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sabato 9 agosto 2025

CROTONE, PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC): IL MIO INTERVENTO E LE RAGIONI PER ESSERE ASTENUTO DAL VOTO


Premesso che io e l'intero gruppo, stanchi dei soliti, abbiamo sempre desiderato che la città avesse il proprio PSC, pertanto, questa sera, non abbiamo dato il voto favorevole, ma ci siamo astenuti, dando motivazioni, poiché abbiamo voluto che venissero condivise alcune nostre considerazioni serie. Di questo bisogna dare comunque atto per l'impegno profuso dall'assessore Greco. 

L’iter di approvazione del Piano Strutturale Comunale (PSC) è così articolato: si parte dalla redazione del documento preliminare, si passa all’elaborazione del Quadro Conoscitivo, alla valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (VALSAT), fino all’approvazione da parte del Consiglio comunale, alla pubblicazione e al deposito.

Successivamente, il piano viene sottoposto a osservazioni tecniche, aperte anche ai singoli cittadini. Trascorso il periodo previsto, il PSC sarà infine esaminato dalla Regione Calabria.

Nel mio intervento ho posto domande legittime, nate dalla concreta situazione in cui versa la nostra città. Se non si tiene conto di questa specificità, si rischia di approvare un PSC che potrebbe valere per qualunque città, ma non per Crotone.

Pur riconoscendo il valore strategico del PSC per lo sviluppo urbano, oggi non posso né approvarlo né respingerlo, finché non sarà chiarito un punto fondamentale: il territorio di Crotone non può permettersi ulteriore consumo di suolo. Su questo, pare che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.

Abbiamo saturato ogni millimetro disponibile: tra stabilimenti industriali, discariche, invasi e soprattutto un’area vasta e profondamente inquinata che attende bonifica. E allora, chiedo:

Che idea ha il Comune per questi ettari di terreno contaminato? Il PSC può ignorare il destino di una porzione tanto rilevante del nostro territorio?

Inoltre, il nuovo PSC dovrebbe nascere attorno a valori paesaggistici e naturalistici. Ma come si realizza una vera politica ambientale in un territorio dove il “più grande parco industriale d’Europa” ha compromesso oltre tre quarti del paesaggio?

Come si può conciliare questo dato di fatto con le autorizzazioni che continuano a essere rilasciate senza alcuna visione di tutela e rigenerazione?

Il territorio si articola in tre aree principali: urbanizzate, in fase di urbanizzazione e agro-forestali. È proprio su quest’ultima che occorre concentrare l’attenzione. In un'epoca in cui si parla tanto di inquinamento e cambiamenti climatici, è fondamentale avviare una massiccia piantumazione di alberi e la creazione di nuove aree verdi. Allo stesso tempo, l’agricoltura va rilanciata con decisione: troppo spesso dimentichiamo che Crotone è terra di eccellenze, come il Pecorino Crotonese DOP, una risorsa che merita più visibilità e valorizzazione.

Vogliamo davvero puntare su una Crotone turistica? Bene. Allora servono scelte politiche chiare, coraggiose e concrete.

Oggi, con un nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC) in fase di definizione, abbiamo un’occasione unica: ripensare la città in chiave sostenibile, attrattiva e identitaria. Non si tratta solo di aggiornare un piano urbanistico, ma di immaginare un futuro diverso, che metta al centro il nostro patrimonio archeologico, il paesaggio e il legame profondo con la nostra storia.

Un PSC degno di questo nome non può essere la fotocopia di un modello standard. Deve diventare lo strumento concreto della rinascita di Crotone: una rinascita fondata su rigenerazione urbana, tutela ambientale, valorizzazione culturale e partecipazione attiva della comunità.

Perché altrimenti rischiamo di ritrovarci con una “carta dei valori” che assomiglia a quella di tanti altri comuni, ma che non funziona, che non trasforma.

Solo se il PSC sarà realmente il motore di un cambiamento vero, potremo parlare di sviluppo turistico, culturale, archeologico. Solo allora sarà possibile esprimere un voto convinto, perché fondato su una visione, e non su una semplice dichiarazione d’intenti.

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