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DA KROTON A BELCASTRO: IL SOGNO SPEZZATO DELLA MAGNA GRECIA, NEL SILENZIO GENRALE

Rifletto su alcune stranezze che, ormai, sembrano diventate la normalità in questa città. Nel mondo politico regna un silenzio assordante: n...

domenica 17 agosto 2025

DA KROTON A BELCASTRO: IL SOGNO SPEZZATO DELLA MAGNA GRECIA, NEL SILENZIO GENRALE


Rifletto su alcune stranezze che, ormai, sembrano diventate la normalità in questa città. Nel mondo politico regna un silenzio assordante: nessuno affronta i problemi, nessuno solleva domande. Poi, appena qualcuno prova a mettere in luce mancanze e omissioni — e solo allora — come per magia, tutti si scatenano. E guarda caso, alla fine i meriti vogliono prenderseli sempre gli altri.

Oggi, per esempio, nessuno — e sottolineo nessuno — parla del progetto del nuovo parco turistico che doveva sorgere a Crotone. Un investimento importante, un’opportunità concreta per il territorio. E invece? La fondazione, composta da crotonesi, imprenditori e rappresentanti delle associazioni locali, ha deciso di spostarlo altrove. In un altro comune. Un fatto grave, che passa sotto silenzio. Anche chi si dice "sensibile" alle problematiche del territorio tace. E questo silenzio, credetemi, fa rumore.

Nel frattempo, l’estate va avanti a pieno ritmo, tra eventi, feste e selfie. Tutti felici, tutti contenti, abbagliati da specchietti per le allodole. Ma si finge di non vedere, illudendosi — consapevolmente — che bastino quattro luci a parlare di sviluppo. E invece no. Lo sviluppo vero qui continua a non arrivare.

Politici, cittadini, amministratori: si celebrano le serate riuscite come se fossero segnali di cambiamento. Foto, abbracci, pacche sulle spalle. Ma in fondo, si sa, i finanziamenti sono arrivati. Soprattutto quelli dell’ENI, quelli del cane a sei zampe. Eppure, ci siamo abituati: arrivano, promettono, inquinano. Si parla di "bonifiche", ma sono finte. Di "nuovi investimenti", ma sanno sempre di inceneritori mascherati da progresso.

E poi ci tocca sentire che a Crotone non si fa nulla per il turismo, per i musei, per i siti archeologici. Quando invece, ogni volta che si tenta una rotta diversa, una visione alternativa basata sulla cultura e sulla nostra identità, scatta lo scetticismo. O peggio, l’indifferenza.

Il caso "Magna Grecia Park"

Tre anni fa veniva presentato a Crotone in grande stile: applausi, telecamere, amministratori, imprenditori, associazioni culturali. Un progetto serio, concreto, con tanto di computometrico, piano economico-finanziario, studi territoriali. L’area individuata era a nord della città, vicino al mare, oltre 150 ettari. Nessun vincolo, tutto in linea con il Psc.

A rendere credibile il progetto era soprattutto il comitato scientifico, composto da enti, istituzioni, associazioni di categoria e sindacati. Nessuna richiesta di fondi pubblici. Solo visione, competenza, e voglia di fare.

Eppure, a quanto pare, Comune e Provincia di Crotone non hanno mai risposto all’adesione. Gli stessi enti che non esitano ad appoggiare ogni progetto che deturpa il paesaggio: pale eoliche accanto ai siti archeologici, ampliamenti per smaltire rifiuti, concessioni per invasi.

Mi chiedo: è questo il destino di Crotone? Dobbiamo rassegnarci a essere la pattumiera d’Italia? A vivere nei rifiuti mentre chi potrebbe creare valore viene ignorato?

Sembrava l’inizio di qualcosa. Invece, tutto si è spento. Il "Magna Grecia Park" si farà altrove. Nessuna comunicazione ufficiale, solo silenzi. Nemmeno dalla fondazione, che ha acconsentito allo spostamento del progetto. E mi spiace dirlo, ma anche da loro mi sarei aspettato più coraggio, più chiarezza.

Lo dico con senso di responsabilità, da consigliere comunale e provinciale, non da avventuriero. Ho sempre cercato equilibrio, ma quando un progetto del genere — che può cambiare le sorti di un territorio — viene ignorato, è giusto farsi delle domande.

Parliamo di:

· 3.000 posti letto in resort e strutture ricettive;

· parchi tematici ispirati alla storia e alla mitologia della Magna Grecia;

· oltre 1.700 posti di lavoro;

· un indotto in grado di coinvolgere tutta la Calabria.

Eppure, il silenzio.
Il progetto non è mai stato discusso neanche nelle commissioni consiliari. Perché? Chi ha deciso che non merita attenzione?

Dove sono ora quelli che si definiscono paladini del bene comune? Dove sono le influencer da salotto, pronte a postare una foto per ogni inaugurazione, ma assenti quando c’è da lottare per la città vera? Dove sono gli indignati da tastiera, che si scatenano per una buca in strada, ma restano zitti quando un sogno collettivo viene affossato?

Davvero pensiamo che progresso e cultura si costruiscano dietro uno schermo, senza mai esporsi?

Intorno, tutto tace.
E stavolta fa male.

Un plauso, invece, va al sindaco di Belcastro, che ha mostrato apertura mentale e visione. Ma qui va chiarito un punto: questo progetto non può e non deve essere spostato altrove, se non ci sono ostacoli legali o vincoli tecnici, dovrà realizzare a Crotone, nell’antica capitale della Magna Grecia, nella città di Milone, Alcmeone e Pitagora.

Perché non è un’idea calata dall’alto, ma nata da cittadini crotonesi. Gente che ama la propria terra e vuole proteggerla, valorizzarla, raccontarla. Siamo stanchi di vedere il nostro territorio in mano a estranei che decidono il nostro futuro, spesso solo per regalarci nuovi impianti per smaltire rifiuti.

L'antica Kroton non ha bisogno di essere raccontata da altri.

Ha già tutto: la storia, le pietre, i silenzi che parlano di memoria. Trasferire altrove questo progetto è un ennesimo tradimento. Non solo del territorio, ma della sua identità. È togliere voce a una comunità che ha il diritto — e il dovere — di custodire il proprio passato per costruire il futuro.

Crotone merita trasparenzavisione e coraggio. Basta con la narrazione da fiaba. È ora di affrontare la realtà, e pretendere risposte.

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