Un tempo, anche a Scandale, l’estate era il momento perfetto per riscoprire e celebrare la propria storia. Si inventava di tutto per tenere vivi i borghi antichi, con feste che univano tradizione e creatività. In tutta Italia, queste manifestazioni sono conosciute come “Feste del Vecchio Borgo”, eventi dal forte valore sociale e culturale.
Erano appuntamenti che raccontavano la memoria collettiva, la cultura popolare, l’identità di una comunità. Tra sapori autentici, musica, balli, teatro popolare e convivialità sincera, il paese si trasformava. A Scandale, tutto questo accadeva davvero.
Il “Vecchio Borgo” si accendeva ancora di più in occasione della festa patronale, il cuore pulsante della comunità. Le processioni, i mercatini, le bancarelle, i “mastozzolari” agli angoli delle strade: tutto contribuiva a un’atmosfera viva e coinvolgente. Persino nei caldi pomeriggi d’estate non mancavano spettacoli e iniziative. Le stradine si riempivano di profumi, colori e voci. Immancabile il piatto dei nostri preziosi covatelli, preparati a mano dalle mamme del paese, piazza Oberdan diventava il centro della festa: lì si ballava la tarantella con la forte animazione dei gruppi folkloristici, si assisteva alle aste popolari, dove venivano messe all’incanto offerte alla Madonna – animali, quadri, ricami, tutto donato dalla nostra gente, con devozione autentica.
I bambini correvano tra le luminarie, e il suono profondo della gran cassa dava il via alla banda itinerante. Partivano le marce più amate – Brunetta, Capricciosa – tanto richieste da tornare più volte nel corso della serata. Erano le note che più si addicevano alle vie del paese, e a quella festa così sentita: “a festa i Cundolìu”.
Già, perché un tempo a Scandale le feste patronali erano due: quella del Condoleo, tra fine aprile e inizio maggio, e quella della Madonna della Difesa, a settembre. Ma era la prima, senza dubbio, la più grande, la più partecipata.
E poi, i fuochi d’artificio, le campane a festa, il cielo che si accendeva... Ma il momento più atteso era l’uscita della Madonna. Lì tutto si fermava: la folla in silenzio, l’aria che cambiava. Il quadro della Madonna del Condoleo – che un vecchio presule, se non erro l'arcivescovo di Crotone- Santa Severina, Mons. Raimondi, la definì “la Madonna dall’occhio bello” – regalava pace, amore e, soprattutto, grazia.
La “Festa i Cundolìu”, così come l’abbiamo conosciuta, non esiste più. È rimasta ancora via la componente religiosa. Ma tutto il resto sembra essersi dissolto.
La festa sembra inglobata nel cartellone estivo del Comune, ristretta alle sole ore serali, quasi fosse solo uno spettacolo da inserire a programma. Quest’anno, persino i giochi popolari non si terranno più nella vecchia piazza. Le giornate di festa sono rimaste vuote, senza quel sapore di attesa, di comunità, di ritorno alle radici. Come se il tempo, all’improvviso, avesse smesso di scorrere sulle nostre tradizioni.
E dispiace. Dispiace davvero tanto. Perché abbiamo perso qualcosa di prezioso: un patrimonio di memoria, di identità, di appartenenza. Un tempo, a Scandale, durante la festa, accadeva qualcosa di autentico. La gente si ritrovava, le strade si animavano, il passato prendeva vita tra gesti, parole, profumi. E oggi, più che mai, vale la pena ricordarlo. Perché ricordare è anche un modo per custodire, per non lasciare andare del tutto ciò che ci ha reso ciò che siamo.
La mia, sia chiaro, è una critica costruttiva. Apprezzo profondamente chi ancora oggi si impegna con dedizione per portare avanti la festa, e ringrazio sinceramente il #Comitato, che continua a spendere tempo ed energie per mantenerne viva la fiamma. A loro va il mio sostegno, oggi e sempre, ma bisogna lavorare affinché nel futuro ritorni "a festa I Cundolìu".
Ma dobbiamo anche interrogarci, insieme: cos’è una festa, se non il cuore pulsante della nostra storia? Le tradizioni non sono solo da celebrare, sono da rievocare. Perché festa è anche memoria, è fede, è riscoperta di ciò che ci univa.
E solo tornando a dare senso a quei gesti, a quelle usanze, potremo davvero dire di onorare il passato… guardando al futuro.
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