Charlie Kirk è stato ucciso. Colpito da un proiettile mentre parlava durante un evento universitario, è caduto da martire sotto gli occhi del pubblico. Gli investigatori hanno ritrovato un fucile ad alta potenza nei pressi della scena dell’attentato: un’esecuzione in piena regola. Non si tratta più solo di censura; se venisse confermata l’ipotesi che l’omicidio sia legato a motivazioni ideologiche, significherebbe che oggi si arriva a premere il grilletto contro chi osa opporsi al pensiero unico dominante.
Con il suo podcast, The Charlie Kirk Show, portava nei campus americani un messaggio chiaro: difesa della vita, responsabilità personale, amore per la famiglia. Combatté il progressismo sfrenato, il multiculturalismo ideologico e la cultura woke, che stanno erodendo le fondamenta morali dell’Occidente.
Intanto, a Roma, tra giubilei che sanno di blasfemia e benedizioni a nuovi “modelli di famiglia”, tutto tace. O peggio: si acconsente. La voce di chi difende i valori cristiani viene soffocata nel sangue. Charlie Kirk era un cristiano evangelico, uno dei pochi che ancora difendeva ciò che per secoli ha reso forte la civiltà cristiana.
Il volto feroce delle nuove ideologie globaliste si sta rivelando: chi si oppone, rischia la vita.
E come non ricordare le parole del grande Benedetto XVI, che ancora oggi risuonano come una profezia:
“Chi non si uniforma alla dittatura del relativismo viene perseguitato.”
A chi si professa cattolico, un appello: non cediamo ai compromessi di nuovi pastori confusi. Non seguiamo le mode, né dottrine travestite da misericordia. Affidiamoci al Vangelo. Solo lì è custodita la verità che salva. E per la quale, ancora oggi, nei tempi bui in cui viviamo, c’è chi è disposto a morire.
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