Post in evidenza

TRUMP–PUTIN: UN NUOVO ORDINE MONDIALE E SPIRITUALE, MENTRE L’EUROPA VUOTA RESTA A SCODINZOLARE

Con questo post non mi rivolgo a tutti, ma solo a quegli amici che ancora credono nei principi e nei valori cristiani. Tuttavia, se c'è ...

martedì 19 agosto 2025

TRUMP–PUTIN: UN NUOVO ORDINE MONDIALE E SPIRITUALE, MENTRE L’EUROPA VUOTA RESTA A SCODINZOLARE

Con questo post non mi rivolgo a tutti, ma solo a quegli amici che ancora credono nei principi e nei valori cristiani. Tuttavia, se c'è rispetto per il mio pensiero, potrà forse essere un motivo di riflessione anche per gli altri. Ci rendiamo davvero conto di cosa sta accadendo nel mondo? Ci accorgiamo che stiamo vivendo in una realtà capovolta, dove la verità è oscurata e la menzogna viene accolta come fosse luce?

San Paolo ci mette in guardia con parole forti e attuali:

"Poiché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi, Dio invia loro una potenza d’inganno, così che essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità." (2 Tessalonicesi 2,10-12).

E i segni sono sotto gli occhi di tutti.

Un’élite europea, che non rappresenta più il cuore del popolo, ci ha imposto una visione distorta: ci ha detto che Putin è solo un despota sanguinario, senza darci più lo spazio per pensare o giudicare con lucidità.Nel frattempo, l’America di Trump si allontana da un continente che appare sempre più smarrito e decadente, mentre noi restiamo intrappolati in una narrazione costruita e imposta.

Ma quale Europa è questa? L’Europa di Macron? Quella di Ursula von der Leyen, che suggerisce di cambiare i nomi cristiani per non urtare la sensibilità musulmana, che vorrebbe cancellare il Natale, rinominandolo “festa d’inverno”?

Un’Europa che dice di difendere i diritti delle donne, ma si presta a sottomettersi al velo islamico. Che finanzia gay pride dove simboli sacri vengono profanati: la Madonna, Cristo stesso, ridicolizzati accanto a simboli osceni.

Che lascia bruciare cattedrali come Notre-Dame senza più un sussulto di coscienza, che nega le proprie radici cristiane, toglie crocifissi dalle scuole e porta i bambini a pregare nelle moschee. Non vi sembra tutto parte anche di uno scontro morale e spirituale profondo?

E in mezzo a tutto questo, guardiamo al popolo russo – non solo a Putin – che appare saldo nella sua identità, fedele ai valori che danno senso e ordine alla vita, e che rifiuta di barattare la verità per convenienza. Trump lo ha capito. Putin lo ha capito.

E mentre i leader europei continuano a inseguire il favore degli Stati Uniti, senza più dignità né visione, l’Europa perde se stessa.

Si svuota. Si spegne. 

Basta osservare l'incontro tenutosi negli Stati Uniti: i leader europei continuano a seguire la stessa, monotona narrazione nei confronti della Russia. Hanno provato a organizzare questo vertice, ma è apparso evidente che mancava quella solennità tipica degli incontri tra le grandi potenze mondiali. È sembrato qualcosa di secondario e, diciamoci la verità, persino un po' grottesco. L'Europa, ormai, non viene più considerata.

E, permettetemi, secondo il mio modesto parere: di fronte a chi offende Dio con leggerezza e senza vergogna, nemmeno Dio potrà più restare dalla sua parte.

domenica 17 agosto 2025

DA KROTON A BELCASTRO: IL SOGNO SPEZZATO DELLA MAGNA GRECIA, NEL SILENZIO GENRALE


Rifletto su alcune stranezze che, ormai, sembrano diventate la normalità in questa città. Nel mondo politico regna un silenzio assordante: nessuno affronta i problemi, nessuno solleva domande. Poi, appena qualcuno prova a mettere in luce mancanze e omissioni — e solo allora — come per magia, tutti si scatenano. E guarda caso, alla fine i meriti vogliono prenderseli sempre gli altri.

Oggi, per esempio, nessuno — e sottolineo nessuno — parla del progetto del nuovo parco turistico che doveva sorgere a Crotone. Un investimento importante, un’opportunità concreta per il territorio. E invece? La fondazione, composta da crotonesi, imprenditori e rappresentanti delle associazioni locali, ha deciso di spostarlo altrove. In un altro comune. Un fatto grave, che passa sotto silenzio. Anche chi si dice "sensibile" alle problematiche del territorio tace. E questo silenzio, credetemi, fa rumore.

Nel frattempo, l’estate va avanti a pieno ritmo, tra eventi, feste e selfie. Tutti felici, tutti contenti, abbagliati da specchietti per le allodole. Ma si finge di non vedere, illudendosi — consapevolmente — che bastino quattro luci a parlare di sviluppo. E invece no. Lo sviluppo vero qui continua a non arrivare.

Politici, cittadini, amministratori: si celebrano le serate riuscite come se fossero segnali di cambiamento. Foto, abbracci, pacche sulle spalle. Ma in fondo, si sa, i finanziamenti sono arrivati. Soprattutto quelli dell’ENI, quelli del cane a sei zampe. Eppure, ci siamo abituati: arrivano, promettono, inquinano. Si parla di "bonifiche", ma sono finte. Di "nuovi investimenti", ma sanno sempre di inceneritori mascherati da progresso.

E poi ci tocca sentire che a Crotone non si fa nulla per il turismo, per i musei, per i siti archeologici. Quando invece, ogni volta che si tenta una rotta diversa, una visione alternativa basata sulla cultura e sulla nostra identità, scatta lo scetticismo. O peggio, l’indifferenza.

Il caso "Magna Grecia Park"

Tre anni fa veniva presentato a Crotone in grande stile: applausi, telecamere, amministratori, imprenditori, associazioni culturali. Un progetto serio, concreto, con tanto di computometrico, piano economico-finanziario, studi territoriali. L’area individuata era a nord della città, vicino al mare, oltre 150 ettari. Nessun vincolo, tutto in linea con il Psc.

A rendere credibile il progetto era soprattutto il comitato scientifico, composto da enti, istituzioni, associazioni di categoria e sindacati. Nessuna richiesta di fondi pubblici. Solo visione, competenza, e voglia di fare.

Eppure, a quanto pare, Comune e Provincia di Crotone non hanno mai risposto all’adesione. Gli stessi enti che non esitano ad appoggiare ogni progetto che deturpa il paesaggio: pale eoliche accanto ai siti archeologici, ampliamenti per smaltire rifiuti, concessioni per invasi.

Mi chiedo: è questo il destino di Crotone? Dobbiamo rassegnarci a essere la pattumiera d’Italia? A vivere nei rifiuti mentre chi potrebbe creare valore viene ignorato?

Sembrava l’inizio di qualcosa. Invece, tutto si è spento. Il "Magna Grecia Park" si farà altrove. Nessuna comunicazione ufficiale, solo silenzi. Nemmeno dalla fondazione, che ha acconsentito allo spostamento del progetto. E mi spiace dirlo, ma anche da loro mi sarei aspettato più coraggio, più chiarezza.

Lo dico con senso di responsabilità, da consigliere comunale e provinciale, non da avventuriero. Ho sempre cercato equilibrio, ma quando un progetto del genere — che può cambiare le sorti di un territorio — viene ignorato, è giusto farsi delle domande.

Parliamo di:

· 3.000 posti letto in resort e strutture ricettive;

· parchi tematici ispirati alla storia e alla mitologia della Magna Grecia;

· oltre 1.700 posti di lavoro;

· un indotto in grado di coinvolgere tutta la Calabria.

Eppure, il silenzio.
Il progetto non è mai stato discusso neanche nelle commissioni consiliari. Perché? Chi ha deciso che non merita attenzione?

Dove sono ora quelli che si definiscono paladini del bene comune? Dove sono le influencer da salotto, pronte a postare una foto per ogni inaugurazione, ma assenti quando c’è da lottare per la città vera? Dove sono gli indignati da tastiera, che si scatenano per una buca in strada, ma restano zitti quando un sogno collettivo viene affossato?

Davvero pensiamo che progresso e cultura si costruiscano dietro uno schermo, senza mai esporsi?

Intorno, tutto tace.
E stavolta fa male.

Un plauso, invece, va al sindaco di Belcastro, che ha mostrato apertura mentale e visione. Ma qui va chiarito un punto: questo progetto non può e non deve essere spostato altrove, se non ci sono ostacoli legali o vincoli tecnici, dovrà realizzare a Crotone, nell’antica capitale della Magna Grecia, nella città di Milone, Alcmeone e Pitagora.

Perché non è un’idea calata dall’alto, ma nata da cittadini crotonesi. Gente che ama la propria terra e vuole proteggerla, valorizzarla, raccontarla. Siamo stanchi di vedere il nostro territorio in mano a estranei che decidono il nostro futuro, spesso solo per regalarci nuovi impianti per smaltire rifiuti.

L'antica Kroton non ha bisogno di essere raccontata da altri.

Ha già tutto: la storia, le pietre, i silenzi che parlano di memoria. Trasferire altrove questo progetto è un ennesimo tradimento. Non solo del territorio, ma della sua identità. È togliere voce a una comunità che ha il diritto — e il dovere — di custodire il proprio passato per costruire il futuro.

Crotone merita trasparenzavisione e coraggio. Basta con la narrazione da fiaba. È ora di affrontare la realtà, e pretendere risposte.

sabato 16 agosto 2025

SEMPLICEMENTE CALABRESE, CON "A PEDATA I DA GATTA"

Ci sono piatti che non servono solo a sfamare: non è necessario mangiarli per apprezzarli, basta guardarli per lasciarsi travolgere dalle emozioni. Trasmettono positività, raccontano storie e ci riportano dritti al cuore della nostra cultura culinaria calabrese.

Quello che si vede è un piatto semplicissimo, ma carico di tradizione, tipicamente mediterraneo: aglio, peperoncino macinato, peperoni interi — preferibilmente piccanti - una sarda ben pepata, concentrato di pomodoro, prezzemolo fresco e, per chi gradisce, un tocco di formaggio. Un tempo, qualcuno la chiamava affettuosamente "a pedata i da gatta".

mercoledì 13 agosto 2025

BONIFICA CROTONE, SULLA SENTENZA DEL TAR: GIUSTO ENTUSIASMO, MA EVITIAMO TRIONFALASIMO

 

In queste ore vedo una forte enfasi sulla recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Catanzaro, che ha annullato il decreto del Ministero dell’Ambiente e l’ordinanza del Commissario straordinario, provvedimenti che individuavano in Crotone il sito per lo stoccaggio dei rifiuti speciali derivanti dalla bonifica Eni Rewind del SIN (Sito di Interesse Nazionale) di Crotone.

È una notizia importante, senza dubbio. Il TAR ha accolto il ricorso presentato da Regione, Provincia e Comune, opponendosi all’utilizzo delle discariche locali come destinazione finale di questi rifiuti. Una vittoria giuridica che può – e deve – aprire nuove riflessioni sul futuro ambientale del nostro territorio.

Ma attenzione. Evitiamo di trasformare un atto dovuto in un trofeo da esibire. Perché la verità è che, negli ultimi anni, non abbiamo assistito a una mobilitazione coesa e continua da parte delle istituzioni. Al contrario, abbiamo visto troppi silenzi, ritardi, rimpalli di responsabilità, piani rifiuti modificati in corsa, e autorizzazioni concesse con una facilità disarmante. Troppo spesso il diritto alla salute e alla tutela ambientale è passato in secondo piano rispetto ad altre logiche.

Se oggi questo risultato è stato raggiunto – seppur parziale, e penso non definitivo – è merito soprattutto della tenacia e dell’impegno costante di pochi: cittadini, comitati, professionisti e attivisti politici (si contano sulle dita delle mani ...) che non hanno mai abbassato la guardia. Persone che hanno continuato a denunciare, a vigilare, a tenere alta l’attenzione mentre tutto intorno si cercava di normalizzare l’inaccettabile.

È a loro che va il vero riconoscimento. Non ai proclami dell’ultima ora. Perché difendere un territorio richiede costanza, coraggio e indipendenza, non apparizioni strategiche a giochi (quasi) fatti.

La sentenza del TAR è una tappa. Ma la partita, ritengo che rimarrà ancora aperta. E serve chiarezza, coerenza e soprattutto verità.

sabato 9 agosto 2025

LA FESTA DELLA MADONNA DI CONDOLEO NON È PIÙ "A FESTA I CUNDOLIU"

Un tempo, anche a Scandale, l’estate era il momento perfetto per riscoprire e celebrare la propria storia. Si inventava di tutto per tenere vivi i borghi antichi, con feste che univano tradizione e creatività. In tutta Italia, queste manifestazioni sono conosciute come “Feste del Vecchio Borgo”, eventi dal forte valore sociale e culturale.

Erano appuntamenti che raccontavano la memoria collettiva, la cultura popolare, l’identità di una comunità. Tra sapori autentici, musica, balli, teatro popolare e convivialità sincera, il paese si trasformava. A Scandale, tutto questo accadeva davvero.

Il “Vecchio Borgo” si accendeva ancora di più in occasione della festa patronale, il cuore pulsante della comunità. Le processioni, i mercatini, le bancarelle, i “mastozzolari” agli angoli delle strade: tutto contribuiva a un’atmosfera viva e coinvolgente. Persino nei caldi pomeriggi d’estate non mancavano spettacoli e iniziative. Le stradine si riempivano di profumi, colori e voci. Immancabile il piatto dei nostri preziosi covatelli, preparati a mano dalle mamme del paese, piazza Oberdan diventava il centro della festa: lì si ballava la tarantella con la forte animazione dei gruppi folkloristici, si assisteva alle aste popolari, dove venivano messe all’incanto offerte alla Madonna – animali, quadri, ricami, tutto donato dalla nostra gente, con devozione autentica.

I bambini correvano tra le luminarie, e il suono profondo della gran cassa dava il via alla banda itinerante. Partivano le marce più amate – Brunetta, Capricciosa – tanto richieste da tornare più volte nel corso della serata. Erano le note che più si addicevano alle vie del paese, e a quella festa così sentita: “a festa i Cundolìu”.

Già, perché un tempo a Scandale le feste patronali erano due: quella del Condoleo, tra fine aprile e inizio maggio, e quella della Madonna della Difesa, a settembre. Ma era la prima, senza dubbio, la più grande, la più partecipata.

E poi, i fuochi d’artificio, le campane a festa, il cielo che si accendeva... Ma il momento più atteso era l’uscita della Madonna. Lì tutto si fermava: la folla in silenzio, l’aria che cambiava. Il quadro della Madonna del Condoleo – che un vecchio presule, se non erro l'arcivescovo di Crotone- Santa Severina, Mons. Raimondi, la definì “la Madonna dall’occhio bello” – regalava pace, amore e, soprattutto, grazia.

La “Festa i Cundolìu”, così come l’abbiamo conosciuta, non esiste più. È rimasta ancora via la componente religiosa. Ma tutto il resto sembra essersi dissolto.

La festa sembra inglobata nel cartellone estivo del Comune, ristretta alle sole ore serali, quasi fosse solo uno spettacolo da inserire a programma. Quest’anno, persino i giochi popolari non si terranno più nella vecchia piazza. Le giornate di festa sono rimaste vuote, senza quel sapore di attesa, di comunità, di ritorno alle radici. Come se il tempo, all’improvviso, avesse smesso di scorrere sulle nostre tradizioni.

E dispiace. Dispiace davvero tanto. Perché abbiamo perso qualcosa di prezioso: un patrimonio di memoria, di identità, di appartenenza. Un tempo, a Scandale, durante la festa, accadeva qualcosa di autentico. La gente si ritrovava, le strade si animavano, il passato prendeva vita tra gesti, parole, profumi. E oggi, più che mai, vale la pena ricordarlo. Perché ricordare è anche un modo per custodire, per non lasciare andare del tutto ciò che ci ha reso ciò che siamo.

La mia, sia chiaro, è una critica costruttiva. Apprezzo profondamente chi ancora oggi si impegna con dedizione per portare avanti la festa, e ringrazio sinceramente il #Comitato, che continua a spendere tempo ed energie per mantenerne viva la fiamma. A loro va il mio sostegno, oggi e sempre, ma bisogna lavorare affinché nel futuro ritorni "a festa I Cundolìu". 

Ma dobbiamo anche interrogarci, insieme: cos’è una festa, se non il cuore pulsante della nostra storia? Le tradizioni non sono solo da celebrare, sono da rievocare. Perché festa è anche memoria, è fede, è riscoperta di ciò che ci univa.

E solo tornando a dare senso a quei gesti, a quelle usanze, potremo davvero dire di onorare il passato… guardando al futuro.


.

ALLE REGIONALI IN CALABRIA SI VOTA IL 28 E IL 29 SETTEMBRE. PERCHÉ NON DOPO FERRAGOSTO!?


 Si vota il 28 e 29 settembre per le regionali.

Sì, proprio così, sarebbe stato meglo subito dopo Ferragosto, tra una coda in autostrada e l’ultima granita in spiaggia. Forse ci saremmo subito tolto il pensiero.

Ironia a parte, qui siamo al paradosso: le elezioni di una Regione ridotte al livello di un’assemblea condominiale. Nessun volto nuovo, nessuna visione, nessuna vera alternativa. E, cosa ancora più grave, nemmeno un candidato governatore designato, alternativo a Occhiuto.

Ma vi sembra normale?

Un'intera Regione trattata con superficialità, come una formalità da sbrigare in fretta, giusto per dire che si è votato. È il termometro di una politica oramai ridotta a un circo, dove si perde anche l'entusiasmo delle competizioni elettorali.

Non è che con dall' attuale opposizione mi aspetto chissà che cosa! La mia riflessione, non di parte, ma questa gestione da “tanto non cambia nulla” è una mancanza di rispetto verso i cittadini.

Altro che democrazia partecipata: questa è una vergogna. Anzi, come diremmo in calabrese … na vrigogna!

CROTONE, PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC): IL MIO INTERVENTO E LE RAGIONI PER ESSERE ASTENUTO DAL VOTO


Premesso che io e l'intero gruppo, stanchi dei soliti, abbiamo sempre desiderato che la città avesse il proprio PSC, pertanto, questa sera, non abbiamo dato il voto favorevole, ma ci siamo astenuti, dando motivazioni, poiché abbiamo voluto che venissero condivise alcune nostre considerazioni serie. Di questo bisogna dare comunque atto per l'impegno profuso dall'assessore Greco. 

L’iter di approvazione del Piano Strutturale Comunale (PSC) è così articolato: si parte dalla redazione del documento preliminare, si passa all’elaborazione del Quadro Conoscitivo, alla valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (VALSAT), fino all’approvazione da parte del Consiglio comunale, alla pubblicazione e al deposito.

Successivamente, il piano viene sottoposto a osservazioni tecniche, aperte anche ai singoli cittadini. Trascorso il periodo previsto, il PSC sarà infine esaminato dalla Regione Calabria.

Nel mio intervento ho posto domande legittime, nate dalla concreta situazione in cui versa la nostra città. Se non si tiene conto di questa specificità, si rischia di approvare un PSC che potrebbe valere per qualunque città, ma non per Crotone.

Pur riconoscendo il valore strategico del PSC per lo sviluppo urbano, oggi non posso né approvarlo né respingerlo, finché non sarà chiarito un punto fondamentale: il territorio di Crotone non può permettersi ulteriore consumo di suolo. Su questo, pare che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.

Abbiamo saturato ogni millimetro disponibile: tra stabilimenti industriali, discariche, invasi e soprattutto un’area vasta e profondamente inquinata che attende bonifica. E allora, chiedo:

Che idea ha il Comune per questi ettari di terreno contaminato? Il PSC può ignorare il destino di una porzione tanto rilevante del nostro territorio?

Inoltre, il nuovo PSC dovrebbe nascere attorno a valori paesaggistici e naturalistici. Ma come si realizza una vera politica ambientale in un territorio dove il “più grande parco industriale d’Europa” ha compromesso oltre tre quarti del paesaggio?

Come si può conciliare questo dato di fatto con le autorizzazioni che continuano a essere rilasciate senza alcuna visione di tutela e rigenerazione?

Il territorio si articola in tre aree principali: urbanizzate, in fase di urbanizzazione e agro-forestali. È proprio su quest’ultima che occorre concentrare l’attenzione. In un'epoca in cui si parla tanto di inquinamento e cambiamenti climatici, è fondamentale avviare una massiccia piantumazione di alberi e la creazione di nuove aree verdi. Allo stesso tempo, l’agricoltura va rilanciata con decisione: troppo spesso dimentichiamo che Crotone è terra di eccellenze, come il Pecorino Crotonese DOP, una risorsa che merita più visibilità e valorizzazione.

Vogliamo davvero puntare su una Crotone turistica? Bene. Allora servono scelte politiche chiare, coraggiose e concrete.

Oggi, con un nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC) in fase di definizione, abbiamo un’occasione unica: ripensare la città in chiave sostenibile, attrattiva e identitaria. Non si tratta solo di aggiornare un piano urbanistico, ma di immaginare un futuro diverso, che metta al centro il nostro patrimonio archeologico, il paesaggio e il legame profondo con la nostra storia.

Un PSC degno di questo nome non può essere la fotocopia di un modello standard. Deve diventare lo strumento concreto della rinascita di Crotone: una rinascita fondata su rigenerazione urbana, tutela ambientale, valorizzazione culturale e partecipazione attiva della comunità.

Perché altrimenti rischiamo di ritrovarci con una “carta dei valori” che assomiglia a quella di tanti altri comuni, ma che non funziona, che non trasforma.

Solo se il PSC sarà realmente il motore di un cambiamento vero, potremo parlare di sviluppo turistico, culturale, archeologico. Solo allora sarà possibile esprimere un voto convinto, perché fondato su una visione, e non su una semplice dichiarazione d’intenti.

AMBIENTE, INCENERITORE A2A: INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE SULLE AUTORIZZAZIONI RILASCIATE DALLA PROVINCIA DI CROTONE

 Il 17 giugno scorso, durante una seduta del consiglio comunale, ho presentato un’interrogazione al sindaco per sollevare la questione dell’ampliamento dell’inceneritore di A2A. Dopo aver posto la domanda, ciò che è successo ha superato ogni limite di dignità e rispetto: il sindaco, visibilmente infiammato dalle risposte, si è scagliato con accuse accese nei miei confronti, insinuando falsità e insinuando che stessi mentendo. È stato un momento di grande tensione, che ha mostrato ancora una volta come, nella politica, spesso si dia il peggio.

Tuttavia, a breve distanza, emergono i pareri favorevoli rilasciati dalla Provincia di Crotone. Come tutti sappiamo, oggi tra il sindaco, il presidente della provincia e l'ex presidente della regione si vive un rapporto idilliaco, rafforzato negli ultimi anni. Un legame così solido da sembrare che il territorio meriti una particolare protezione. Per questo motivo, ci si sarebbe aspettati dal sindaco una risposta più chiara durante la mia interrogazione. Invece di parlare di falsità, avrebbe dovuto ammettere che la provincia, pur essendo un altro ente, aveva rilasciato regolari concessioni, che si aggiungono a quelle del Comune, visto che la cartellonistica esterna per l’ampliamento degli impianti esiste. Altro che falsità: i fatti dimostrano che le connessioni sono state assegnate senza alcun tentennamento.

Ma la verità ha le gambe corte e viene sempre a galla, come dimostra la pubblicazione del decreto dell’ente regionale del 14 luglio 2025, nel quale si segnala che, secondo quanto appreso, nell’ambito del procedimento di autorizzazione, il decreto dirigenziale della Regione Calabria, n. 10285 del 14 luglio 2025, evidenzia un percorso a favore del progetto di A2A Ambiente SPA. Infatti, il 22 gennaio 2025, la Provincia di Crotone – settore 4 Ambiente (prot. n. 1188) – ha espresso un parere favorevole. Successivamente, durante la Conferenza dei Servizi del 15 aprile 2025, l’ente intermedio di Crotone ha rilasciato anche l’autorizzazione paesaggistica n. 6/2025, che consente alla suddetta azienda di ampliare l’impianto situato in località Passovecchio. Questa struttura è situata, tra l’altro, nelle vicinanze del Sito d’interesse nazionale “Crotone – Cassano – Cerchiara”  e in una zona ad alta criticità idraulica.

Alla luce dei fatti sono stato costretto in data 31 luglio 2025 a fare un interrogazione di quanto esposto in premessa, interpellando  formalmente il Signor Presidente, al fine di ottenere chiarimenti in merito alle seguenti questioni:

se i settori competenti della Provincia di Crotone, che hanno rilasciato le autorizzazioni in oggetto, abbiano agito autonomamente o su indicazione politica dell’interrogato. Qualora abbiano agito su quest'ultima ipotesi, in considerazione della grave problematica in cui versa il territorio come sopra esposta, si prega di chiarire a cosa sia riconducibile la scelta e quali siano stati i criteri adottati, poiché il Consiglio provinciale non si è espresso fino a oggi in merito alle questioni ambientali ed è del tutto ignaro a queste ultime autorizzazioni. Nella stessa ho chiesto anche l’inserimento per il prossimo consiglio provinciale, la discussione sull'argomento ambientale, al fine di conoscere la volontà di ogni singolo consigliere su un argomento che riguarda la difesa del territorio e la salute dei cittadini.

domenica 3 agosto 2025

SCANDALE, CENTRO STORICO IN PENA: STORIA E CULTURA IN AGONIA.

La strada del centro storico di Scandale è un disastro totale: da Corso Umberto a Piazza De Cardona, fino a Piazza San Francesco, regna uno stato di abbandono inaccettabile. L’amministrazione comunale esiste, sì, ma sembra concentrarsi solo su qualche centinaio di metri quadrati nel perimetro della zona Condoleo. E che nessuno si azzardi a dirmi il contrario, perché tutto questo lo vivo ogni giorno nei pressi di casa mia.

Da circa tre anni, pur non avendo mai fatto critiche di natura politica dopo la mia sindacatura, oggi la mia preoccupazione mi impone di farlo. Tra l’altro, attualmente la mia attività si concentra a Crotone, dove ricopro il ruolo di consigliere comunale e provinciale.

Purtroppo, una parte importante del nostro paese—il centro storico—che in molte città italiane rappresenta un simbolo di cultura e vivacità, da noi è completamente abbandonato, con una palese e determinata volontà di affossarlo.

Le manifestazioni socio-culturali e feste prettamente di borgo, sono state eliminate, le strade sono in condizioni disastrose, e ogni intervento di manutenzione si risolve in una colata di cemento o bitume. È inaccettabile! Quando si sposta un mattoncino, invece di riposizionarlo correttamente, lo si lascia lì per anni, finché non si disintegra del tutto.

È il caso, ad esempio, della strada vicino casa mia: da tre anni, in seguito a dei semplici lavori effettuati dal Comune, la situazione è peggiorata a tal punto da mettere a rischio le fondamenta dell’edificio, favorendo infiltrazioni di umidità e danni tutt’altro che trascurabili. Dopo ogni pioggia si accumula sporcizia, le auto schizzano acqua sporca contro i muri, e il rumore—assordante sia di giorno che di notte—è diventato una vera tortura. La casa vibra costantemente, e soprattutto nel cuore della notte sembra di assistere al passaggio di una vecchia locomotiva degli anni '30 in arrivo in stazione.

In più, quei mattoncini fuori posto, ormai instabili, rappresentano un pericolo concreto anche per l’incolumità dei cittadini: rischiano di far cadere qualche ragazzino che passa in bici o in monopattino. È solo questione di tempo prima che accada qualcosa di serio.

Questo è diventato il mio paese: un luogo dove tutto tace, e dove ogni diritto sembra dipendere dalla volontà esclusiva di una sola persona.

[IGINIO PINGITORE]








venerdì 1 agosto 2025

DIMISSIONI: UN MERO CALCOLO POLITICO

Le dimissioni del presidente Occhiuto suonano male, e mi dispiace dirlo. Non voglio ancora pronunciarmi sul suo operato, ma una cosa è certa: per il territorio crotonese, nonostante il rapporto stretto con il sindaco di Crotone, sigillato nella partecipazione alla presentazione del Movimento “Crescere”, non sembrano aver lasciato grandi tracce, soprattutto sulla questione ambientale, avrei da dire, ma mi fermo qui.

Parliamo delle dimissioni. Occhiuto ha una questione giudiziaria pendente: si fa ascoltare dai magistrati, ne esce sorridente — come spesso accade a molti politici nei momenti più difficili — e si dice fiducioso. E quindi ti aspetti che continui il suo lavoro fino alla fine del mandato. Invece, no! Subentra la strategia politica ormai collaudata: “Mi dimetto”, così si crea il caso e la guardia si mantiene in alto. Il momento può essere davvero cruciale, ora o mai più, in quanto non c’è nessun avversario in campo.

Comprendo la sua determinazione e il desiderio di superare questa fase difficile. Ma si capisce che vuole mantenere la fiducia e continuare a lavorare, anche di fronte alle pendenze legali.

Se invece Occhiuto non si fosse dimesso, cosa sarebbe successo? Azzardo le mie ipotesi:  avrebbe avuto, amministrativamente parlando, meno di un anno alla fine del suo mandato, avrebbe dovuto affrontare un percorso molto difficile. Probabilmente si sarebbe trovato a dover gestire le pressioni degli amici/nemici interni alla coalizione, soprattutto alla luce della questione giudiziaria. Gli avrebbero richiesto di non candidarsi nuovamente alla presidenza della regione, lasciandolo isolato e indebolito anche in prospettiva di nuove ed importanti sfide politiche.

Non è positivo che non abbia aspettato di concludere il mandato; avrebbe dovuto continuare, indipendentemente dall'esito. Di certo, posso riconoscere l'astuzia e la scaltrezza politica, ma queste mosse, a mio parere non giovano né ai calabresi né alla regione Calabria.