destinato a fallire. La salute dei cittadini deve essere al centro di ogni considerazione.

Il 23 maggio 2024, il Consiglio Comunale di Crotone ha votato all'unanimità un’altra nostra fondamentale mozione, chiedendo al sindaco di valutare la denuncia contro ENI Rewind per "omessa bonifica". Ma ad oggi, nulla è cambiato. È ora di tornare in aula, rinnovare la nostra determinazione e affrontare un problema che si protrae da troppo tempo. La salute pubblica non può essere sacrificata, e questa battaglia è più urgente che mai!

Non ci sono opere che possano risollevare Crotone se i cittadini non ottengono giustizia. La denuncia contro ENI Rewind per violazione delle normative sulla bonifica è un passo indispensabile. Non possiamo più tollerare che i rifiuti giacciano nei siti industriali, mentre il futuro della nostra comunità è a rischio.

Ieri ho presentato, insieme ad altri undici consiglieri comunali di opposizione, una mozione che pone la salute dei cittadini al primo posto. Solo attraverso una seria bonifica potremo aspirare a una vera rinascita socio-culturale ed economica. Non possiamo permettere che l'indifferenza continui a minacciare il nostro futuro. È tempo di agire!

Questa città è sempre stata tradita da politici e rappresentanti delle istituzioni, e abbiamo l’obbligo di non fidarci di nessuno! Oggi più che mai, dobbiamo essere determinati. Se il sindaco, durante la sua audizione presso la Commissione parlamentare ecomafie, apparentemente abbia preso le distanza dalla multinazionale che opera da decenni a Crotone, oggi deve passare ai fatti, poiché sono trascorsi quattro anni di amministrazione e la questione è sempre più confusa e ingarbugliata. Quante volte in aula ho ribadito che l'ENI non ha mai voluto effettuare una seria bonifica? Ho utilizzato la metafora della tela di Penelope: di giorno tesseva e di notte, quando nessuno la vedeva, disfava. Oggi l'ENI, nell'antica capitale della Magna Grecia, che è Crotone, ha incarnato pienamente questa metafora. Questi sono i fatti!

Sono passati diversi anni senza che si fosse avviata una seria bonifica. Eppure, non è stata nemmeno scelta una tecnica definitiva per affrontare il problema. È stata esclusa l'ipotesi di trattare i rifiuti in loco, la cosiddetta "bonifica in situ", una soluzione che avrebbe consentito di intervenire direttamente sul terreno o sulla falda senza dover rimuovere i materiali contaminati. Inoltre, sono state trascurate tecniche termiche efficaci, come il desorbimento termico, che sfrutta il calore per volatilizzare e rimuovere gli inquinanti. Oggi ci si oppone anche a quanto stabilito dal Tribunale di Milano riguardo al trasferimento del materiale contaminato fuori regione. Insomma, si può parlare di tutto, ma non di bonifica; semmai di una “finta”, o a limite, di una semplice messa in sicurezza, e questo è inaccettabile.

N.B. Altri firmatari: Pedace Enrico, Manica Antonio, Riga Salvo, Cantafora Anna Maria, Meo Fabrizio, De Vona Andrea, Giancotti Carmen, Fiorino Giuseppe, Prisma Cristian, Tesoriere Andrea, Chiara Capparelli.


 

domenica 30 marzo 2025

CROTONE, OGGI SI INSEDIA IL NUOVO ARCIVESCOVO: E’ TEMPO DI ONORARE L'EREDITÀ DI MONS.AGOSTINO

Oggi, Crotone accoglie un nuovo pastore: Mons. Alberto Torriani inizia il suo ministero episcopale per la diocesi di Crotone-Santa Severina. Alle ore 17:00, il Palamilione sarà il palcoscenico di una celebrazione che segna un nuovo inizio, un passaggio di testimone, ma anche un momento di riflessione profonda su un’eredità passata che pesa come un macigno: quella di Mons. Giuseppe Agostino.

Mons. Agostino incarnò il vero spirito di un vescovo, un pastore che non si limitò a predicare ma visse in mezzo al suo popolo, abbracciando le sue sofferenze e le sue speranze. Continuò a fianco degli operai in lotta, portò la Santa Vergine negli stabilimenti della Pertusola, alzò la sua voce in difesa di chi soffriva per le ingiustizie ambientali e sociali. Oggi, dopo alcuni decenni, Crotone si trova ad affrontare sfide simili, più gravi e complesse che mai. Le ferite lasciate dall’inquinamento e dalla crisi occupazionale sono ancora aperte, e la salute dei cittadini continua a essere minacciata da forte indifferenze.

Mi auguro che il nuovo arcivescovo possa raccogliere il mio messaggio, l’eredità di Mons. Agostino, ovviamente non fini politici, ma per essere un faro di speranza e giustizia. Le questioni crotonesi devono essere al centro della sua missione, perché la Chiesa ha il dovere di difendere la dignità dell’uomo, creata a immagine di Dio. Qui, in questo angolo di Calabria, la dignità è stata calpestata troppo a lungo, e le promesse di un futuro migliore sembrano svanire nel nulla.

Non pretendo che Mons. Torriani possa essere un clone di Mons. Agostino, ma spero ardentemente che possa avere il coraggio di alzare la voce per chi non ha voce. La questione ambientale è spesso oggetto di argomento tra le mura del Vaticano, ma la realtà  è ben diversa, qui ancora di più: un silenzio che continua a urlare. La gente di Crotone merita un pastore che non solo ascolti le sue grida, ma che anche le faccia rimbombare nei corridoi dei palazzi istituzionali e di potere. 

La speranza è un seme che deve essere coltivato, e oggi, mentre diamo il benvenuto a Mons. Alberto Torriani, scommettiamo su un futuro in cui possa essere realmente testimone dell’amore paterno di nostro Signore Dio e protagonista per una svolta della giustizia sociale e ambientale.

sabato 29 marzo 2025

FRA I PASTROCCHI DELLE PROSSIME COMUNALI, L’ENI PREPARA IL PACCO, MA NOI RITORNEREMO IN AULA.


Mettiamoci l’animo in pace, poiché non sono le convention politiche, gli abbracci, gli inciuci, i sorrisi e i reel a far sviluppare la città di Crotone. È tempo di dire basta! È necessario affrontare i problemi con determinazione e coraggio, precisamente con gli attributi, di fronte al dramma che vive la città di Crotone. La questione bonifica tornerà nuovamente in Consiglio Comunale, perché non se ne può più; ritornerà con argomenti infuocati per dire no a questi balletti messi in atto da Eni e non solo! Dai rappresentanti istituzionali, politici di primo e secondo grado. Ritorneremo in aula, e ognuno dovrà togliere la maschera e dichiarare da che parte sta realmente; altrimenti, i rappresentanti politici non saranno legittimati di occupare un seggio nel comune di Crotone, né adesso e né per le prossime amministrazioni.

Il commissario Errigo, come si può leggere, è in linea con Eni Rewind e chiede a gran voce di avviare la bonifica, ma non come prevista, bensì secondo le loro intenzioni. Insomma, una bonifica che guarda solo da una parte, del tutto unilaterale, che non persegue gli interessi collettivi. Praticamente vogliono fare l’assurdo, il contrario di quanto abbiamo espresso mediante atti amministrativi: i rifiuti li vogliono spostare da una parte all’altra dello stesso territorio. Ma gli occhi anche dei bambini possono considerare questa cosa fattibile? Si legge dai giornali che il Commissario Errigo afferma che “si risolve tutto spostando i veleni dalla zona Nord a quella Sud di Crotone. Anche questa sembra un’ottima scelta.” Insomma, l’assurdo!

La smettessero tutti! È tempo di calarci nei problemi, poiché i pastrocchi e gli intrugli politici di questi periodi non dovranno farci abbassare la guardia consentendo a Eni di offrire il solito pacco.

martedì 25 marzo 2025

CROTONE, BATTEZZATO "CRESCERE" E CRESCE SUBITO L'ORECCHIO DEL CAVALLO.

"U ciucciu chiama 'ricchia lunga' a ru cavaddru" tradotto letteralmente "L’asino chiama 'orecchio lungo' il cavallo". Io, che adoro il nostro vernacolo, con questo antico proverbio, a proposito di traditori, capirete con chiarezza a cosa mi riferisco".

Un sindaco che si erge a leader di un movimento senza alleati definiti, poiché ha dichiarato che nessuno dovrà portare i simboli di partito. E ascoltate bene cosa ha affermato: "Un consiglio comunale che mi sostiene, un gruppo di traditori che mi ha abbandonato: questi saranno i miei punti di riferimento per la campagna elettorale."

Avete capito "traditori" da quale pulpito arriva!

Ancora una volta, in chiusura del battesimo del suo Movimento, ha utilizzato toni e dichiarazioni rabbiose, mostrando di aver perso il senso della realtà. Ha accolto con pompa il presidente della Regione e della Provincia, cercando di riciclarsi come paladino del civismo, dimenticando che il suo percorso amministrativo è stato tracciato grazie ai simboli di partito.

E chi sono questi traditori? Ben nove consiglieri della sua vecchia maggioranza, nel tentativo di difendere un programma amministrativo serio e responsabile, hanno scelto di allontanarsi da chi, invece, ha ridotto quel documento a carta straccia.

Crotone, un territorio martoriato dall’inquinamento e da percentuali allarmanti di malattie tumorali, necessita di persone capaci di affrontare le gravi emergenze ambientali, non di chi si nasconde dietro false promesse e slogan. Traditori di cosa? Di una coerenza che lui stesso ha calpestato, tradendo le sue stesse parole: "mai con i partiti, mai con il centrodestra, mai con gli sculchiani." Un puritano che ha abbandonato ogni principio per abbracciare il trasformismo più sfrenato e becero non dovrebbe attaccare coloro che onorano i principi da lui tanto proclamati e decantati durante la campagna elettorale del 2020.

In un contesto dove il cambiamento di schieramento era un tempo considerato uno scandalo, Voce ha trasformato le giravolte in una routine. Qui non si scherza: si gioca il destino di una città, imprigionata da una politica pericolosa e da quattro soldi. I pifferai dell'orchestra sono pronti a suonare, ma non intonano il canto del cambiamento: la loro melodia è quella della confusione e dell'ingiustizia, un preludio a una vera e propria De Profundis. Crotone merita di più! Il suo futuro non può essere sacrificato sull'altare di un ambizioso e pericoloso trasformismo. È tempo di avere il coraggio di risvegliare le coscienze e reclamare ciò spetta ai cittadini, prima che sia davvero troppo tardi.

CROTONE, IL RINNOVAMENTO CONTINUA: DAL CIVISMO VERSO I PARTITI.


Alla fine, il Presidente Occhiuto non si è limitato a fare da padrino al battesimo del Movimento “Crescere”; la sua prima Convention si è trasformata in una vera e propria canonizzazione del sindaco.

Dall’altra parte, lo merita: il movimento civico “Crescere” nasce dalle ceneri di Tesoro Calabria (il cui fondatore Tansi è presente all’incontro) attraverso eventi che appaiono veramente miracolosi, eventi che nessuno avrebbe mai immaginato e che mai ci sarebbe riuscito.

Nato da un profondo civismo, che ha raccolto i cittadini delusi dagli apparati dei partiti, ma si è felicemente legato ai partiti tradizionali e alle correnti di potere locale. È stato fondato per opporsi alla mala politica, ma nella realtà ha sposato tutte le linee di questa, partecipando ai giochi e ai giochetti della politica becera di tutti i tempi. Doveva essere una controparte esemplare all’ENI e invece si è rivelato come un alleato, assumendo posizioni addomesticate.

Le promesse di combattere il potere consolidato si sono dissipate, e i comizi in Piazza Marinai d’Italia si sono trasformati in un triste spettacolo di conformismo. Gli elettori, quei 16.600 sostenitori (di cui il sindaco non perde occasione di vantarsi), oggi si ritrovano con un pugno di mosche. Dove sono finiti i temi cruciali, come la salvaguardia ambientale, che avrebbero dovuto essere al centro dell’azione politica?

A cosa sono serviti i comizi e gli slogan contro un potere radicato nel tempo, presentandosi agli elettori come rivoluzionari e anti-sistema, per poi ritrovarsi a fare l’esatto contrario di quanto promesso su temi importanti e di grande rilevanza, come quelli ambientali, cambiando linea in modo radicale e sconcertando i propri elettori?

Se da una parte il presidente Occhiuto è stimolato da una parte del suo partito, dall’altra non lo è, neanche per l’intera coalizione del centro-destra, il che rende difficile comprendere questo appoggio incondizionato al sindaco. Sarà il carisma di Voce? E se questo è da escludere, che cos’è allora? È legittimo che il Presidente di una Regione prenda posizioni politiche, ma se queste non sono chiare nemmeno al suo partito, cosa devono pensare gli elettori? Con il battesimo di oggi è chiaro che la sua neutralità sembra svanire e il risultato potrebbe essere una frattura profonda tra città, partito e coalizione. Povera Crotone! Nelle mani, non del popolo, ma di altri. L'operazione, ahimè, gattopardesca si è ulteriormente consumata. 

Gli interrogativi sono tanti, e se li pongono anche gli iscritti (in questi giorni abbiamo visto diversi comunicati stampa), ma la domanda me la pongo anche io, che sono comunque un consigliere comunale e che, per tutto il percorso amministrativo, non abbiamo cambiato casacca e siamo rimasti al nostro posto, sempre "stanchi dei soliti". Allora, cosa c’è dietro? È legittimo che il Presidente di una Regione assuma delle posizioni politiche che, pur legittime, non sono chiare. Se non è chiaro per la propria componente politica, immaginiamo un elettore che dovrà ridare fiducia a chi ha palesemente lavorato per un totale cambiamento della vocazione politica originaria.

Il presidente (inteso come rappresentante istituzionale) assume una posizione di parte e spacca interamente una città, allo stesso tempo potrebbe dividere anche il suo partito e, come se non bastasse, l’intera coalizione del centro-destra. A questo punto, mi sembra doveroso, visto che noi non ci siamo riusciti nel Consiglio comunale durante la verifica di maggioranza, che i consiglieri comunali vicini al presidente Occhiuto (compresi i componenti di Progetti Comune, presenti anche loro all’evento) spieghino ai loro elettori quali sono le motivazioni (forse legittime) per cui appoggeranno, nonostante siano stati eletti in opposizione, in maniera incondizionata il Movimento "Crescere". Questo è il momento della verità: chiarezza e responsabilità sono le uniche strade, affinché questa città possa ritornare ad una politica seria, soprattutto di chi ha perso la fiducia, ingannata, per aver creduto in un cambiamento autentico.

N.b. Le mie informazioni non sono motivo di doglianze, poiché io e il mio gruppo siamo consapevoli di aver fatto la scelta giusta, di non aver mai tradito le aspettative di chi ha creduto in noi.

domenica 23 marzo 2025

QUESTA È LA CROTONE CHE VOGLIAMO! LA CAPITALE MAGNO-GRECA CHE SI RISCOPRE ANCHE UN PO' ROMANA.

Da ieri e fino ad oggi, 23 marzo, a Crotone si stanno svolgendo le Giornate FAI di Primavera. La Delegazione FAI di Crotone e Santa Severina, in collaborazione con i Parchi archeologici di Crotone e Sibari, ha organizzato presso il Museo e Parco archeologico di Capo Colonna diverse visite guidate. I ragazzi del Liceo Scientifico Filolao di Crotone sono stati egregiamente i protagonisti di questo evento.

Essi hanno partecipato alla riscoperta dei siti archeologici, fra cui, in questi giorni, sta venendo alla luce un magnifico mosaico di epoca romana. Gli studenti sono stati impegnati a condurre i visitatori lungo il percorso che conduce all'antico Santuario di Hera Lacinia e all'abitato di epoca romana.

È stata aperta al pubblico la grande Domus Dr, all'interno della quale è visibile un altro splendido mosaico pavimentale. 

Insomma, Crotone, se non parte dalla propria gloriosa storia, mai potrà sperare di evolversi e riscattarsi da un mondo che la vorrà tenere soppressa.

EUROPEISTA SÌ, MA NON QUELLA CHE CI STANNO PROSPETTANDO

Non capisco perché la discussione sul manifesto di Ventotene stia suscitando tanto nervosismo in certe aree politiche. Romano Prodi, che a mio parere, il suo concetto di Europa, non è certamente quella dei primi padri fondatori, nel suo recente intervento, lo dimostra chiaramente. 

Il manifesto di Spinelli, esprime senza mezzi termini l'intenzione di dar vita a un movimento federalista europeo che, sotto la facciata della democrazia, cela proposte inquietanti. Un passaggio cruciale del testo recita: "La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio". 

E allora io mi chiedo: non è forse vero che questa Europa sta cercando di mettere le mani sulla proprietà privata? Vogliamo far finta di nulla?! 

Non è questa oligarchia europea, sotto l'ombrello del "green", pensa a un piano di super tassazione sugli immobili? Arrivando persino a colpire la prima casa dei cittadini? 

Se poi aggiungiamo il riarmo di 850 miliardi di euro che questa Europa ha voluto adottare! Beh, di che vosa dobbiamo parlare?

È tempo di aprire gli occhi e affrontare la realtà!

sabato 22 marzo 2025

QUANDO A SCANDALE C'ERA IL CINEMA


Eppure, di quei tempi, sono orgogliosamente felice di averli vissuti. Le giornate si snodavano nella semplicità, senza telefoni (solo alcune famiglie avevano il fisso), senza televisori, a casa mia non mancava, ma quel vecchio apparecchio non tutti l'avevano.

Chi di noi non desidererebbe tornare indietro e vivere come un tempo? Oggi, le case sono invase da computer personali, con modem e fibra che ci collegano all'infinito. Cellulari che ci permettono di comunicare ovunque, a qualsiasi ora. Strumenti sofisticati per ascoltare musica e vedere film in una qualità impeccabile. Automobili di ogni genere, ora anche elettriche, ci portano ovunque in un batter d'occhio.

Ma c'è una generazione che non conosce la vita di mezzo secolo fa, quando non esistevano smartphone, internet o televisione. Eppure, c'era il cinema, il cuore pulsante delle piccole comunità. La sala cinematografica, un luogo magico che si è diffuso ovunque, diventava un punto di riferimento: ogni sera, ci accoglieva con storie di cowboy, arti marziali, spionaggio e risate, noi ci ricordiamo i film di Franco e Cicccio. Ma non era solo un luogo di intrattenimento; era il palcoscenico delle nostre vite, dove si svolgevano dibattiti, congressi politici e recite scolastiche.

Nella sala buia si sgranocchiavano caramelle, ceci e noccioline, ma non mancava il profumo del popcorn. Ci ritrovavamo. Eravamo una comunità, uniti dalla magia del grande schermo. Finito il film, non restava altro che andare a casa a dormire; difficilmente si andava a mangiare una pizza, nei paesi non esistevano locali per cenare fuori. Per allungare le ore, spesso ci si chiudeva nella tavernetta di casa, dove si trascorreva la serata in mezzo alle botti di vino e la "piartica" e la "cannizza" deposito di tutte le provviste e le prelibatezze del momento, tra un bicchiere di vino locale, pane di casa, "alivi", "sazizzzi" e "suppressati".

N.B. La foto risale a circa 50 anni fa a Scandale presso il cinema Brescia, in occasione del primo incontro per la nascita della nostra vecchia Cassa Rurale, io, bambino, sono in orima fila.

"A CALABRIA ERA TUTTA COLTIVATA "


“A Calabria era tutta coltivata”, ha ragione la signora calabrese in video, un tempo la nostra terra era un paradiso agricolo, un mosaico di ortaggi, grano, vigneti e uliveti. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un deserto di abbandono, le buste di spazzatura la puoi trovare ovunque dai mercenari della trascuratezza. È una vergogna inaccettabile! 

E non parliamo delle politiche attuali, che riempiono il nostro paesaggio di pale eoliche senza alcun rispetto per la bellezza e la tradizione della nostra terra. Pale dappertutto!La signora calabrese nel video ha ragione: “Mo a terra a sputano, e da terrà vena tuttu”. 

Non sarebbe ora di ridare dignità alla Calabria?

giovedì 20 marzo 2025

MENTRE IN SIRIA MASSACRANO I CRISTIANI (SOPRATTUTTO BAMBINI), ROMA ACCOGLIE IL SUO MINISTRO SENZA TOCCARE L’ARGOMENTO


Famiglie intere, anziani, sacerdoti e soprattutto bambini, vengono massacrati con brutali esecuzioni, mentre il mondo e i mass media girano lo sguardo dall'altra parte. A Roma, un tempo era sede del Vicario di Cristo, il ministro siriano viene accolto con onori da Tajani. I rapporti diplomatici devono pur continuare, ma l'assenza di menzione per questi crimini è una vergogna inaccettabile, ancor di più se manca l'indignazione di chi professa i valori cristiani.

Dalla Siria arrivano testimonianze drammatiche: gruppi fanatici alimentano sanguinosi scontri tra le fazioni lealiste di Bashar al-Assad e la nuova leadership a Damasco, con un bilancio di circa mille morti. Bambini rapiti dall’Isis, donne decapitate, anziani uccisi solo perché difendono i loro villaggi. 

Il 18 marzo, a Roma in un incontro annunciato con il ministro siriano Asaad al Shaibani,  Tajani ha espresso la sua soddisfazione per la promessa di una "transizione pacifica" in Siria. Ma questa "tranquillità" non si estende ai cristiani, che continuano a subire un massacro silenzioso, mentre l'Europa si preoccupa di armarsi contro un fantomatico nemico.

martedì 18 marzo 2025

SAN GIUSEPPE A SCANDALE, DA SACRO A PROFANO, MA RESTA UNA GRANDE TRADIZIONE


Nel mese di marzo, Scandale si trasformava in un palcoscenico di devozione e tradizione. Le famiglie, unite dallo spirito collettivo, si preparavano a celebrare la festa di San Giuseppe, un evento che risuonava come un eco d'amore e rispetto per le proprie radici.

I preparativi iniziavano nelle campagne, dove l’aria era permeata dal profumo di primavera e dalla dolce attesa. Frasche e rami venivano raccolti con cura, destinati ai "Luminari", i falò che, la sera del 18 marzo, illuminavano le strade del paese come fari di speranza e gratitudine. Questi fuochi non erano solo un simbolo di venerazione, ma un richiamo a unirsi, a riscoprire l’essenza di ciò che significa essere comunità.

"U Cumbitu" era una semplice pietanza, una deliziosa pasta e ceci, preparata con amore, arricchita da abbondante cipolla e una salsetta piccante. Ma non era solo un piatto: era il cuore pulsante della condivisione. Molte famiglie, giorni prima della festa, offrivano cibo ai vicini e ai passanti, e con un gesto di amore incondizionato, portavano la pentola calda a chi ne aveva più bisogno, creando un legame che andava al di là delle parole.

La sera del 18, dopo i vespri, i "Luminari" si accendevano, e la comunità si raccoglieva attorno al falò in preghiera, avvolta nella serenità del Santo Rosario. Le voci si univano in canti popolari che rendevano omaggio a San Giuseppe e alla Beata Vergine Maria, creando un’atmosfera di sacralità e gioia.

In questi momenti di unità, fede e tradizione, Scandale brillava come una stella nel buio, un faro di speranza e amore che ancora oggi illumina i cuori della gente.

Se un tempo la festa era esclusivamente sacra, oggi essa si è trasformata in una celebrazione culturale che mantiene vivo il legame con le tradizioni, ma è diventata un'altra cosa. I "luminari" non sono più presenti in tutte le vie, e la festa si regge ora solo grazie agli incentivi del comune e al valido apporto delle associazioni, in particolare della Pro Loco. Ma ahimè, quest'anno sopravvive un solo fuoco.

È un motivo per riflettere, un richiamo a non dimenticare mai chi siamo e da dove veniamo, un invito a custodire con cura la bellezza di questa festa, con radici prettamente religiose, della nostra cultura e a trasmetterla di generazione in generazione, affinché il calore di San Giuseppe continui a risplendere nel cuore di ogni scandalese.

sabato 15 marzo 2025

SCANDALE, OGNI TANTO COME IL SABATO DEL VILLAGGIO

I tempi sono cambiati e i nostri paesi hanno perso quella vitalità di un tempo. L'antica civiltà contadina, che animava le strade con il profumo dei prodotti freschi e le cassette a fianco della porta di casa del contadino, piene di frutti di stagione, è ormai solo un ricordo. Un tempo, il prodotto esposto non era sempre in vendita, ma anche un dono tra vicini e passanti, senza sempre pensare al denaro. Oggi, invece, queste abitudini si sono affievolite e pochi coltivano ancora la terra.

Ma c'è un sabato pomeriggio, come oggi, in cui il piccolo centro riscopre il suo "sabato del villaggio". Le strade si animano con venditori "per caso" che offrono asparagi, finocchi "selvatici", finocchietto, origano e quant'altro! In alcuni periodi, come oggi, capita di trovare il prelibato pane di castagna, un tesoro della tradizione calabrese. Dalle nostre parti è più diffuso nella Presila, nel Petilino e in particolare a Mesoraca. Questo pane, una volta cibo per i poveri, era preparato con farina di castagne al posto della comune farina di grano. Oggi, invece, è diventato un simbolo di raffinatezza, un panino di piccole dimensione, rotondo, dal gusto unico e inconfondibile, che conquista facilmente il palato di molti.

Riscopriamo insieme le nostre radici, perché anche tra le strade silenziose dei nostri paesi, la tradizione e il sapore possono farci vivere momenti e deliziosi profumi di un tempo.

domenica 2 marzo 2025

" OJII E OTTU". VITA PAESANA DI UN TEMPO


Un tempo, la vita era semplice ma intensa. Gli spostamenti erano un lusso per pochi, riservati a chi migrava; la maggior parte di noi viveva nel raggio del proprio paese, o al massimo nel circondario provinciale, senza telefoni né mezzi di trasporto, se non asinelli e cavalli. Le prime automobili, rare e costose, non erano alla portata di tutti. Eppure, in quell'attesa di un giorno diverso, si trovava un senso di pienezza. Le feste religiose, la nascita di un figlio, la macellazione del maiale: eventi che scandivano il ritmo della vita, ogni attesa portando con sé promesse di gioia e abbondanza.

Le famiglie, numerose e unite, si preparavano per la grande festa del maiale, un giorno di raccoglimento e gratitudine. La conservazione dei prodotti suini era fondamentale per affrontare l'inverno; una famiglia contava in media sette, otto, fino a dieci membri. Ma la vera attesa, quella che scaldava il cuore, era legata alla raccolta: “a ricòta”. Era il momento in cui il contadino chiudeva i conti con la vita, estinguendo debiti e celebrando il duro lavoro.

In ogni angolo, l’attesa era un filo che univa i giorni, conferendo valore al presente e al futuro. Si contavano le settimane, i giorni, gli istanti. L’ultima settimana era la più dolce: “Oiji e ottu” diventava il mantra che anticipava feste e celebrazioni. A Scandale, si ripeteva: “Oiji e ottu è ra festa i Cundoliu”, mentre per i contadini il momento culminante era la macellazione: “Oiji e ottu e ammazzamu lu porcu”.

A giugno, i creditori tornavano da chi doveva loro denaro, presentando il conto. Ma i contadini, con prontezza, rispondevano: “Vi pagamu a ricòta”, ovvero dopo la raccolta di frumento e cereali, quando i granai si riempivano. 

Così, la vita scorreva frenetica, tra problemi e difficoltà, ma affrontate con gioia e attese cariche di speranza.

sabato 15 febbraio 2025

AEROPORTO CROTONE: UNA CONTRADDIZIONE CHE URGE CHIAREZZA SUI CANADAIR

L'aeroporto di Crotone, simbolo di un territorio costantemente in bilico,, tradito tra promesse e realtà, si trova nuovamente al centro di un dibattito. Le recenti dichiarazioni dell’amministrazione degli aeroporti calabresi, in particolare quelle relative ai dati di gennaio 2025, sollevano più di un interrogativo. Con 17.392 passeggeri transitati e un presunto incremento del +50%, l'aeroporto sembra finalmente dare segnali di vita. Ma a quale prezzo?

Mentre Lamezia Terme registra un più modesto +11%, i numeri di Crotone vengono celebrati come un trionfo. Eppure, in un territorio storicamente emarginato, privo di infrastrutture adeguate – strade inefficienti, un porto trascurato, e una rete ferroviaria obsoleta – ci si aspetterebbe un piano strategico per rilanciare il sistema. Invece, l'annuncio di una nuova base Canadair sembra minacciare questa fragile rinascita.

Siamo di fronte a una scelta che stona con le necessità del territorio. I Canadair, sebbene utili in caso di emergenze, rischiano di compromettere le rotte passeggeri, gettando un'ombra inquietante sul futuro dell'aeroporto. Non ci è dato sapere se esista un progetto concreto per lo sviluppo della struttura; ciò che è chiaro è che l’attuale amministrazione aeroportuale non ha fornito rassicurazioni.

Il direttore della Sacal non ha fatto altro che alimentare le nostre preoccupazioni: da una parte ci racconta di una crescita, dall’altra ci avverte che Crotone, con la sua scarsa attività volativa, è stata scelta per la sua "ideale" condizione per ospitare attività complementari. È un controsenso che non possiamo ignorare.

domenica 9 febbraio 2025

SPOPOLAMENTO: IN 10 ANNI, 8.000 GIOVANI CROTONESI SONO FUGGITI. UNA PERDITA DEMOGRAFICA, MA ANCHE DI STORIA E CULTURA

Lo spopolamento continua a colpire duramente il Sud Italia, e in particolare Crotone. Secondo i dati del Centro studi Cgia, negli ultimi dieci anni la città pitagorica ha perso oltre 8.000 giovani tra i 15 e i 34 anni. In tutto il Meridione, la stessa fascia d’età ha visto un crollo di 750.000 persone, pari al 5,8%. Questi numeri sono agghiaccianti eppure, incredibilmente, nessun partito ha inserito seriamente questo grave problema nell’agenda politica.

Non è di meno nell'entroterra, dove si accentua ancora di più. Lo spopolamento non è solo un fenomeno demografico; è una lenta e inesorabile sofferenza che si insinua nel cuore delle nostre comunità. Ogni abitante che lascia un borgo, ogni casa che si chiude, non è solo una perdita numerica, ma un pezzo della nostra storia che svanisce per sempre. Le strade, un tempo animate da risate e storie, si riempiono di silenzio, mentre le piazze, testimoni di incontri e celebrazioni, diventano eco di un passato che sembra sempre più lontano.

Come amministratore della città di Crotone, ho sollevato questa drammatica situazione demografica in Consiglio comunale poco dopo il nostro insediamento. Purtroppo, fino ad oggi, si continua a non contrastare il fenomeno, in Calabria non è stata attivata nessuna misura. Certo, non possiamo aspettarci che sia il comune da solo a risolvere una questione così complessa, ma è fondamentale portare il problema all'attenzione dei vertici nazionali. Finora, i governi hanno fatto ben poco. Mi auguro che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che definisce il suo governo come quello dei patrioti, possa finalmente prendere provvedimenti.

I dati sono allarmanti: il numero dei giovani in Italia è in caduta libera. La crisi demografica colpisce anche molti paesi dell’Unione Europea, ma in Italia la situazione è davvero critica. È tempo di agire, di non restare in silenzio di fronte a un futuro che si sta sgretolando. Crotone merita di tornare a essere un luogo di speranza e opportunità per i suoi giovani. Il mio è un appello alla coscienza, un invito a non voltare le spalle a queste terre, un tempo faro del mondo! Un monito per non dimenticare, ma a rinnovare e valorizzare la sua   bellezza e la sua storia.

sabato 1 febbraio 2025

"U PANI I CASA" TRA TRADIZIONE E SACRALITÀ

È sempre un gesto di amore ricevere un pane fatto in casa, “u pani i casa”. Un tempo, il panificio non esisteva; ogni famiglia si dedicava a questo rito, non sempre nella propria dimora, poiché un forno richiede spazio e cura. Nelle campagne, le famiglie costruivano il loro "u furnu, u furniciaddru", un luogo sacro dove il profumo del pane appena sfornato si mescolava con l'aria fresca della natura.

In paese, i forni si trovavano sparsi lungo la strada, e tra tutti, quello a frasche era il re indiscusso. Da lì usciva il miglior pane, un autentico tesoro che si accompagnava a un'esclamazione che risuonava: “Chistu è fattu cu ru furnu a fraschi”. Le frasche, raccolte con cura dopo la potatura degli ulivi, diventavano il carburante di questo rito. A Scandale, durante la festa di San Giuseppe, le famiglie si riunivano per bruciare le frasche nella vigilia, creando il cosiddetto "u luminari".

Fare il pane era un giorno di festa, un momento di unione per famiglie numerose che avevano bisogno di tanti pani. Il pane veniva conservato su una tavola appesa in alto, dove trovavano posto anche le prelibatezze del maiale: “sazizzi, suppressate, capicoddra, lardu, panzajjia”. Entrare nella casa di un contadino di un tempo era come essere avvolti da una coperta di profumi e tradizioni che raccontavano storie di vita e di sudore.

“U pani”, simbolo di lavoro e sacralità, meritava un posto d'onore sulla tavola, mai rovesciato. Ogni pagnotta racchiudeva valori simbolici che andavano oltre il semplice nutrimento del corpo; era un appagamento per lo spirito. Il pane rappresentava il frutto di una giornata di fatica, un riscatto dalla fame, un modo per saziare i figli e un segno di comunione con parenti e vicini. Nella civiltà contadina, il pane era il simbolo per eccellenza di materia e spirito. Peccato che ora questa tradizione si è quasi persa, per fortuna, che in alcune famiglie della vicina #Roccabernarda c'è ancora chi ce la fa vivere.

E per devozione a Sant’Antonio, veniva realizzato “u paniciaddru i Sant’Antuani”, una tradizione che portava gioia e condivisione. Piccole pagnotte venivano donate a tutti: amici, parenti e vicini, un gesto che univa le comunità e riempiva i cuori di gratitudine. In un pezzo di pane c'era l'essenza della vita, il calore di un abbraccio, il ricordo di una storia che continua a vivere in ogni morso. Ed io ringrazio la famiglia che giorni fa mi ha fatto dono di un pezzo di storia e sacralità.

lunedì 20 gennaio 2025

PADRONE DI 16.000 VOTI?

"Mai apparentamenti con i partiti, mai con gli 'sculchiani', mai con chi ha distrutto questa città: 'i veleni fuori da Crotone'. Questi sono alcuni slogan che il sindaco della città pitagorica ha usato per vincere le elezioni comunali di quattro anni fa. Insomma, una propaganda mirata solo a vincere, senza tenere fede veramente a ciò che ha sostenuto, tutto basato sull' irreale, poiché si è apparentato con tutti e continua a farlo pubblicamente, financo ieri nel Consiglio comunale! Lo fa con chi gli garantisce sostegno per accaparrarsi un'altra legislatura, e sulla tematiche ambientali, che si è elevato a paladino, non aggiungo altro: è sotto gli occhi di tutti, meglio stendere un velo pietoso.

Io dico: i crotonesi se ne sono accorti? O ci girano attorno? Un personaggio così, che palesemente ha tradito le aspettative, è degno di essere votato? Non parlerò ancora del mio caso, che ieri ha tremato l'aula della tensione creatasi, spero di approfondirlo in seguito, ma abbiamo visto un uomo che, a tutti i costi, voleva trovare una ragione. Non so se ci sia riuscito, ma ce l'ha messa tutta per continuare a denigrare. Qualcuno ci casca sempre, ma chi non si è accorto che nel Consiglio comunale di ieri è emerso ancora una volta un personaggio tragico, che semina rancore, aggressivo, con toni sempre più minacciosi: 'Ti denuncio, ti querelo'.

Per tutto il pomeriggio, fino a tarda serata, come un disco rotto ha ripetuto fino allo sfinimento che le elezioni le ha vinte lui da solo. Lui pare che sia il titolare di oltre 16.000 voti; gli altri non contano nulla, sono degli elementi che con 80-90 voti si trovano in consiglio comunale solo per merito suo. Da brivido! Nella storia d'Italia, i più beceri politici sono diventati padroni del voto altrui, padroni del consenso popolare. A Crotone ne abbiamo uno che si chiama Vincenzo Voce. Sì, perché lui rimarca sempre che sulla scheda elettorale i cittadini hanno scritto 'Voce'. Insomma, un nuovo padrone nello sfortunato feudo di Crotone. Gli 'sciancati' che hanno portato 90-100 voti dovrebbero tutti prostrarsi, avendo ricevuto la grazia di essere stati eletti solo per merito suo. Sembra di essere tornati all'era oscura'?

Crotone, una città che merita rispetto e dignità, si trova oggi a fare i conti con la delusione di chi ha creduto in promesse che, come foglie al vento, sono svanite nel nulla. "Mai apparentamenti con i partiti", "mai con gli sculchiani", "mai con chi ha distrutto questa città". Queste parole rimbombano ancora ! Sono state un canto di sirene, una promessa di cambiamento che ha sedotto e illuso. Ma ora, nell'ombra di quell'impegno, si cela una verità inquietante: un'alleanza con chiunque possa garantire un po' di potere, un tradimento delle aspettative di una comunità che ha sperato in un futuro migliore. Povera Città! Come si può rinnovargli la fiducia?

Ieri, in un Consiglio comunale che sembrava un teatro tragicomico, abbiamo assistito a un'esibizione di arroganza e rancore. Un uomo, ossessionato dall'idea di essere l'unico artefice della sua vittoria. Con oltre 16.000 voti, si erge a padrone del consenso popolare, ma chi ha davvero il potere? Chi ha lottato per quei miseri 70 o 80 voti? Sono esseri umani, non pedine da sacrificare sul grande scacchiere della politica. Eppure, in questo dramma, sembra che si stia ritornamdo nell'epoche oscure  

Crotone non merita un nuovo feudo governato dalla paura. Merita onestà, trasparenza e rispetto. Merita una voce che non sia quella di un despota, ma di un leader che sappia ascoltare, che sappia costruire, che sappia mettere al centro la comunità. È tempo che i crotonesi si sveglino da questo incubo e rivendichino il loro diritto a una politica dignitosa e responsabile. È tempo di alzare la voce, di dire basta a chi ha tradito la fiducia, a chi ha scelto il potere personale sopra il bene comune. Crotone ha bisogno di un futuro, non di un padrone.

venerdì 17 gennaio 2025

BONIFICA, NUOVI SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE, MA C'È SEMPRE CHI CI CASCA. Negli ultimi anni, si è palesato un quadro inquietante e desolante della mala politica, che ha inferto un colpo mortale all'ambiente, in particolare riguardo alla questione della bonifica industriale. Siamo a Crotone, dove le parole si intrecciano a silenzi scomodi e le promesse si dissolvono come nebbia al sole. Oggi assistiamo ai balletti: non bastano quelli politici, ma ci sono anche quello dei comunicati stampa, guarda caso! Proprio dai rappresentanti istituzionali, non mancano quelli degli enti regionali, provinciali e comunali, che si affrettano a difendere, a mio parere, piuttosto il loro consenso politico. Vedo che si adottano misure contro Eni Rewind (il colosso contro cui, di fatto, nessuno osa mettersi contro), intimando a Eni con delle diffide diramate in questi giorni, che la bonifica non può avvenire se i rifiuti rimangono sul nostro territorio. Non è palese che tutto questo sa di manovra? Non a caso, i comunicati sembrano partire dai palazzi con un solo imput quasi alla precisione di un cronometro; d’altronde, chi non ha ancora capito che l’amministrazione che ha ottenuto consenso dal civismo è passata sotto le grinfie dei partiti? A Crotone, si tende a chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. La proattività è solo un miraggio, mentre il danno è già stato inflitto. In merito all’ambiente, è una certezza sotto gli occhi di tutti. Le promesse di trasferire rifiuti al di fuori della regione si rivelano un’illusione, un gioco di prestigio che Eni ha già svelato: solo una parte dei rifiuti potrà essere spostata, mentre la maggior parte resterà qui, intrappolata nel nostro territorio. E se qualcuno ha ancora l'ardire di sperare in discariche all'estero pronte ad accoglierli, è tempo di riconsiderare le proprie aspettative. La verità è che, con l’Unione Europea che nel 2026 introdurrà nuove misure per la gestione dei rifiuti, siamo destinati a rimanere intrappolati in un ciclo senza fine, con rifiuti che non troveranno mai una degna sistemazione. Il tempo stringe. Non possiamo illuderci: lo smaltimento di una massa così ingente di rifiuti non avverrà in un giorno, ma si estenderà su anni. E noi, a Crotone, non ci prepariamo nemmeno a trasportare una sola camionata all'estero; si direbbe in gergo "mancu na carriolata". I ricorsi e le diffide sono solo palliativi, specchi per le allodole: se non c'è la volontà politica, la situazione non potrà mai avere una sistemazione definitiva. Ormai, la diffidenza è diventata per me una compagna di viaggio, e non posso escludere scenari inquietanti. La politica, invece di opporsi, dovrebbe spiegare come mai ha abbracciato le condizioni di Eni, mentre pochi consiglieri comunali e il comitato cittadino contro i veleni si ergono a difesa del nostro diritto a un ambiente sano. È un silenzio assordante quello di chi avrebbe dovuto alzare la voce, di quei gruppetti politici che, al momento giusto, hanno assistito inerti alla modifica del piano rifiuti, a discapito della nostra città. I reclami, gli annunci e le diffide sono come un “purgarsi in salute”, proprio in vista di un eventuale esito negativo che darà la imminente Conferenza di Servizi decisoria che si terrà a Roma presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A Crotone, la classe politica sembra avere sempre una risposta pronta, ma in realtà ha solo trovate per tutte le stagioni, mai una presa di posizione seria che metta al primo posto lo sviluppo e il recupero di un territorio devastato e sfruttato fino all’osso.

Negli ultimi anni, si è palesato un quadro inquietante e desolante della mala politica, che ha inferto un colpo mortale all'ambiente, in particolare riguardo alla questione della bonifica industriale. Siamo a Crotone, dove le parole si intrecciano a silenzi scomodi e le promesse si dissolvono come nebbia al sole. Oggi assistiamo ai balletti: non bastano quelli politici, ma ci sono anche quello dei comunicati stampa, guarda caso! Proprio dai rappresentanti istituzionali, non mancano quelli degli enti regionali, provinciali e comunali, che si affrettano a difendere, a mio parere, piuttosto il loro consenso politico. Vedo che si adottano misure contro Eni Rewind (il colosso contro cui, di fatto, nessuno osa mettersi contro), intimando a Eni con delle diffide diramate in questi giorni, che la bonifica non può avvenire se i rifiuti rimangono sul nostro territorio. Non è palese che tutto questo sa di manovra? Non a caso, i comunicati sembrano partire dai palazzi con un solo imput quasi alla precisione di un cronometro; d’altronde, chi non ha ancora capito che l’amministrazione che ha ottenuto consenso dal civismo è passata sotto le grinfie dei partiti?


A Crotone, si tende a chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. La proattività è solo un miraggio, mentre il danno è già stato inflitto. In merito all’ambiente, è una certezza sotto gli occhi di tutti.


Le promesse di trasferire rifiuti al di fuori della regione si rivelano un’illusione, un gioco di prestigio che Eni ha già svelato: solo una parte dei rifiuti potrà essere spostata, mentre la maggior parte resterà qui, intrappolata nel nostro territorio. E se qualcuno ha ancora l'ardire di sperare in discariche all'estero pronte ad accoglierli, è tempo di riconsiderare le proprie aspettative. La verità è che, con l’Unione Europea che nel 2026 introdurrà nuove misure per la gestione dei rifiuti, siamo destinati a rimanere intrappolati in un ciclo senza fine, con rifiuti che non troveranno mai una degna sistemazione.


Il tempo stringe. Non possiamo illuderci: lo smaltimento di una massa così ingente di rifiuti non avverrà in un giorno, ma si estenderà su anni. E noi, a Crotone, non ci prepariamo nemmeno a trasportare una sola camionata all'estero; si direbbe in gergo "mancu na carriolata". I ricorsi e le diffide sono solo palliativi, specchi per le allodole: se non c'è la volontà politica, la situazione non potrà mai avere una sistemazione definitiva. Ormai, la diffidenza è diventata per me una compagna di viaggio, e non posso escludere scenari inquietanti.


La politica, invece di opporsi, dovrebbe spiegare come mai ha abbracciato le condizioni di Eni, mentre pochi consiglieri comunali e il comitato cittadino contro i veleni si ergono a difesa del nostro diritto a un ambiente sano. È un silenzio assordante quello di chi avrebbe dovuto alzare la voce, di quei gruppetti politici che, al momento giusto, hanno assistito inerti alla modifica del piano rifiuti, a discapito della nostra città. I reclami, gli annunci e le diffide sono come un “purgarsi in salute”, proprio in vista di un eventuale esito negativo che darà la imminente Conferenza di Servizi decisoria che si terrà a Roma presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. A Crotone, la classe politica sembra avere sempre una risposta pronta, ma in realtà ha solo trovate per tutte le stagioni, mai una presa di posizione seria che metta al primo posto lo sviluppo e il recupero di un territorio devastato e sfruttato fino all’osso.

domenica 5 gennaio 2025

A CROTONE MANCA SOLO LA CENTRALE NUCLEARE. GRAZIE AI PIFFERAI

Ormai è tutto certo: la terra che una volta respirava vita e speranza è stata venduta ai poteri forti, e ciò che una volta era un sogno di sviluppo e benessere si trasforma in un incubo di devastazione. Un mio amico dice che non manca altro che la centrale nucleare per completare questo triste quadro. Nel crotonese, nuovi impianti di devastazione si erigeranno sotto il silenzio assordante di chi avrebbe dovuto proteggerci: dai falsi ambientalisti ai finti ambientalisti, agli ex ambientalisti, ai politici venduti per un piatto di lenticchie, quelli che nell’ultima campagna elettorale avrebbero dovuto pulire e bonificare Crotone.

Le nostre terre, i nostri mari, un tempo fonte di vita, sono ora il terreno di gioco per una miriade di parchi eolici, che si estendono dal golfo di Squillace fino alle nostre acque, come un’invasione silenziosa. Le nuove pale eoliche si stagliano ovunque, persino nella splendida presila. Ci troveremo circondati da enormi strutture, centrali e rigassificatori, amplificazioni di aviosuperfici, che si intrecciano con la "bellezza" dei parchi eolici, distruggendo l’armonia di un paesaggio che racconta la Magna Grecia, storie di generazioni.

E mentre per le strade della città i pifferai suonano, incantando i passanti durante le feste, la gente continua ad essere indifferente, ignara o complice di questo disastro. La maggior parte di noi chiude gli occhi di fronte a ciò che sta accadendo, nascondendo la testa nella sabbia come struzzi, mentre il futuro di Crotone si avvolge nel buio più profondo.

VERGOGNA!

venerdì 3 gennaio 2025

"IL MIO CASO". ECCO I FATTI E LE RISPOSTE: SFIDO CHIUNQUE.

Con profondo rammarico e crescente inquietudine, mi trovo costretto a dibattere una situazione insostenibile. Il sindaco, non solo attacca incessantemente e urla come un latratore, ma continua a rilasciare dichiarazioni infondate e sgradevoli sulla stampa, disseminando fatti non veritieri. Il 30 dicembre 2024, durante la conferenza di fine anno con i giornalisti — un momento che avrebbe dovuto essere di riflessione e bilancio, volto a elargire serenità e auguri per il nuovo anno a tutta la comunità e ai consiglieri comunali — ho assistito all’ennesimo scivolone. Io, che avrei dovuto essere il querelante di un fatto increscioso, mi ritrovo invece ad essere il querelato dal sindaco! Una vergogna inaudita: avrei dovuto ricevere solidarietà, invece ricevo attacchi volti a alimentare e caldeggiare una diatriba politica, alla quale ora sono costretto a prendere le giuste misure nei confronti di un amministratore che appare sempre più come “l’anatra zoppa” priva di orientamento politico.

Quando un giornalista, senza menzionare nomi, ha osato porre una domanda su quanto accaduto, il sindaco ha colto l’occasione per tirare in ballo la mia persona, distorcendo la verità e stravolgendo i fatti. È una vergogna inaudita; in una ricorrenza in cui avremmo dovuto stringerci in un abbraccio di unità e speranza, ci troviamo invece a fronteggiare un clima di intolleranza e aggressione. È tempo di dire basta. È tempo di ripristinare la dignità e la verità in una comunità che continua ad essere tradita, perché nessuno dovrebbe essere costretto a lottare contro le menzogne di chi, invece di guidare, preferisce attaccare.

1. Chiamare il sindaco "latratore seriale" non è un attacco personale; è una critica alla sua figura pubblica. In un consesso di rappresentanza come il Consiglio Comunale, ci si aspetta comportamenti dignitosi. Eppure, le sue reazioni sono di tutt’altra natura! Assistendo ai consigli, non posso fare a meno di notare come, seduto accanto al Presidente del Consiglio, si faccia portavoce di un comportamento che rasenta il ridicolo: risponde a chi dissente da lui come in un copione di Totò e Peppino, strappando la parola con urla che echeggiano in tutto il palazzo.

2. Dopo la rottura con la maggioranza, ha scelto di spargere veleno, attaccando me e i miei colleghi in modo personale, definendoci assenteisti e irriconoscenti. Ha dipinto un quadro in cui siamo solo individui in cerca di personalismi, ignari degli interessi della comunità. Ma ciò che mi colpisce di più è che, non tanto per me, ma per il modo in cui ha deciso di colpire giovani professionisti aderenti al nostro gruppo, il suo comportamento amministrativo non è certo quello che ci si aspetta da un buon padre di famiglia, invece di riconoscere il nostro contributo, ha scelto di denigrarci, definendo la mia proposta di legge un “blitz” e non un atto dovuto per proteggere Crotone dai soprusi ambientali, che continuamente viene invasa da rifiuti.

Un primo cittadino dovrebbe essere un faro di responsabilità e rispetto, non colui che porta alla gogna chi si impegna con passione e dedizione. La comunità merita un leader che unisca, non che divida; che elevi, non che umili. Perché, alla fine, ciò che conta davvero è il bene di tutti, e non le battaglie personali.

3. La falsità che il Consigliere regionale Talerico sia stato informato da me dell’accaduto è un’altra menzogna inaccettabile. Come può un sindaco lanciarsi in tali affermazioni senza alcuna prova? Non può prendersi gioco della reputazione di un politico serio e rispettato come Antonello Talerico.

4. E non finisce qui. Un'altra grave menzogna riguarda il coinvolgimento sulla questione un dirigente di un istituto bancario. È ancor più grave il fatto, fra l’altro, che io non sia sotto le dipendenze di questo istituto: il sindaco ha voluto far intendere che il rappresentante bancario ha agito spontaneamente dopo aver letto la mia missiva in merito alla diatriba tra me e il primo cittadino. La verità è totalmente diversa: il sindaco Voce ha conversato direttamente con un rappresentante dell’istituto, parlando di me e, a dispetto di ogni principio di trasparenza e privacy, ha contattato direttamente un rappresentante di quell'istituto. Ora dovrà spiegare perché ha voluto intromettersi nella questione coinvolgendo un presunto mio datore di lavoro? Lo trovo assurdo e deplorevole, ma al momento non voglio aggiungere altro.

5. Infine, il sindaco minaccia di querelarmi. Ma per che cosa ? Semmai, dovrei farlo io, poiché non ha mai chiarito le proprie ragioni, nonostante io abbia presentato da oltre un mese un’interrogazione comunale su questi gravi eventi, ignorata e relegata in un angolo del Palazzo Comunale. Come mai ad oggi, se non per mia iniziativa, nessuno ne ha parlato né tantomeno il sindaco si è difeso? Le sue azioni parlano chiaro: è lui il vero responsabile di questo clima di indifferenza di paura venutasi a creare.

Fino a prova contraria, il vero morsicato in questa vicenda sono io, vittima di un abuso inaccettabile. Esigo che un sindaco che infonda terrore nei luoghi di lavoro dei consiglieri si dimetta immediatamente. Se questo clima di intimidazione persiste, non esiterò a rivolgermi alle autorità competenti, denunciando tutti gli attori di questa triste vicenda.

Ora aspetto le sue giustificazioni in aula, non solo come consigliere comunale, ma come rappresentante di una comunità intera che sta subendo un attacco alla democrazia. 

Voglio esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà, in particolare all’avvocato e Consigliere Regionale Antonello Talerico, per aver portato alla luce questa situazione così delicata.

Ci vediamo in Consiglio!