Tutti abbiamo creduto – o almeno sperato – che i fondi dell’ENI sarebbero stati destinati a grandi eventi culturali, capaci di rilanciare l’immagine e la dignità di questo territorio. Personalmente, però, non avrei voluto neppure un centesimo da ENI, se prima non avesse risarcito fino all’ultimo euro per l’inquinamento e la devastazione ambientale causati in oltre mezzo secolo.
Il sindaco Voce ha scelto diversamente. Ha fatto bene a sé stesso, non certo alla comunità. Lo ha dimostrato anche nell’ultima serata pubblica, monopolizzando il microfono per ben 28 minuti: un discorso prolisso, autoreferenziale, divisivo. Da me si direbbe: “a scassa quindici”.
Premesso che noi non abbiamo mai cambiato casacca – da cinque anni siamo il gruppo più numeroso e siamo rimasti coerentemente Stanchi dei Soliti – è il caso di ricordare, signor sindaco, che lei è partito come civico con Tesoro Calabria, per poi smantellare in breve tempo quel progetto.
Ha mostrato simpatie per esponenti della sinistra, poi, gradualmente, si è accodato alle idee della lista che in campagna elettorale era sua principale avversaria, quella riconducibile all’onorevole Sculco. Successivamente, ha stretto accordi proprio con i suoi ex oppositori, ovvero i consiglieri di Forza Italia. Si è dichiarato nemico dell'Eni, ma oggi è accomodato nei salotti televisivi i cui eventi sono sponsorizzati dalla stessa Multinazionale.
E allora, con quale coraggio oggi parla di “cambio di casacca”? Chi è davvero passato da una parte all’altra e che dovrà andarsene a casa? Se non lui lei, il peggiore trasformista di tutti i tempi.
Quello che doveva essere un evento culturale – momento di condivisione, unità e riconciliazione – è stato trasformato nell’ennesima passerella politica. Un’occasione persa per unire, sfruttata invece per dividere. E soprattutto, per attaccare chi non la pensa come lui.
Ha parlato di me e del consigliere Cristian Prisma, alludendo al nostro numero di voti. Una caduta di stile, ma soprattutto un messaggio pericoloso: secondo il sindaco, in consiglio comunale contano solo i “grandi numeri”. Un’idea che mortifica la democrazia e alimenta l’idea che la politica sia solo questione di potere e consenso, non di idee e contenuti.
Il consigliere Prisma è un giovane onesto, entrato per la prima volta in consiglio con una campagna pulita, condotta a testa alta, raccogliendo 70/80 voti in una città dove la competizione era durissima, tra partiti e movimenti radicati. Meriterebbe rispetto, non dileggio.
Quanto a me, non ho preso 70 voti, ma 94. Non sono residente a Crotone, non mi sono potuto neanche votare, non ho mai fatto politica qui, e ho deciso di candidarmi l’ultimo giorno utile, per scelta e per convinzione, accettando l’invito di Andrea Arcuri responsabile del Movimento cittadino sopra menzionato. Non ho chiesto voti a nessuno. Mi hanno votato liberamente e spontaneamente i cittadini crotonesi
E allora, sindaco Voce, basta con questa retorica arrogante sui suoi “16.600 voti”. Non sono di sua proprietà. I voti si ricevono, non si possiedono. E i miei sono lindi, trasparenti, frutto della fiducia spontanea della gente. Non so se mi ricandiderò, ma una cosa è certa: fin dal primo giorno ho smascherato le sue bugie sull’ambiente. Ha tradito lo spirito ambientalista, ha svenduto le promesse, e oggi i cittadini lo vedono chiaramente.
Non si vanti dei suoi “ricorsini” al TAR: sono il risultato di battaglie nate da me, da altri consiglieri d'opposizione e dai comitati, non certamente da lei. Ha accettato in silenzio il cambio del piano rifiuti, poi ha provato a cavalcare l’onda. Ma ormai la sua incoerenza è sotto gli occhi di tutti.
Infine, usare i soldi dell’ENI per insultare chi la critica, è vergognoso. Dovrebbe solo dimettersi. La città ha bisogno di un sindaco serio, sobrio, riflessivo. Non di un uomo che urla, divide e offende.Il tempo delle chiacchiere è finito. I crotonesi meritano molto di più.
N.B
Ringrazio Rosario Rizzuto per l'utilizzo del suo video
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